Cernera - Verdal

MONTE CERNERA  (m 2664)

MONTE VERDAL (m 2491)

E’ piuttosto curioso come il Monte Cernera sia molto spesso trascurato per non dire dimenticato dalle guide escursionistiche. La vicinanza di gruppi e cime ben più famose fa sì che il Cernera sia relegato in un angolo, ingiustamente considerato come una montagna di serie B. Mai opinione fu più errata e superficiale: si tratta in realtà di una vetta dotata di una forte individualità. La cima è un fantastico balcone a cavallo tra la Val Fiorentina e il Passo Giau permettendo un panorama esteso in pratica a tutti i principali gruppi dolomitici del cortinese. La via normale, talvolta dipinta come difficile e pericolosa, presenta in realtà tre brevi tratti attrezzati con funi metalliche alla portata di ogni buon escursionista privo di vertigini. Non sarà certo una vergogna se i meno esperti decideranno di utilizzare imbragatura e moschettoni. Anche ai più pratici consigliamo in ogni caso il caschetto per prevenire nelle frazioni attrezzate la non improbabile caduta di ghiaie o sassi. Tra i vantaggi occorre sottolineare la vicinanza al Passo Giau, il che rende l’ascensione un‘impresa tutto sommato veloce alla quale non dovrebbe essere difficile aggiungere la salita alla vicina sommità del Monte Verdal. Inutile rimarcare l’importanza di un quadro meteorologico stabile per non rendere pericolosamente sdrucciolevoli le frazioni attrezzate.

L’escursione in breve:

Passo Giau (m 2236) – Forcella di Zonia (m 2233) – Forcella Col Piombin (m 2239) – Monte Cernera (m 2664) – Forcella Ciazza (m 2457) – Monte Verdal (m 2491) - Forcella Ciazza (m 2457) – a ritroso sino alla partenza.

Dati tecnici:

Partenza da Passo Giau (m 2236): Difficoltà: EEA (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 431. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

Si accede al Passo Giau da Cortina d’Ampezzo oppure da Selva di Cadore seguendo la SP 638. Lasciamo l’automobile in coincidenza del passo a lato della provinciale.

Descrizione del percorso:

Sin dalla partenza apprezziamo attorno a noi un paesaggio dolomitico di grande bellezza. Il Passo Giau è sovrastato dalla slanciata sagoma del monte Ra Gusela mentre poco più distanti sono osservabili le grandiose pareti delle Tofane e il Monte Cristallo. Proprio in coincidenza del passo, ben segnalato dai cartelli, ha inizio il segnavia 436 che si articola nei prati a sudest del valico. Praticamente in piano muoviamo senza difficoltà con, di fronte a noi, la verticale e squadrata parete dei Lastoi de Formin. Si aprono quasi immediatamente nuovi orizzonti, dalla Tofana di Rozes alle spalle al Monte Cernera, posto proprio di fronte a noi. In breve siamo alla marcata Forcella di Zonia (m 2233) dalla quale compare il distante ghiacciaio della Marmolada. Procediamo aggirando con un marcato traverso il versante occidentale del Col Piombin. I dislivelli restano molto contenuti; si procede per gran parte in piano tra i prati con un breve tratto di pochi metri più scomodo, su fondo detritico inclinato verso il sottostante vallone. Una brevissima risalita di pochi metri, proprio sotto la verticale del Monte Cernera, conduce alla marcata Forcella Col Piombin (m 2239 – ore 0,15 dalla partenza).

Abbandoniamo il proseguo del segnavia 436 per volgere a destra seguendo il cartello in legno indicante la cima del Monte Cernera. E’ bene non farsi spaventare dal pannello indicante “sentiero alpinistico”: sarebbe più realistico parlare di sentiero attrezzato con le difficoltà che non superano mai il 1° grado superiore. Inizialmente seguiamo il sentierino che traversa con scarsi dislivelli dapprima su fondo detritico quindi, più facilmente, tra verdeggianti prati. Da rilevare come il percorso sia ben evidente ed indicato con segnavia in vernice rossa; è un aspetto da sottolineare in quanto per assurdo nessuna mappa escursionistica riporta questo percorso. Il paesaggio offre un curioso scorcio verso settentrione sulla slanciata sagoma del Monte Ra Gusela, sui monti Averau e Nuvolau e sulla Tofana di Rozes che spuntano al di là del verde costone culminante nella Punta di Zonia. Alla nostra destra si distende la profonda Valle di Zonia mentre all’orizzonte spicca inconfondibile il massiccio della Marmolada con in bell’evidenza il suo ghiacciaio, purtroppo in fase di marcato ritiro. Nel proseguo il tracciato volge più a sinistra, su fondo a tratti ghiaioso, portandosi alla base di una paretina rocciosa verticale. Subito oltre siamo alla prima frazione attrezzata. Il sentiero scavalca infatti un lastrone roccioso molto ripido. E’ un salto di pochi metri ben assicurato con fune metallica al di sopra del quale si riprende a traversare su sentiero tra i prati. Passiamo immediatamente a sinistra di un curioso masso a forma di fungo quindi, dopo pochi metri, siamo alla base della seconda frazione attrezzata.

Questa volta la difficoltà è maggiore, pur restando affrontabile da un escursionista dotato di piede fermo e assenza di vertigini. Si tratta di rimontare un ripido canale roccioso per almeno una ventina di metri potendo comunque contare sulla fune ben tesa e su un fondo che presenta buoni appoggi. Soprattutto avendo bambini o inesperti al séguito è senza dubbio raccomandabile l’uso di un imbragatura con cordino. Da notare l’esistenza, subito a sinistra del tratto attrezzato, di un canale terroso che permette di evitare le funi metalliche ma che sconsigliamo per il fondo instabile e per la pendenza molto marcata. Nel proseguo siamo nuovamente su sentiero, ora in ripida salita, ma su fondo facile e ben battuto. Avendo guadagnato quota si aprono nuovi orizzonti: osserviamo la sommità del Lagazuoi mentre ad oriente si apre uno scorcio che permette di osservare addirittura le distanti Tre Cime di Lavaredo.

In pendenza rilevante ci portiamo alla base del salto roccioso che permette l’accesso al settore superiore della montagna. Tralasciamo l’evidente sentierino, marcato con bolli rossi, che volge a destra traversando verso la Forcella Ciazza: lo seguiremo al ritorno per guadagnare la cima del Monte Verdal. Andiamo invece ad affrontare la terza ed ultima frazione attrezzata del percorso. Un ripido canale roccioso viene superato con l’ausilio della fune metallica. Ancora una volta non mancano gli appoggi tuttavia il tratto inferiore presenta roccia quasi sempre bagnata trattandosi di un anfratto ombreggiato ed è quindi bene saggiare con attenzione l’aderenza degli scarponi per evitare pericolose scivolate in un tratto in esposizione. Superati i primi metri la difficoltà decresce rapidamente sino all’uscita, una trentina di metri più in alto, su facile sentiero con grandioso paesaggio alle spalle, verso il Passo Giau, e sulla sottostante cresta erbosa culminante nel Monte Verdal. Il proseguo offre inoltre la visione, a sud, dell'inconfondibile Monte Civetta e a breve distanza verso uno slanciato torrione roccioso calcareo. Nel settore sommitale il percorso attraversa un ampio ed uniforme pendio detritico inclinato verso nordovest. Con una serie di tornanti il sentiero sale in moderata pendenza senza affrontare alcuna difficoltà sino a guadagnare il culmine del Monte Cernera (m 2664 – libro di vetta - ore 1,45 dalla partenza).

Dalla cima possiamo apprezzare come il Cernera sia un punto panoramico di prim’ordine sebbene nel complesso non molto conosciuto. Verso meridione il paesaggio offre un’eccellente visione del Monte Pelmo; volgendo ad oriente spiccano le sagome dell’Antelao e del Monte Sorapiss mentre più vicina notiamo la dorsale Croda da Lago – Cima Ambrizola. Volgendo progressivamente a nord ammiriamo altre importanti montagne del cortinese tra cui è d’obbligo ricordare il massiccio del Cristallo e le Tofane. Ad occidente lo sguardo è attratto dal Sella nonché dalla Marmolada con il suo ghiacciaio. Il rientro avviene a ritroso con la possibilità di prolungare di una mezz’ora il percorso raggiungendo la prospiciente cima del Monte Verdal.

Scegliendo questa possibilità si tratta, con le cautele del caso, di arretrare tornando ad affrontare in discesa la frazione attrezzata superiore prestando attenzione alla roccia quasi sempre bagnata. Alla base del salto attrezzato abbandoniamo momentaneamente la via di discesa per volgere a sinistra. Un’evidente traccia segnata da bolli rossi traversa alla base di alcune paretine strapiombanti. Quasi in piano raggiungiamo in qualche minuto la marcata Forcella Ciazza (m 2457), selletta che divide il Cernera dal Monte Verdal.

Il sentiero, sempre segnato, prosegue mantenendo il filo di crinale; evitiamo pertanto di farci sviare dalla traccia di tratturo che, partendo dalla forcella, aggira sulla destra la cresta traversando nei prati. Da rilevare la visione alle spalle sulla cima precedentemente salita del Cernera che stupisce per le imponenti pareti di dolomia che rivolge in nostra direzione. Davanti a noi sono invece sempre ben visibili i massicci della Marmolada e del Sella. Aggirato a destra qualche modesto spuntone di roccia, il sentiero si articola tra i prati della displuviale prestando la debita attenzione, in alcuni passaggi, al salto ricadente verso meridione. Il percorso non offre alcuna difficoltà e conduce in breve, per lo più su erba, sino al punto culminante (m 2491 – ore 0,35 dalla cima del Cernera - ore 2,20 dalla partenza).

Possiamo osservare, in una visione d’insieme, il bel crinale che dalla Forcella Ciazza ha condotto sino al culmine camminando per lo più su fondo prativo; curioso il contrasto con il vicino Cernera che, al contrario, è una montagna in prevalenza rocciosa. Il panorama di vetta, non troppo differente dal quello del Cernera, offre una magnifica visione del Monte Civetta e della Marmolada mentre si ripete la visione a nord del Passo Giau nonché delle Tofane e del Lagazuoi. Dalla vetta del Monte Verdal si rientra a ritroso passando per la Forcella Ciazza sino ad intercettare nuovamente la via normale al Cernera. Seguiamo il sentiero verso sinistra ricalcando a ritroso le orme del percorso di salita prestando la necessaria attenzione nel calare lungo le frazioni attrezzate con funi metalliche. L’intero percorso richiede ore 3,45 complessive.

Cenni sulla flora:

L’intera zona del Monte Cernera e del Passo Giau appare ricca di specie floreali grazie all’ambiente selvaggio ed appartato soprattutto se paragonato ai circostanti, famosi massicci dolomitici del cortinese. Non mancano diverse specie endemiche che necessitano di protezione assoluta. Elenchiamo le principali specie osservate in occasione della nostra salita avvenuta vero la metà del mese di agosto.

Piante endemiche:

1)      Sassifraga delle Dolomiti (Saxifraga squarrosa); endemica delle Alpi sud orientali appare molto simile, nell’aspetto, a Saxifraga caesia. La distinzione tra le due specie non è affatto semplice e non è d’aiuto l’osservazione dei fiori che in pratica sono quasi identici. Un elemento distintivo risiede nelle foglie, incurvate solo all’apice in S.squarrosa, curve e aperte su tutta la lunghezza in S.caesia.

2)      Primula nana (Primula minima), endemica delle Alpi Orientali è osservabile ad inizio percoso tra Passo Giau e Forcella di Zonia nonché nelle pendici prative del Cernera.

3)      Iberidella grassa (Thlaspi rotundifolium), endemica delle Alpi, è facilmente reperibile nei ghaioni mobili.

4)      Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum). Endemico di un ampio areale centrato essenzialmente sulle Alpi Orientali, è facilmente riconoscibile dal più comune Rododendro ferrugineo per l’evidente pelosità che ne riveste le foglie.

5)      Raponzolo di Sieber (Phyteuma sieberi). Endemismo delle Alpi Orientali presente tra le rocce sommitali del Cernera.

6)      Peverina dei ghiaioni (Cerastium uniflorum), endemica dell’intero arco alpino.

Altre specie osservate:

1)      Anemone di primavera (Pulsatilla vernalis); presente nel tratto iniziale tra Passo Giau e Forcella di Zonia.

2)      Sassifraga incrostata (Saxifraga crustata) caratterizzata da dense e coriacee rosette basali, è presente ad esempio in coincidenza del secondo tratto attrezzato.

3)      Napello (Aconitum napellus) tra Passo Giau e Forcella di Zonia.

4)      Genzianella peduncolata (Gentiana tenella); questa piccola genziana, poco appariscente per le sue limitate dimensioni, è in generale una pianta artico alpina assai rara, meritevole di rispetto e protezione.

5)      Camedrio alpino (Dryas octopetala)

6)      Rodiola rosea (Rodiola rosea). Utilizzata in campo farmaceutico per le sue caratteristiche, è presente presso Forcella di Zonia.

7)      Stella alpina (Leontopodium alpinum) osservabile ad esempio tra Forcella Ciazza e la cima del Verdal.

8)      Sassifraga setolosa (Saxifraga sedoides)

9) Sassifraga verde azzurro (Saxifraga caesia)

10)   Sassifraga rossa (Saxifraga oppositifolia)

11)   Papavero alpino retico (Papaver alpinum subsp.rhaeticum)

12)   Cariofillata montana (Geum montanum)

13)   Crepide dorata (Crepis aurea)

14)   Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

15)   Iberidella alpina (Hornungia alpina)

16)   Linaiola d’alpe (Linaria alpina)

17)   Nontiscordardime (Myosotis alpestris)

18)   Campanula barbata (Campanula barbata)

19)   Graminia di Parnasso (Parnassia palustris)

20)   Genziana punteggiata (Gentiana punctata) nei prati presso Passo Giau.

21)   Imperatoria vera (Peucedanum ostruthium) tra Forcella Zonia e Forcella Col Piombin.

22)   Silene rupestre (Atocion rupestre)

23)   Piede di gatto (Antennaria dioica)

24)   Spillone alpino (Armeria alpina)

25)   Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

26) Arnica (Arnica montana)

27)   Campanula di monte (Campanula scheuchzeri)

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