Quaira di Sennes (Senneser Karspitze)

 

MONTE QUAIRA DI SENNES (CIMA CADIN DI SENNES / SENNESER KARSPITZE / LE SENESER – m 2659)

Una montagna dimenticata, al di fuori del circuito dei sentieri segnati: questo è il Monte Quaira di Sennes che vive di un anonimato sorprendente per una zona, quella del Lago di Braies, letteralmente presa d’assalto dai turisti nei mesi estivi. Risalendo dalla Forcella Riodalato alla cima è alta la probabilità che vi possiate trovare del tutto soli anche nel pieno del mese di agosto. L’assenza di un sentiero definito, la segnaletica quasi inesistente, il percorso assai ripido e faticoso scoraggiano gli escursionisti che prediligono altre mete nel circondario come ad esempio la vicina Croda del Becco. In realtà, con fondo asciutto e con buone condizioni di visibilità, non vi sono da segnalare né tratti esposti né tratti in arrampicata. Il paesaggio di vetta appare vasto ed appagante permettendo fra l’altro di scorgere, oltre 1100 metri sotto la verticale della cima, le limpidissime acque del Lago di Braies. Nonostante le premesse è pertanto un itinerario per escursionisti di media esperienza con una predilezione per i luoghi appartati e poco conosciuti. La solitudine della vetta vi permetterà di godere dell’ambiente incontaminato e della vista di parecchie cime dolomitiche circostanti. Consigliamo l’ascesa nei mesi estivi prestando attenzione alle nebbie che talvolta avvolgono le creste rendendo problematico l’orientamento.

L’escursione in breve:

Hotel Lago di Braies (Pragser Wildsee – m 1494) – sentiero n°1 – Val di Foresta (Grünwaldtal) – Malga Foresta (Grünwald Alm – m 1590) – innesto sentiero n°23 – Forcella Riodalato (Forcela Riciogogn / Seitenbachscharte – m 2331) – Monte Quaira di Sennes (Cima Cadin di Sennes / Senneser Karspitze / Le Seneser – m 2659)

Dati tecnici:

Partenza dall’Hotel Lago di Braies (Pragser Wildsee - m 1494): Difficoltà: EE (E sino alla Forcella Riodalato quindi EE nel tratto successivo per il percorso estremamente ripido e privo di segnaletica sebbene non esposto e privo di passaggi su roccia). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino alla Forcella Riodalato, del tutto assente nel tratto successivo che conduce in vetta con scarsi punti di riferimento. Dislivello assoluto: m 1165. Acqua sul percorso: in coincidenza della Malga Foresta e lungo il corso del Rio da Lato (Seitenbach) a circa 1815 metri.

Accesso alla partenza:

Si accede facilmente al Lago di Braies deviando dalla statale della Val Pusteria tra i paesi di Monguelfo e Villabassa per risalire la Val di Braies su comoda provinciale. Si tralascia il bivio a sinistra per Prato Piazza proseguendo attraverso i piccoli paesini della parte superiore della valle (Ferrara e S.Vito). La strada ha termine proprio in coincidenza del lago con numerose possibilità di parcheggio (a pagamento oppure gratuitamente lasciando il mezzo ad almeno 1 km dal lago e raggiungendo così lo specchio d’acqua a piedi). Non possiamo non ricordare che il Lago di Braies è uno dei più belli di tutte le Dolomiti e merita una visita se possibile percorrendone, in un’ora circa, il sentiero che ne percorre grosso modo il periplo.

Descrizione del percorso:

Con partenza dai parcheggi presso il Lago di Braies si segue, su comoda e ampia mulattiera, la sponda destra del lago ammirando splendidi scorci e soprattutto le intense ed inusuali colorazioni tra il verde e il blu delle acque. Presso l’estremità meridionale del lago troviamo un’importante biforcazione: abbandoniamo il proseguo del sentiero che descrive la circonferenza del lago per volgere a destra sul segnavia 19 andando a risalire la Val di Foresta (Grünwaldtal). Il percorso prosegue sviluppandosi sempre su ampia mulattiera in lieve salita tra bosco rado di larice. Splendidi appaiono gli scorci sulle cime dolomitiche che fanno da quinte alla valle con particolare riferimento alla strapiombante parete della Croda del Becco. In breve si guadagna l’ampio pianoro erboso che ospita la Malga Foresta (Grünwald Alm – m 1590 – ore 0,40 dalla partenza), gestita nella bella stagione. Proprio davanti alla costruzione troviamo i cartelli che indicano, a sinistra, il sentiero 23 per la Forcela Riciogogn. Muoviamo pertanto in questa direzione abbandonando la Val di Foresta; passiamo a sinistra della lunga staccionata che delimita la malga per poi attraversare in piano la grande ed evidente distesa prativa. Ritroviamo il segnavia sugli alberi al termine del piano erboso. Andiamo a scavalcare il Torrente Rio da Lato (Seitenbach) trovando sull’altra sponda il cartello che indica la soprastante forcella. Ha ora inizio la ripida salita che condurrà, in continua pendenza, fino alla cima.

Il sentiero segnato rimonta lo stretto solco vallivo restando appena a destra (sinistra orografica) del torrente. Da rilevare le incombenti pareti rocciose che dominano l’ascesa con particolare riferimento alla cima della Seitenbachspitze posta alla nostra destra. In un breve tratto superiamo un ghiaione detritico quindi, a 1815 metri, troviamo una fonte ottenuta artificialmente captando le acque del ruscello. E’ questo l’ultimo punto disponibile per un eventuale approvvigionamento d’acqua; non incontreremo altre fonti sino alla vetta. Subito oltre scavalchiamo il torrente che passa alla nostra destra quindi ne risaliamo l’ultimo breve tratto sino alla sorgente. Procede oltre la nostra ripida ascesa con il bosco di larice che lascia ora spazio ad una densa mugheta. La stretta striscia di sentiero si sviluppa sinuosa tra la vegetazione con un paio di balze più ripide che richiedono un attimo di attenzione in più. Superiormente la stretta valle (Sennesertal) si strozza e intorno ai 2000 metri raggiungiamo il limite tra il bosco e i grandi ghiaioni che ne caratterizzano la testata.

Il tracciato si sviluppa ora tra rocce e detrito calcareo puntando alla soprastante, ben visibile, Forcela Riciogogn. Nonostante le apparenze il percorso è ben evidente con i segnavia che evitano abilmente i settori più instabili e faticosi ritrovando per un tratto il magro prato d’altitudine. Le poche difficoltà sono concentrate nel breve tratto successivo. La pendenza si fa più decisa e il fondo particolarmente instabile con la traccia che si inerpica sul ripido pendio ghiaioso alla nostra destra. Subito oltre la pendenza decresce e il fondo diviene più solido: passiamo in prossimità di un modesto costone roccioso quindi il tracciato raggiunge un pianetto prativo in coincidenza della Forcella Riodalato (m 2331 – ore 2,15 dalla Malga Foresta - ore 2,55 dalla partenza).

Si tratta di una stretta sella talvolta identificata con il toponimo ladino di Forcela Riciogogn oppure in lingua tedesca come Seitenbachscharte. Siamo sovrastati dalle pendici del Monte Quaira di Sennes che appare da questa posizione impervio e per lo più roccioso e quindi non facilmente risalibile. In realtà non è questo il versante che useremo per la salita. Scegliamo piuttosto di seguire per alcuni minuti il segnavia 23 in direzione del Rifugio Biella volgendo con decisione verso sinistra ed ignorando gli altri sentieri che si diramano dalla forcella. In debole salita rimontiamo tra lembi prativi e detriti sino a raggiungere un’esile spalla dalla quale si apre ai nostri occhi il grande ed ondulato altipiano dell’Alpe di Sennes. Guardando alla nostra sinistra, il Monte Quaira di Sennes offre ora un versante ancora una volta molto ripido ma caratterizzato tuttavia da spazi erbosi. E’ giunto il momento di abbandonare il sentiero segnato per rimontarne le pendici su percorso del tutto libero ed intuitivo se la visibilità è buona. Molto faticosamente cerchiamo la via migliore per guadagnare quota: in compenso si allarga il panorama osservando le cime del Col de Riciogogn e del Monte Sella di Sennes. Più in lontananza scorgiamo il Sas dla Para al margine meridionale dell’Altopiano di Sennes e altre cime del comprensorio cortinese. Prestando attenzione a non obliquare in direzione della Croda del Becco riusciamo a salire restando per lo più su fondo erboso. Qualche difficoltà in più si può presentare in presenza di terreno umido e quindi scivoloso; con l’asciutto la difficoltà resta contenuta e soprattutto non si affrontano mai frazioni esposte. Più in alto l’erba cede progressivamente il passo alla roccia e alle ghiaie che caratterizzano il settore sommitale. L’ambiente appare lunare per via della distesa di pietrisco calcareo a contrastare con il verde del sottostante altipiano che si distende ai nostri occhi in tutta la sua ampiezza. Decresce la pendenza e questo rende il proseguo più rassicurante e facile. Compare alla nostra destra il pronunciato spigolo della Piccola Croda di Becco ad indicare che ormai siamo prossimi alla cima. Da rilevare, pur in assenza dei segnavia, la presenza di alcuni ometti di pietre ad indicare la giusta direzione. Con un ultimo sforzo siamo sull’ampio pianoro di vetta, anche in questo caso caratterizzato da un grande ometto (m 2659 – ore 0,50 dalla Forcela Riciogogn - ore 3,40 dalla partenza).

Vasto ed inatteso appare il panorama. Verso nord precipita dalla cima un grande canalone in fondo al quale occhieggiano le acque turchesi del Lago di Braies. Più lontana si osserva la Val Pusteria con i suoi lussureggianti prati. Verso oriente si sviluppa, partendo dalla vetta, un crinale che cala ad una vicina, ampia sella per poi impennarsi bruscamente per raggiungere l’elegante ed affilata vetta della Piccola Croda del Becco. Alle spalle di quest’ultima, appena più a sinistra, si osserva la cima della Croda del Becco propriamente detta, una delle vette più elevate del circondario. Volgendo verso sud il paesaggio è esteso alle dolci ondulazioni dell’Alpe di Sennes mentre a sudovest notiamo le sommità di Monte Cavallo e Cima Dieci, poste sulla destra orografica della Val Badia. Il nostro giro d’orizzonte procede verso ovest raggiungendo il Monte Sella di Sennes e si chiude a nordovest con una splendida veduta della piccola catena culminante nel Piz de Peres, nel Monte Muro e nella Cima dei Colli Alti.

Il rientro avviene a ritroso prestando ancora una volta la debita attenzione al ripidissimo tratto non segnato che cala alla Forcela Riciogogn. Nel complesso sono da preventivare circa 6 – 6,30 ore complessive di cammino.

Cenni sulla flora:

La flora osservabile lungo il percorso di salita è quella tipica dei substrati calcareo-dolomitici. Segue una breve rassegna delle principali specie osservate in occasione della nostra salita avvenuta nel pieno del mese di agosto.

Specie endemiche:

1)     Semprevivo delle Dolomiti (Sempervivum dolomiticum). Indubbiamente la pianta più bella osservabile lungo il percorso, endemica di poche aree molto ristrette del Trentino Alto Adige e del Veneto. L’altopiano di Sennes è il principale areale della pianta in questione e quindi è senz’altro il luogo giusto per cercarne ed osservarne le meravigliose infiorescenze. Impossibile la confusione con altre piante del genere Sempervivum in quanto non presenti sull’intero altopiano. Sempervivum dolomiticum è inoltre inconfondibile per via dell’intensa colorazione rossastra a caratterizzarne non solo i fiori ma anche lo stelo floreale. La difficoltà risiede piuttosto nel trovarne alcuni esemplari fioriti azzeccando il periodo giusto (di solito tra la seconda metà di luglio e la prima settimana di agosto). Da notare inoltre che il numero di piante che fioriscono è assai limitato. Ne abbiamo osservati alcuni isolati esemplari nei dintorni della Forcella Riodalato.

2)     Millefoglio di Clavena (Achillea clavenae), piuttosto comune sulle Dolomiti è un endemismo alpico-dianrico presente in Italia nel nordest e in Lombardia.

3)     Millefoglio dei macereti (Achillea barrelieri Ten. subsp.oxyloba) endemico delle Alpi centro orientali, presenta il fiore più grande fra le piante del genere Achillea.

4)     Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum), endemico delle Alpi centro – orientali, si distingue dal più comune Rododendro ferrugineo per l’evidente pelosità che ne caratterizza le foglie e i peduncoli fiorali.

5)     Campanula cespitosa (Campanula caespitosa); endemismo con areale diviso in due parti ben distinte. La prima parte dell’areale è posta in Austria mentre la seconda parte è estesa tra l’Alto Adige e la Slovenia.

6)     Rododendro nano (Rhodothamnus chamaecistus), pianta endemica del nordest, dal fiore particolarmente bello e appariscente per la sua splendida colorazione rosata.

7)     Iberidella grassa (Thlaspi rotundifolium), endemica delle Alpi, è facilmente reperibile nei ghiaioni mobili.

8)     Sesleria minore (Sesleria sphaerocephala), endemica delle Alpi, è segnalata in Italia al nordest e in Lombardia.

Altre specie osservate:

1)     Sassifraga verde azzurro (Saxifraga caesia)

2)     Potentilla caulescente (Potentilla caulescens) presente nelle rupi lungo il Lago di Braies.

3)     Camedrio alpino (Dryas octopetala)

4)     Potentilla lucida (Potentilla nitida). Caratteristica nel suo portamento strisciante, offre alcune tra le fioriture più spettacolari delle Dolomiti.

5)     Campanula di monte (Campanula scheuchzeri)

6)     Cavolaccio alpino (Adenostyles allariae)

7)     Sassifraga setolosa (Saxifraga sedoides)

8)     Gramignola alpina (Chamorchis alpina). E’ un’orchidea tipica delle alte quote nel complesso rara e piuttosto sfuggente per le piccole dimensioni e la colorazione giallo verdastra. L’abbiamo osservata nel tratto compreso tra la Forcella Riodalato e la vetta.

9)     Papavero alpino retico (Papaver alpinum subsp. rhaeticum)

10)  Stella alpina (Leontopodium alpinum)

11)  Spillone alpino (Armeria alpina)

12)  Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

13)  Vulneraria (Anthyllis vulneraria)

14)  Genziana nivale (Gentiana nivalis)

15)  Tajola comune (Tofieldia calyculata)

16) Ormino dei Pirenei (Horminum pyrenaicum)

17)  Moehringia cigliata (Moehringia ciliata)

18) Moehringia muscosa (Moehringia muscosa)

19)  Tesio alpino (Thesium alpinum)

20)  Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus)

21) Fragolina di bosco (Fragaria vesca)

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