L’intera area dei monti Giovo e
Rondinaio è inclusa, a giusta ragione, nell’ambito del Parco Regionale
dell’Alto Appennino Modenese. La presenza di antichi circhi glaciali, la
ricchezza della flora e della fauna giustificano ampiamente
l’istituzione dell’area protetta. Elenchiamo di seguito alcune tra le
piante più rappresentative osservabili dall’attento escursionista.
Piante endemiche:
1) Vedovella delle Apuane (Globularia incanescens).
Endemica delle Alpi Apuane e della fascia di crinale dell’Appennino
Tosco Emiliano, è presente negli strati d’arenaria del Monte Giovo e
poco a monte del Lago Santo. Il nome scientifico della pianta ne ricorda
una particolare caratteristica: i capolini sferici, di un bel colore
azzurro, incanutiscono quando il fiore invecchia divenendo candidi.
2)
Aquilegia
alpina (Aquilegia alpina). Endemica delle Alpi
Occidentali e Centrali fino alla Lombardia, nonché dell’Appennino Tosco
Emiliano dove interessa la fascia culminale di cresta in ambienti
sassosi e battuti dal vento. Splendida appare la grande infiorescenza di
colore azzurro violetto.
3)
Linaria purpurea (Linaria purpurea).
Considerata da molti il simbolo della flora endemica italiana ha una areale
esteso all’intera penisola sino a raggiungere il suo limite settentrionale
proprio nell’Appennino Tosco Emiliano. Alcuni esemplari sono presenti nei prati
in prossimità del Lago Baccio.
Altre piante rare
nell’Appennino Settentrionale:
1)
Astro alpino
(Aster alpinus). Comune sull’arco alpino limita invece la sua
presenza, nell’Appennino Settentrionale, alla fascia culminale dal
parmense al bolognese. Le belle infiorescenze violette rallegrano le
roccette presso la cima del Giovo.
2) Sassifraga etrusca (Saxifraga aspera subsp.etrusca).
Sassifraga aspera, non rara sulle Alpi, è presente nella sottospecie
“etrusca” in poche stazioni dell’Appennino Settentrionale poste nel
Modenese e nel Reggiano. Caratteristiche sono le foglie che presentano
sui bordi numerose piccole spine. E’ osservabile nel tratto di sentiero
compreso tra la partenza e il Lago Baccio: a metà strada la faggeta è
interrotta da un canalone terroso che cala ripido a sinistra. In esso si
possono identificare alcuni esemplari della pianta in questione di
solito in fioritura ad inizio luglio. La piccola taglia la rende non
facilmente visibile agli escursionisti.
3)
Anemone
narcissino (Anemone narcissiflora) presente
nell’Appennino Settentrionale prevalentemente nei prati della fascia
culminale.
4)
Genziana
porporina (Gentiana purpurea); bellissima Genziana ad
alto fusto che in Emilia limita la sua presenza alla fascia di crinale
compresa tra il Monte Bocco nel parmense e il Corno alle Scale nel
bolognese come estremità orientale dell’areale. E’ osservabile, ad
esempio, lungo il sentiero 525 che sale al Giovo direttamente dal Lago
Santo.
5)
Semprevivo montano (Sempervivum montanum); altra
pianta comune sulle Alpi ma sporadica sul crinale tosco emiliano dove
presenta le sue stazioni nel tratto in cresta compreso tra Prato Spilla
nel parmense e il Corno alle Scale nel bolognese.
6)
Draba gialla
(Draba aizioides) dalle magnifiche e precoci infiorescenze
gialle.
7)
Viola palustre (Viola palustris).
Appartiene di diritto alla lista delle piante più rare osservabili nell’intera regione Emilia Romagna. Una bella
stazione è posizionata nell’area torbosa posta sul lato sudoccidentale del Lago Baccio.
8)
Trifoglio fibrino (Menyanthes
trifoliata). Come la precedente è pianta
tipica delle zone torbose o allagate. Molto rara in Emilia Romagna è presente
con alcuni esemplari lungo la sponda occidentale del Lago Baccio.
9) Sassifraga
rossa (Saxifraga oppositifolia
subsp.latina); è una
specie piuttosto comune nelle vicine Alpi Apuane ma molto rara
nell'Appennino Tosco Emiliano dove la sua presenza è limitata alla
fascia culminale del bolognese, modenese e reggiano.
Altre piante di montagna facilmente
osservabili:
1)
Anemone alpino (Pulsatilla alpina)
2)
Pepe di
monte (Daphne mezereum)
3)
Genziana
di Koch (Gentiana acaulis)
4)
Cariofillata montana (Geum montanum)
5)
Viola gialla
(Viola biflora)
6)
Carlina
segnatempo (Carlina acaulis)
7)
Mirtillo
(Vaccinium myrtillus)
8)
Giglio
martagone (Lilium martagon)
POSSIBILI ALTRE VIE DI SALITA AL MONTE GIOVO
1) DAL LAGO SANTO PER IL SENTIERO 525. E’ la via di salita più breve e diretta alla
cima. Un facile sentiero che concede splendide visioni dall’alto dei
laghi Santo e Baccio.
Dati tecnici:
Dal parcheggio presso il Lago Santo per il
sentiero 525: Difficoltà: E
(Vai
alla scala delle difficoltà). Dislivello complessivo: 531 m. Acqua:
solo alla partenza.
Descrizione del percorso:
Dal parcheggio (m
1460) una carrareccia guida in 10 minuti sulla
sponda meridionale del Lago Santo presso il Rifugio Alpino Vittoria
(m 1501). Da qui il segnavia 525 guida, prima tra i faggi, quindi
all’aperto fra pendii erbosi, verso il crinale a sud della cima.
L’ultimo tratto è particolarmente ripido, ma privo di qualsiasi
difficoltà e permette di dominare dall’alto la conca di Lago Baccio.
Raggiunto il crinale, lo seguiamo verso destra raggiungendo in breve la
cima (libro di vetta – ore 1,30 dalla partenza).

2) DAL LAGO SANTO PER IL PASSO DELLA BOCCAIA
Dati tecnici:
Dal parcheggio presso il Lago Santo (m
1460) per il Passo della Boccaia: Difficoltà: E
(Vai
alla scala delle difficoltà). Dislivello
complessivo: 531 m. Segnaletica: totale. Acqua: solo alla partenza.
Descrizione del percorso:
Prendiamo la
carrareccia che conduce in pochi minuti al lago; ne seguiamo la sponda
orientale transitando presso i rifugi
Marchetti e
Giovo. Godiamo degli
ultimi scorci sul bellissimo
Lago Santo quindi, col segnavia 529, penetriamo nel fitto della
faggeta.
Poco più in alto i faggi lasciano spazio ad ampie radure e a gruppi di
abeti. Con scarsi dislivelli raggiungiamo il Passo della Boccaia (m
1587), importante crocevia di numerosi sentieri. Seguiamo il
sentiero
di sinistra (segnavia 527) che esce dal bosco permettendo di osservare
nuovamente
il lago. Tra
pascoli e pietraie guadagniamo
immediatamente quota
innalzandoci spettacolarmente sulla verticale dello
specchio
d'acqua. Infine tra erba e
grandi macigni siamo in
cima
(libro di vetta – ore 2 dalla partenza).
Possibile variante:
Con un tracciato un po’ più lungo, è possibile dal Passo della Boccaia,
continuare a seguire il segnavia 529. Procediamo con scarsi dislivelli
tra verdeggianti spazi prativi sino alla conca dove è presente, tra i
massi, la sorgente del Fontanone (acqua potabile). Proseguiamo con un
tratto nell’intricata boscaglia di conifere sino a raggiungere il
crinale in coincidenza del Colle Bruciata (m 1700). Seguiamo ora, verso
sinistra, il sentiero di crinale (segnavia 00) caratterizzato da un
lungo e uniforme pendio (Colle della Traversata) che alterna tratti
erbosi ad altri sassosi sino a raggiungere direttamente la cima.

VISUALIZZA QUI SOTTO
LA PHOTOGALLERY DEL TREKKING
