Monte Omo

MONTE OMO (m 2615)

La zona del Colle Valcavera presenta numerose vette alla portata degli escursionisti. La posizione elevata del valico riduce considerevolmente i dislivelli da coprire permettendo di guadagnare parecchie cime in un tempo relativamente contenuto. Nello specifico la salita che vi raccontiamo è quella al Monte Omo. L’interesse non è solo panoramico, si percorre infatti una frazione del famoso “Sentiero dei fiori”, avendo modo di godere, ad inizio estate, di una meravigliosa esplosione di fiori ad accrescere ulteriormente la gioia di un percorso comunque rimunerativo. L’ascensione impegna per un’ora e mezza; chi desidera riempire al meglio la giornata potrà aggiungere al percorso una qualsiasi altra cima del circondario come ad esempio il Becco Nero. Scontato il consiglio di prendere in considerazione l’impresa tra luglio e ottobre; la neve non viene infatti rimossa dalla lunga strada che risale il Vallone dell’Arma conducendo al Colle Valcavera e i nevai sono solitamente presenti sino al mese di giugno compreso.

L’escursione in breve:

Colle Valcavera (m 2416) – Sentiero dei fiori – Passo d’Eguiette (m 2443) – Monte Omo (m 2615)

Dati tecnici:

Partenza dal Colle Valcavera (m 2416): Difficoltà: E. Pochi passaggi friabili ma mai esposti tra il Passo d’Eguiette e la cima (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino al Passo d’Eguiette; più frammentaria nel settore successivo ma su traccia comunque ben evidente con buone condizioni di visibilità. Dislivello assoluto: m 199. Acqua sul percorso: assente.

Accesso:

Si accede alla partenza dalla città di Cuneo risalendo la prima parte della Valle Stura sino a raggiungere il paese di Demonte. In coincidenza del centro abitato abbandoniamo il proseguo della statale in direzione del Colle della Maddalena per volgere a destra, su stretta strada asfaltata. Si supera l’abitato di San Giacomo (m 1312) per proseguire rimontando il lungo e selvaggio Vallone dell’Arma. E’ bene prestare molta attenzione al fondo stradale per lo più asfaltato ma a tratti strettissimo ed angusto con alcune difficoltà se si incrociano veicoli in direzione opposta. In 23 km dal paese di Demonte si guadagna il Colle di Valcavera (m 2416) dove lasciamo l’automobile sul lato della carreggiata (poche possibilità di parcheggio). Da notare che la strada proseguirebbe in direzione del Colle della Fauniera mentre a sinistra si separa la strada per il Colle della Bandia.

Descrizione del percorso:

Per pochi metri seguiamo la strada che si separa a sinistra in direzione del Colle della Bandia. L’abbandoniamo quasi subito troviamo infatti, sulla sinistra, il cartello indicante lo splendido “Sentiero dei fiori”. Il percorso in pratica privo, almeno in questa prima parte, di pendenze significative, traversa comodo tra i prati permettendo di godere della vista dall’alto del grande Vallone dell’Arma risalito con l’automobile per guadagnare la partenza. Dopo una breve frazione prativa lasciamo alle spalle il Colle Valcavera per affrontare una vasta pietraia su percorso sempre piano e ben ricavato grazie ai muretti, visibilmente artefatti, per il contenimento dei detriti. La definizione “Sentiero dei fiori” appare subito molto adatta al percorso: la rara ed endemica Berardia lanuginosa e il subendemico Aglio piemontese caratterizzano il pendio pietroso. In coda alla descrizione trovate un ampio resoconto delle principali specie osservabili. Si prosegue nel lungo traverso con i detriti che lasciano spazio ad un pendio prativo. Il percorso traversa a mezza costa restando una cinquantina di metri sotto crinale. Da rilevare la vista verso oriente del Colle Fauniera nell’altro versante della vallata, con ben visibile la stretta strada che lo raggiunge procedendo oltre il Colle di Valcavera; di fronte a noi possiamo notare a distanza il Monte Omo, meta finale della nostra escursione. Superiamo una seconda pietraia quindi il sentiero volge verso sinistra divenendo una striscia ben scavata nel manto erboso. Il paesaggio si apre inaspettatamente alle spalle con in bella vista il Becco Grande e, appena alla sua sinistra, il Becco Nero parzialmente occultato dal Monte Ruissas. Subito oltre siamo ad un passaggio caratteristico del percorso: la traccia volge verso destra affrontando una stretta e marcata cengia. A destra abbiamo una paretina rocciosa mentre a sinistra cala ripidissimo il pendio in direzione del profondo Vallone dell’Arma. Sono poche decine di metri quindi usciamo dalla frazione più stretta passando tra le facili ondulazioni prative in vista ancora una volta della tozza sagoma del Monte Omo.

Possiamo ora osservare la continuazione del “Sentiero dei fiori”. Il tracciato proseguirebbe, sempre in piano, passando immediatamente al di sotto di una marcata forcella per poi traversare lungo il versante orientale del Monte Omo. Nel nostro caso ne abbandoniamo il percorso per salire in poche decine di metri alla suddetta forcella denominata Passo d’Eguiette (m 2443), caratterizzata dai ruderi di una vecchia costruzione in pietra. L’accesso alla sella svela nuovi orizzonti verso meridione con in bella vista la lunga schiera di vette che caratterizzano lo spartiacque delle Alpi Marittime.  Possiamo ora intuire il proseguo dell’ascensione: il Monte Omo sovrasta la sella e un bel sentierino ne rimonta l’ampio crinale discendente alternando settori detritici con altri nei prati d’altitudine. La pendenza diviene marcata tuttavia la cresta resta sempre ampia facendo sì che la salita non sia mai esposta o comunque difficoltosa. L’incremento dell’altitudine permette di scorgere il distante Monte Viso, massima quota di questo settore delle Alpi Cozie mentre alle spalle si ripete la visione del Becco Grande e del Becco Nero divisi dal Colle d’Ancoccia.

Guadagniamo la sommità di un ampio dorso diviso dal pendio che conduce alla cima vera e propria da una modesta selletta. Perdiamo brevemente quota raggiungendo in pochi passi la piccola forcellina con grande canalone che ricade dalla stessa verso il Vallone dell’Arma. Resiste spesso, in questo punto, una macchia di neve dura che scompare solo ad estate inoltrata. Siamo ora al tratto più faticoso dell’ascensione per via della pendenza particolarmente accentuata. In faticosa salita raggiungiamo un caratteristico pianetto erboso posizionato subito alla base della cupola sommitale a meno di 50 metri di dislivello dalla vetta. La selva di cime alpine di crinale che si stagliano all’orizzonte contribuiscono ad accrescere il senso d’altitudine e di grandiosità. In occasione della nostra salita siamo stati accompagnati a distanza da un grande gruppo che comprendeva almeno un trentina di stambecchi evidentemente a loro agio sulle ripide scarpate detritiche del Monte Omo. L’ultimo breve tratto di salita risale senza alcun problema la breve cupola in parte rocciosa sino ad accedere al punto più alto (m 2615 – ore 1,30 dalla partenza).

Il relativo isolamento dell’elevazione concede una vista indimenticabile nelle giornate più terse. Dominiamo gran parte del Vallone dell’Arma mentre all’orizzonte meridionale si stagliano le Alpi Marittime con la loro massima elevazione, il Monte Argentera. A minor distanza sono appariscenti le cime dei monti Savi e Salè caratterizzati da pendici rocciose particolarmente erte. Godiamo di una bella visione d’insieme del lungo crinale che abbiamo risalito dal Passo d’Eguiette per salire in vetta mentre verso nord si stagliano creste e dorsali delle Alpi Cozie sino a scorgere il lontano Monte Viso. Il rientro avviene a ritroso in meno di 3 ore complessive.

Cenni sulla flora:

L’itinerario di salita proposto ricalca un tratto del celebre “Sentiero dei fiori” e la denominazione del percorso non tradisce di certo le attese. La flora è davvero ricchissima; soprattutto comprende alcuni endemismi talvolta assai rari e meritevoli di protezione totale. Segue una lista delle principali specie identificate in occasione della nostra salita, avvenuta all’inizio del mese di luglio.

Piante endemiche: 

1)      Nigritella occidentale (Nigritella corneliana). E’ una splendida orchidea endemica delle Alpi sud-occidentali inconfondibile per l’attraente colorazione rosata. Lungo il percorso descritto la specie è particolarmente abbondante con specifico riferimento ai prati che precedono l’accesso al Passo d’Eguiette.

2)      Berardia lanuginosa (Berardia subacaulis). E’ una pianta endemica in senso stretto delle Alpi Occidentali nel settore compreso tra Bardonecchia a nord e la zona di Ormea a meridione. Da notare che il genere Berardia è uno dei tre ad essere endemico in senso stretto della catena alpina. Il genere Berardia è caratterizzato da una sola specie (appunto Berardia subacaulis) occupando pertanto una posizione sistematica isolata e assumendo quindi particolare valore ed importanza. Lungo il percorso descritto è presente e ben visibile nei ghiaioni detritici tagliati dalla prima parte di sentiero a breve distanza dal Colle Valcavera.

3)      Androsace carnicina (Androsace adfinis). Tipico endemismo delle Alpi Occidentali segnalato in Piemonte, Valle d’Aosta e nelle aree contigue in territorio francese. Androsace adfinis è specie che necessita di ulteriori studi ed approfondimenti sono infatti note almeno tre diverse sottospecie (brigantiaca, puberula e carnea) con areali parzialmente sovrapposti e con numerose forme intermedie a rendere ancora più difficoltosa la determinazione.

4)      Aglio piemontese (Allium narcissiflorum). Si tratta di un subendemismo delle Alpi Occidentali con alcune stazioni disgiunte addirittura nei lontani Pirenei. In Italia la specie è segnalata in Liguria e in Piemonte con le principali stazioni concentrate tra ll Monte Galero nelle Alpi Liguri e la Val Maira nel cuneese. Molto belle appaiono le infiorescenze per via dei grandi petali di colore compreso tra il rosato e il porporino. Lungo il percorso descritto è presente negli stessi ghiaioni detritici che ospitano Berardia subacaulis.

Altre specie osservate:

1)      Stella alpina (Leontopodium alpinum). La pianta simbolo delle Alpi è presente con sorprendente abbondanza per ampi tratti di sentiero con particolare riferimento alla zona del Passo d’Eguiette.

2)      Petrocallide di Pirenei (Petrocallis pyrenaica). Splendida pianta, piuttosto rara in ampi settori delle Alpi, che forma cuscinetti trapuntati da numerosi, piccoli fiori rosa.

3)      Linaria dei serpentini (Linaria supina)

4)      Anemone narcissino (Anemone narcissiflora)

5)      Anemone alpino (Pulsatilla alpina)

6)      Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

7)      Astro alpino (Aster alpinus)

8)      Draba gialla (Draba aizioides)

9)      Camedrio alpino (Dryas octopetala)

10)   Cariofillata montana (Geum montanum)

11)   Sulla alpina (Hedysarum hedysaroides)

12)   Piede di gatto (Antennaria dioica)

13)   Minuartia sedoide (Minuartia sedoides)

14)   Salice reticolato (Salix reticulata)

15)   Semprevivo montano (Sempervivum montanum)

16) Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum)

17)   Ranuncolo di Kuepfer (Ranunculus kuepferi)

18)   Spillone alpino (Armeria alpina)

19)   Primula orecchia d’orso (Primula auricula)

20)   Sassifraga meridionale (Saxifraga lingulata)

21)   Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

22) Arabetta alpina (Arabis alpina)

23)   Biscutella montanina (Biscutella leavigata)

24)   Soldanella alpina (Soldanella alpina)

25)   Geranio selvatico (Geranium sylvaticum)

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