Plamort

PLAMORT (m 2083)

Scoprimmo questa montagna ad inizio giugno, in bassa stagione, con la neve che ricopriva ancora le cime più alte. Desiderosi di camminare senza l’ostacolo del ghiaccio trovammo questa escursione che appariva di bassa quota rispetto alle vette circostanti. A torto lo considerammo un “ripiego” e così eccoci a raccontarvi un luogo straordinario quanto poco conosciuto. Dicevamo che non è certo un ripiego bensì una di quelle escursioni che senza clamore restano nell’anima. Non dimenticheremo mai il silenzio e la solitudine del terrazzo prativo del Plamort. Solo un branco di cavalli a farci compagnia con lo sfondo di un paesaggio straordinario, aperto sui sottostanti laghi di Resia e di San Valentino mentre all’orizzonte troneggiano i grandiosi ghiacciai dell’Ortles in una delle più maestose visioni che si possono godere in Alto Adige. A rendere sorprendente il luogo sono anche altre peculiarità. Il confine italo austriaco è infatti sfiorato dal cammino e sono presenti molti manufatti che risalgono alla seconda guerra mondiale. Un’escursione di grande interesse storico grazie a quello che potremmo definirlo una sorta di museo a cielo aperto. Terminiamo accennando al valore naturalistico della zona con la presenza di rare specie botaniche fra le quali ricordiamo la Primula di Mattioli, pianta estremamente rara osservabile, con un po’ di fortuna, lungo la discesa sulla strada forestale. Speriamo che queste informazioni siano sufficienti ad incuriosirvi permettendovi di scoprire un angolo poco noto ma estremamente suggestivo dell’Alto Adige.

L’escursione in breve:

Resia (Reschen – m 1500) – strada forestale – innesto sentiero 1A (m 1675) – altopiano di Plamort (m 2016) – Pian dei Morti (Plamort – m 2083) –Plamortböden (torbiera) - sentiero 2A - Sorgenti dell’Adige (Etschquelle – m 1550) – Resia (Reschen – m 1500)

Dati tecnici:

Partenza da Resia (Reschen - m 1500): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: discontinua. Nello specifico è totale sino al bivio con il sentiero 2A, quindi assente nella frazione su forestale sino al bivio con il segnavia 1A. Di nuovo totale sino all’altipiano di Plamort poi assente sino all’innesto con il sentiero 2A. Di nuovo totale nella discesa sul sentiero 2A. Dislivello assoluto: m 583. Acqua sul percorso: alla Sorgente dell’Adige quasi a termine dell’escursione.

Accesso alla partenza:

Si segue la statale della Val Venosta raggiungendo il Lago di Resia. La strada si sviluppa lungo la sponda orientale del grande specchio d’acqua raggiungendo infine il paese di Resia (Reschen) dove lasciamo la macchina presso la chiesa (m 1500). 

Descrizione del percorso:

Seguiamo i cartelli escursionistici indicanti Etschquelle (Sorgenti dell’Adige) salendo tra le ultime case del paese per proseguire su strada forestale chiusa al traffico. In breve raggiungiamo un evidente bivio dove ha inizio il nostro grande anello (m 1580). Nel nostro caso volgiamo a destra non lasciandoci sviare dal cartello indicante a sinistra Plamort e Sorgenti dell’Adige (torneremo al termine del cammino da questa direzione). Proseguiamo su strada bianca passando subito a monte di un impianto sportivo. La carrareccia guadagna quota nel bosco con due tornanti finché troviamo, sulla sinistra, il cartello indicante il segnavia 1A e la località “Plamort” (m 1675 – ore 0,25 dalla partenza).

Muoviamo pertanto in questa direzione, per un breve tratto ancora su ampia carraia a fondo naturale, osservando i primi scorci verso il Piz Lad e sul sottostante Lago di Resia. In coincidenza di una radura cessa la frazione su forestale per procedere su sentierino stretto in salita che diviene sensibile. Frazioni boschive si alternano a schiarite in grado di offrire un paesaggio che diviene grandioso raggiungendo, al di là dei laghi di Resia e San Valentino, le grandiose cime in parte ghiacciate dell’Ortles e del Gran Zebrù. Il percorso, ben evidente e scavato nel manto erboso, sorprende per l’ampiezza delle vedute estese a sinistra sulle cime che fanno da quinte alla piccola Valle Roia. La vista più bella resta quella del Lago di Resia osservabile quasi nella sua interezza. Dopo un tratto ripido troviamo una bella panchina in legno, a destra del sentiero, che invita alla sosta sempre allietati dal magnifico panorama. Proseguiamo ripidamente continuando ad alternare tratti nel bosco di conifere con brevi frazioni prative in grado di offrire ulteriori scorci sulle montagne circostanti. Tende a diradarsi il bosco a indizio della quota sempre maggiore in vista, verso oriente, della Plamort Spitze e del Piz Clopair, elevazioni poste sul crinale principale e quindi sul confine di stato. Ci portiamo nella fascia pascoliva superiore dove il sentiero offre il meglio di sé in un panorama idilliaco di commovente bellezza. E’ un vero peccato che questo itinerario sia poco noto rispetto ad altri del circondario ma forse è meglio così, essendone preservato il grande valore naturalistico. Un’ultima breve frazione in salita permette l’accesso ad un grande terrazzo intorno ai 2000 metri di quota dove intersechiamo un’ampia strada bianca con staccionata in legno. Siamo presso il panoramico altipiano di Plamort e non è raro osservare, in questo luogo meraviglioso, gruppi di cavalli al pascolo e mandrie di mucche a godersi il sole estivo d’altitudine. Non siamo lontani dal culmine della nostra ascensione. Sulla destra procede l’ampia sterrata mentre verso nord un lungo dosso in gran parte erboso sale verso il punto più elevato del Pian dei Morti (Plamort). Muoviamo in questa direzione senza segnaletica trovando un’ulteriore mulattiera che si sviluppa nel pascolo tra deboli ondulazioni. Il culmine del Plamort è ora sulla sinistra e lo raggiungiamo in pochi minuti, senza via obbligata, salendo fra tratturi in debole pendenza. Sulla cima troviamo un ometto e una curiosa impalcatura in legno (m 2083 – ore 1,45 dalla partenza).

Dal punto più alto il paesaggio si estende in tutte le direzioni e quindi anche nel versante austriaco sino ad osservare il primo paese oltre confine. Verso occidente la cima più alta osservabile resta il Piz Lad che con la sua sagoma ha accompagnato gran parte della salita mentre verso nordest si osserva dall’alto un’ampia zona paludosa dichiarata monumento naturale. Muoviamo ora in questa direzione calando senza segnaletica ma con buona visibilità senza problemi d’orientamento, tra pendii prativi e a rododendro. In breve siamo agli acquitrini che caratterizzano il biotopo protetto posto a poche decine di metri dal confine di stato (Plamortböden). A sinistra della zona paludosa notiamo un curiosissimo impianto militare di difesa che risale al 1938. Sono i cosiddetti Denti di Drago, costruiti dagli italiani nel periodo della seconda guerra mondiale per evitare l’invasione dei mezzi pesanti e dei carri armati tedeschi. Si tratta di tronchi di larice piantati profondamente nel terreno e ricoperti all’estremità superiore da cemento e ferro. Fu un’opera inutile che non impedì l’invasione nazista; oggi è ancora quasi integra in una specie di museo a cielo aperto muto testimone della follia umana. Manca solo qualche cono di ferro colpito probabilmente dai fulmini che spesso si abbattono su queste cime durante i violenti temporali estivi. Nei dintorni si osservano bunker e altri resti bellici oggi seminascosti dalla vegetazione che si è in gran parte riappropriata di un ambiente oggi di nuovo incontaminato o quasi.

L’escursione può ora procedere verso occidente, dapprima subito a sinistra dei “Denti di Drago” quindi aggirando verso sudovest il grande dorso sommitale del Plamort. Avendo tempo a disposizione è un piacere vagare tra i prati e i piccoli torrenti del Pian dei Morti godendo della vastità e della luminosità del settore sommitale. Il sentiero confluisce poco oltre in una più ampia sterrata dove ritroviamo i cartelli segnaletici che ci guideranno sino al rientro alla partenza. Seguiamo le indicazioni per Reschen (Resia) con la forestale chiusa al traffico che scende lungamente tra abetaie e lariceti. La frazione è piuttosto lunga ma risulta superflua una descrizione particolareggiata del tratto in quanto del tutto nascosto tra gli alberi. Si incontrano alcuni sentieri che si separano dalla strada bianca ma che devono essere ignorati in quanto portano in un alcuni casi in territorio austriaco. Restiamo sulla gipponabile (segnavia 2) perdendo progressivamente quota. Nel tratto inferiore alcune schiarite nel bosco permettono di scorgere il fondovalle nonché il Piz Lad, da questa posizione particolarmente imponente. E’ importante segnalare, sui bordi della forestale, la presenza della rara Primula di Mattioli in fioritura alla metà del mese di giugno. Nell’ultimo tratto di cammino troviamo la breve digressione segnalata, a destra, per le Sorgenti dell’Adige (Etschquelle – m 1550). Desta sensazione pensare che queste piccole vene d’acqua diventeranno, nel loro cammino verso valle, il secondo più lungo fiume della penisola italiana. Ripresa la forestale arriviamo al bivio dove chiudiamo il nostro anello. L’ultimo breve tratto di cammino è comune all’andata e riporta al parcheggio nel paese di Resia (ore 3,40 complessive).

P.S L’itinerario descritto è ad anello ma sconsigliamo vivamente di invertirne il verso di percorrenza. La salita risulta infatti ripida ma permette di godere sin dal primo tratto di un magnifico panorama cosa che invece non avviene nella discesa, lunga ma del tutto immersa nel bosco.

Cenni sulla flora:

Tutta la zona di Resia, sebbene non inclusa in un’area protetta, offre luoghi dove la natura appare incontaminata. L’ambiente, in sostanziali condizioni di integrità, permette lo sviluppo di numerose specie botaniche. Segue una breve selezione delle fioriture osservate in occasione della nostra salita, avventura a metà del mese di giugno.

1)     Cortusa di Mattioli (Primula matthioli). In Italia è una specie molto rara presente in poche stazioni in Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e Alto Adige. Le stazioni altoatesine sono tutte concentrate nelle montagne presso il Lago di Resia. Tipica delle zone ombrose e umide presenta, come tutte le primule, una fioritura piuttosto precoce. Lungo il percorso descritto fiorisce in giugno all’inizio della breve estate alpina lungo la forestale usata per la discesa a circa 1650 metri di quota e quindi non lontani dal rientro nel paese di Resia.

2)     Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

3)     Primula odorosa (Primula veris)

4)     Primula farinosa (Primula farinosa)

5)     Pinguicola alpina (Pinguicula alpina). Una delle poche piante carnivore presenti in Italia; le sue foglie appiccicose sono una trappola per gli insetti più piccoli; la pianta produce poi enzimi atti a digerire le prede

6)     Viola gialla (Viola biflora)

7)     Iberidella alpina (Hornungia alpina)

8)     Poligono viviparo (Polygonum viviparum)

9)     Mirtillo rosso (Vaccinium vitis-idaea)

10)  Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

11)  Clematide alpina (Clematis alpina) lungo la forestale scendendo a Resia.

12)  Genzianella (Gentiana verna)

13)  Fragolina di bosco (Fragaria vesca)

14)  Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

15)  Arabetta alpina (Arabis alpina)

16)  Botton d’oro (Trollius europaeus)

17)  Bugola piramidale (Ajuga pyramidalis)

18)  Acetosella (Oxalis acetosella)

19)  Tossillaggine alpina (Homogyne alpina)

20)  Biscutella montanina (Biscutella leavigata)

21)  Sulla alpina (Hedysarum hedysaroides)

22)  Tesio alpino (Thesium alpinum)

23)  Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum)

24)  Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus)

25)  Anemone alpino (Pulsatilla alpina)

26)  Piede di gatto (Antennaria dioica)

27)  Silene rupestre (Atocion rupestre)

28)  Aquilegia volgare (Aquilegia vulgaris)

                     VISUALIZZA QUI SOTTO LA PHOTOGALLERY DEL TREKKING

                                                  Cookie