Piz Daint

PIZ DAINT (m 2967)

Il Piz Daint è una grandiosa vetta delle Alpi Retiche Centrali posizionata sullo spartiacque principale a cavallo tra la Val Müstair e la Val dal Fourn. Da un punto di vista strettamente amministrativo la vetta è posta in territorio svizzero (Cantone dei Grigioni) anche se i confini austriaco e soprattutto italiano sono molto vicini. E’ una montagna composta da dolomie friabili. L’ascensione, non a caso, evidenzia un paesaggio caratterizzato da grandi ghiaioni di roccia chiara e pinnacoli dalle forme bizzarre.

Il panorama di vetta è immenso, esteso alle grandi catene caratterizzate da ghiacciai dell’Ortles e delle Alpi Venoste. Nei giorni limpidi è inoltre ben visibile il Gruppo del Bernina mentre nelle immediate vicinanze scorgiamo un breve tratto del Lago di Livigno (Lago del Gallo). La salita non offre particolari difficoltà; solamente gli ultimi 200 metri di dislivello prima del culmine richiedono qualche attenzione in più per via del fondo friabile e delle pendenze molto marcate. Con tempo buono e fondo asciutto non vi sono grossi ostacoli e potrete godere di un paesaggio di rara bellezza e vastità. Inutile dire che la quota raggiunta richiede un’ascensione nel pieno dell’estate anche se la favorevole esposizione del tratto sommitale determina una scomparsa abbastanza anticipata dell’innevamento. Abbastanza curiosa l’etimologia del toponimo. Piz Daint significa in effetti “monte di dentro” in quanto sporgente verso la Val Müstair in contrapposizione con il vicino Piz Dora o “monte di fuori”, così definito in quanto posto in posizione più laterale ed esterna.

L’escursione in breve:

Pass dal Fourn (Ofenpass – m 2149) – Davo Platta (m 2288) – congiunzione con il sentiero proveniente da Jufplaun (m 2650) – Piz Daint (m 2967)

Dati tecnici:

Partenza dal Pass dal Fourn (m 2149): Difficoltà: EE (In gran parte E; nel tratto sommitale tra i 2700 metri e la cima difficoltà EE) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 818. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

Chi proviene da Merano risale interamente la Val Venosta sino a Glorenza dove abbandoniamo il proseguo per il Passo di Resia volgendo a sinistra con indicazioni per Tubre e la Svizzera. In pochi km raggiungiamo il confine ed entriamo in territorio elvetico risalendo sino al Pass dal Fourn, in coincidenza del quale abbandoniamo l’automobile. Chi proviene da Sondrio raggiunge Tirano quindi volge a sinistra in direzione di Poschiavo entrando così in territorio svizzero. Si procede rimontando la Val Poschiavina. Pochi km prima del Passo Bernina si abbandona il proseguo della strada volgendo a destra per guadagnare la Forcola di Livigno. Si supera dapprima la dogana svizzera quindi quella italiana posta in coincidenza del valico (m 2315). Entriamo nel comune di Livigno. Superiamo il paese quindi costeggiamo il Lago di Livigno (Lago del Gallo) per poi rientrare nuovamente in territorio svizzero percorrendo il tunnel a pagamento del Munt la Schera (informarsi sull’apertura). Usciti dalla galleria volgiamo a destra quindi saliamo sino al Pass dal Fourn.

Descrizione del percorso:

Appena al di sotto del valico, sul lato della Val dal Fourn, imbocchiamo verso sud una stretta stradina asfaltata che esegue una curva raggiungendo in breve il suo termine presso un grande ripetitore. Procediamo su comodo sentiero tra rada pineta con la nuda sommità del Piz Daint già ben visibile. Raggiungiamo un bivio segnalato da cartelli in coincidenza del quale tralasciamo la deviazione a destra per il modesto rilievo denominato “Jalet”. Manteniamo la sinistra con il paesaggio che si apre ad oriente sulla testata della Val Müstair sino a scorgere, all’orizzonte, la cima ghiacciata dell’Ortles. Andiamo ora ad aggirare il versante est dello Jalet caratterizzato da bizzarre guglie e formazioni calcaree. Il percorso perde lievemente quota restando alla base delle pareti rocciose con il fondo visibilmente artefatto in quanto sostenuto da traverse di legno per evitare l’erosione da parte delle intemperie. Riprendiamo subito quota sul fianco destro di un piccolo valloncello per lo più detritico sempre sovrastato dalle rupi in parte strapiombanti del Jalet. La salita, facile e in moderata pendenza, immette infine nell’ampia sella prativa denominata Davo Platta (m 2288). Ignoriamo un’ulteriore deviazione a destra, indicata dal cartello, per la cima del Jalet. Procediamo perdendo brevemente quota sino ad un importante bivio.

Abbandoniamo il sentiero principale che procede verso il Jufplaun volgendo a sinistra con cartello indicante il Piz Daint. Il tracciato solca splendidi prati d’altitudine sovrastando una singolare dolina posta alla sinistra. Procediamo rimontando un ripido pendio che affronta dapprima tratti erbosi quindi frazioni con fondo detritico. Procedendo nell’ascensione notiamo alle spalle la struttura rocciosa del Jalet che finisce con l’apparire spogliata della sua imponenza in quanto ne sovrastiamo la sommità. Alle sue spalle il paesaggio si allarga ulteriormente raggiungendo altre vette più distanti posizionate a nord del Pass dal Fourn. Davanti a noi il Piz Daint si mostra in tutta la sua imponenza con la sua caratteristica mole completamente priva di vegetazione.

Il sentiero, dopo un tratto in costante salita, guadagna un dosso quindi scende brevemente per attraversare una grande colata detritica che solca in modo evidente il Piz Daint. In coincidenza del solco resta un nevaio che tende a persistere almeno per la prima parte della stagione estiva se non oltre a seconda dell’andamento stagionale. Subito oltre riprende la salita rimontando, per un tratto, la cordonatura detritica che bordeggia il canale detritico. Al di sopra si obliqua verso destra tagliando il versante occidentale del Piz Daint su fondo ghiaioso o detritico a tratti un po’ instabile ma sempre privo di esposizione. Procedendo si guadagna la spalla che dalla vetta cala verso ovest e dove il sentiero si unisce a quello che sale dallo Jufplaun (m 2650). Quest’ultimo toponimo designa la grande distesa erbosa semipianeggiante che osserviamo distendersi a sudovest. Il paesaggio si estende inoltre ad una serie di cime in direzione del livignasco e quindi in territorio italiano.

La nostra ascensione procede cambiando bruscamente direzione. La cima del Piz Daint è infatti posizionata verso est sudest e per raggiungerla il sentiero volge a sinistra rimontando l’evidente dorso detritico. Dopo un primo tratto più ripido il tracciato appare in moderata pendenza, molto uniforme e con scarsi punti di riferimento in caso di nebbia. Con buona visibilità non si affrontano invece difficoltà degne di nota essendo il sentiero ben segnato ed evidente. Curiose appaiono le bianche rocce calcaree che caratterizzano la dorsale che affrontiamo con una lunga serie di stretti tornantini. Il costone, sempre molto panoramico, diviene progressivamente più stretto ed elegante mentre la cima del Piz Daint è proprio di fronte a noi con visibile l’ultimo ripido tratto della salita. Da notare come alle spalle si cominci a scorgere il Bernina con i suoi ghiacciai mentre alla nostra sinistra scorgiamo un breve tratto della Val Müstair. Il tracciato ricalca un crinale che si fa sinuoso ed elegante. Restiamo comunque a distanza di sicurezza dal profondo salto che precipita alla nostra sinistra caratterizzato da inusuali affioramenti di roccia calcarea quasi bianca. Un breve traverso un po’ aereo richiede qualche cautela in più quindi la dorsale si allarga raggiungendo la base del cono sommitale della montagna. Una serie di tornanti, assai faticosa per la marcata pendenza, permette di scavalcare l’ultima frazione con fondo ghiaioso che appare a tratti instabile e sdrucciolevole richiedendo piede fermo. In ultimo siamo sul punto più alto con un panorama di grandiosa bellezza e vastità (m 2967 – ore 2,30 dalla partenza).

La vista comprende le montagne più alte delle Alpi Orientali compreso il vicino Ortles e il più distante Gruppo del Bernina in gran parte avvolto nei ghiacciai. Tra i due gruppi si osserva l’inconfondibile sagoma di Cima Piazzi. Dominiamo inoltre,quasi per intero, la Val Müstair (Val Monastero) che nell’ultimo tratto ricade in territorio italiano essendo il torrente che l’attraversa tributario dell’Adige. Più lontane svettano le cime delle Alpi Venoste al confine tra Italia e Austria con particolare riferimento alla grande sommità ghiacciata della Palla Bianca mentre verso nordovest spiccano diverse cime delle cosiddette “Dolomiti dell’Engadina”. Nelle immediate vicinanze possiamo scorgere un breve tratto del Lago del Gallo (Lago di Livigno) osservabile subito al di là del grande pianoro erboso dello Jufplaun.

Il rientro avviene a ritroso per un totale di ore 4,15 di marcia e con la possibilità, per chi lo desidera, di aggiungere all’escursione la salita al modesto Jalet.

Cenni sulla flora:

La flora che si incontra lungo il cammino è quella tipica dei substrati calcareo-dolomitici. Segue una rapida rassegna delle principali specie osservate in occasione della nostra ascensione, avvenuta nella prima parte del mese di agosto.

1)     Nigritella comune (Nigritella nigra)

2)     Orchide candida (Pseudorchis albida)

3)     Nontiscordardime (Myosotis alpestris)

4)     Peverina dei ghiaioni (Cerastium uniflorum), endemica dell’intero arco alpino.

5)     Celoglosso (Coeloglossum viride)

6)     Orchidea odorosa (Gymnadenia odoratissima)

7)     Elleborina crestata (Epipactis atrorubens)

8)     Campanula dei ghiaioni (Campanula cochlearifolia)

9)     Campanula di monte (Campanula scheuchzeri)

10)  Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum), endemico delle Alpi centro – orientali, si distingue dal più comune Rododendro ferrugineo per l’evidente pelosità che ne caratterizza le foglie e i peduncoli fiorali.

11)  Piede di gatto (Antennaria dioica)

12)  Sassifraga nordalpina (Saxifraga aphylla). E’ un endemismo delle Alpi presente in prevalenza nel versante svizzero.

13)  Sassifraga solcata (Saxifraga exarata)

14)  Sassifraga verde azzurro (Saxifraga caesia)

15)  Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

16)  Sassifraga rossa (Saxifraga oppositifolia)

17)  Ranuncolo alpestre (Ranunculus alpestris)

18)  Gipsofila strisciante (Gypsophila repens)

19)  Salice reticolato (Salix reticulata)

20)  Linaiola d’alpe (Linaria alpina)

21)  Papavero alpino retico (Papaver alpinum subsp.rhaeticum)

22)  Camedrio alpino (Dryas octopetala)

23)  Iberidella alpina (Hornungia alpina)

24)  Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

25)  Arabetta alpina (Arabis alpina)

26)  Arnica (Arnica montana)

27)  Minuartia primaverile (Minuartia verna)

28)  Bartsia alpina (Bartsia alpina)

29)  Biscutella montanina (Biscutella leavigata)

30)  Genziana di Clusius (Gentiana clusii)

31)  Genziana bavarese (Gentiana bavarica)

32)  Vulneraria (Anthyllis vulneraria)

33)  Borracina verde scura (Sedum atratum)

34)  Millefoglio del calcare (Achillea atrata)

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