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MONTE LASTE’ (m 1941) MONTE ALTISSIMO DI NAGO (m 2079) MONTE CAMPO (m 1666)
Il Monte Altissimo di Nago è una grande montagna in territorio trentino divisa dal resto della catena del Monte Baldo dalla marcata sella della Bocca di Navene. Sono numerose le possibili vie di salita alla portata degli escursionisti compresa la facile sterrata che ne guadagna la cima partendo dal Rifugio Graziani. Andiamo a narrarvi una possibile ascensione che vi permetterà di godere spettacolarmente della vista sul sottostante Lago di Garda. Si tratta infatti di rimontare il crinale denominato Lastè di Toghe che si sviluppa letteralmente a picco in direzione del lago andando a toccare la sommità poco frequentata del Monte Lastè. Si procede sino al Monte Altissimo di Nago per poi procedere con un bel percorso ad anello che porta alla scoperta della Malga Campo e dell’omonima sommità con ulteriori panorami verso la Valle dell’Adige. All’indiscutibile valore paesaggistico dell’escursione si aggiunge l’aspetto botanico per la presenza di alcune specie particolarmente rare alle quali faremo riferimento a seguito della descrizione del percorso. É una salita che consigliamo soprattutto in maggio e in giugno per godere del rigoglio della natura anche se naturalmente è possibile eseguirla sino a metà autunno senza il rischio di incontrare neve. L’escursione in breve: Bocca di Navene (m 1425) – Lastè di Tolghe – Monte Lastè (m 1941) – Busa Brodeghera (m 1990) – Rifugio Altissimo Damiano Chiesa (m 2059) – Monte Altissimo di Nago (m 2079) – sentiero n° 622 – Bocca Paltrane (m 1831) – Malga Campo (m 1635) – Monte Campo (m 1666) - Malga Campo (m 1635) - Bocca del Creer (m 1617) – Rifugio Graziani (m 1624) – Bocca di Navene (m 1425) Dati tecnici: Partenza dalla Bocca di Navene (m 1425): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Dislivello assoluto: m 654. Segnaletica: totale. Acqua sul percorso: assente Accesso: Utilizzando l’autostrada A22 del Brennero usciamo ad Ala – Avio raggiungendo in breve quest’ultimo abitato. In paese troviamo le indicazioni per San Valentino e Monte Baldo. Volgiamo pertanto in questa direzione seguendo la SP 208 per circa 11,5 km di salita. Al bivio a sinistra per Monte Dossioli, Madonna della Neve e Prà Alpesina volgiamo in questa direzione passando sulla SP 230. Proseguiamo per 6 km sino all’innesto con la SP 3 in prossimità della Malga Prà Alpesina. Procediamo verso destra con cartelli indicanti Brentonico. Percorriamo per gli ultimi 3 km circa sino a guadagnare la Bocca di Navene proprio al confine tra il Veneto e il Trentino. Sulla sinistra del piano stradale troviamo un bel rifugio e un piccolo parcheggio dove lasciare l’automobile con spettacolare colpo d’occhio sul sottostante Lago di Garda. Descrizione del percorso: Con partenza dalla Bocca di Navene (m 1425) procediamo a piedi lungo la provinciale in direzione di Brentonico. Dopo pochi minuti troviamo, sulla sinistra, il sentiero 651 con cartello indicante il Rifugio Altissimo Damiano Chiesa (m 1500). caratterizza la cresta (Lastè di Tolghe). Colpisce per altro il forte contrasto tra le rocce strapiombanti di colore chiaro e le acque di colore blu intenso del sottostante lago. Se la giornata è sufficientemente limpida cominciamo ad osservare, verso nordovest, i ghiacciai e le cime del gruppo Adamello – Presanella con particolare riferimento all’inconfondibile piramide del Carè Alto. Nelle rocce del Lastè di Tolghe si annida inoltre una rarità botanica: la Sassifraga del Monte Tombea. Vi rimandiamo agli appunti in coda alla descrizione per ulteriori indicazioni in merito. Il segnavia procede in lunga, regolare salita con pendenza costante e tracciato uniforme. Compare verso destra la marcata Bocca del Creer scorgendo la provinciale che tocca la sella. Più distanti si stagliano, all’orizzonte orientale, le creste delle Piccole Dolomiti Vicentine subito al di là della Lessinia. La lunga salita lungo la cresta porta infine a scorgere Ad una breve frazione nel fitto del bosco seguono le prime schiarite sulla sinistra con scorci vertiginosi sul sottostante Lago di Garda mentre alle spalle notiamo la parte principale del Baldo con in evidenza la Cima delle Pozzette. Nonostante l’alberatura, alcune cengette sulla sinistra permettono di portarsi proprio sul bordo del profondo salto rivolto verso occidente rendendo quanto mai interessante lo scorcio sul Benaco. In breve l’alberatura lascia definitivamente spazio alla prateria d’altitudine con il tracciato sempre ben scavato nel pascolo e aperto in direzione della sommità. Il tracciato resta scostato a destra rispetto al bordo del salto rivolto verso il Lago di Garda; non vi è quindi alcuna esposizione ed in ogni caso nulla vieta di lasciare per pochi metri il sentiero andando con prudenza ad affacciarsi verso il profondo baratro che la testata del Lago di Garda arrivando ad osservare il paese di Riva mentre a settentrione scorgiamo le Dolomiti di Brenta. Il sentiero comincia ad obliquare verso destra andando ad aggirare le pendici erbose del Monte Lastè. In breve traversiamo siamo a toccare la selletta che divide il Monte Altissimo di Nago dal Monte Lastè. Vale la pena di eseguire la breve digressione che permette di salire quest’ultima elevazione. Si tratta di pochi minuti volgendo dalla sella verso occidente e quindi in direzione del Lago di Garda lasciando alla nostra destra il segnavia 8 che cala al Doss dei Roveri. Non vi è alcun segnavia ma con buona visibilità non vi è difficoltà trattandosi di un innocuo cammino tra i prati e tra ciò che resta delle trincee e delle caverne che furono costruite all’epoca del primo conflitto mondiale. La zona era infatti il punto di contatto tra il Regno d’Italia e l’Impero Austro Ungarico e fu soggetto all’epoca ad aspri combattimenti. Per quanto possa risultare anonima, la vetta del Lastè (m 1941) offre un panorama di rara vastità. Il Lago di Garda è osservabile, nei giorni sereni, quasi per intero mentre alla sua sinistra, verso sud, si innalza la parte principale della Catena del Monte Baldo. In primo piano siamo sovrastati dal grande cupolone del Monte Altissimo di Nago che andremo a risalire nell’immediato proseguo. Rientriamo pertanto a ritroso sino alla selletta dove riprendiamo il segnavia 651. Il sentiero procede in salita trasformandosi in un’ampia mulattiera sostenuta da muretti artificiali. Tra panorami sempre più vasti tocchiamo la Busa Brodeghera (m 1990) dove andiamo a confluire nella sterrata che sale dal Rifugio Graziani. L’ultimo tratto sfrutta l’ampia gipponabile rimontando le pendici sommitali della montagna. In breve siamo al Rifugio Damiano Chiesa (m 2059 – ore 2 dalla partenza compresa la digressione al Monte Lastè) che invita ad una meritata sosta. La cima del Monte Altissimo di Nago è ormai prossima. Lasciamo il rifugio raggiungendola in qualche minuto di cammino camminando verso occidente sui prati di vetta sino a toccarne il culmine (m 2079). Ci affacciamo spettacolarmente sia sulle acque del Lago di Garda che verso settentrione osservando le montagne del Trentino meridionale con particolare riferimento alla Paganella, al Monte Bondone e al Monte Stivo. Il panorama è tra i più vasti e celebrati del circondario. Inevitabile una sosta per godere di una vista memorabile estesa verso settentrione alla catena alpina. Ritornando al Rifugio Damiano Chiesa possiamo apprezzare il paesaggio verso oriente osservando a distanza i Monti Lessini. Il nostro cammino procede ad anello calando a valle con il sentiero 622 ben indicato dai cartelli posti subito oltre il rifugio L’escursione cambia completamente volto. Se la salita ha sorpreso per gli impressionanti scorci sul Lago di Garda, la discesa avviene invece nel versante opposto e questa volta sono gli scorci sulla Val d’Adige ad assumere un ruolo di primo piano. Il sentiero cala ripido ma sempre facile e ben delineato lungo il fianco in gran parte erboso della montagna. Osserviamo sotto la nostra verticale l’altopiano ondulato e verdeggiante che accoglie Malga Campo mentre ancora una volta appare interessante il colpo d’occhio verso meridione in direzione della parte centrale del Monte Baldo. La spalla prativa percorsa dal sentiero si arresta in prossimità della Bocca Paltrane (m 1831 – ore 0,30 dalla vetta del Monte Altissimo – ore 2,30 complessive) dove troviamo una panca in legno per una sosta e il cartello che indica il proseguo per Malga Campo seguendo il cosiddetto “Sentiero dei cirmoli”. Proseguiamo alternando sezione prative con altre nella macchia di cirmoli come indicato dal nome del tracciato. Calando ulteriormente usciamo dalla frazione in parte boscata per obliquare verso sinistra nel grande prato in vista dell’evidente Malga Campo. La struttura (m 1635 – ore 0,30 da Bocca Paltrane – ore 3 complessive) sorge in un bellissimo terrazzo erboso dominato dalla poco accentuata sommità del Monte Campo che si eleva solo per una trentina di metri rispetto alla struttura. La digressione che conduce dalla malga alla vetta richiede solo una decina di minuti tra andata e ritorno ma è vivamente consigliata. La traccia nell’erba non richiede nessun particolare sforzo e si potrebbe pensare che aggiunga poco all’avventura. In realtà, dalla modesta cima si apre una vista grandiosa in direzione di Rovereto e della Val d’Adige che giustifica ampiamente la deviazione (m 1666 – ore 3,10 complessive). Rilevante appare anche la vista alle spalle in direzione della malga e soprattutto della mole possente del Monte Altissimo di Nago. Rientrati a ritroso alla Malga Campo seguendo le indicazioni passiamo sull’ampia forestale a fondo ghiaioso chiusa al traffico che traversa in prativa senza dislivelli articolandosi verso sudovest in direzione della Bocca del Creer. Tra prati e piccoli boschi di conifere si guadagna la sella (m 1617) in coincidenza della quale si confluisce nella provinciale che unisce San Valentino in Polsa alla Bocca di Navene. Presso la strada è presente il Rifugio Graziani (m 1624 – ore 0,40 da Malga Campo – ore 3,50 complessive), eccellente punto d’appoggio aperto nella stagione estiva. L’ultima frazione di cammino altro non fa che ricalcare la provinciale verso destra, calando senza alcuna difficoltà sino a riportarsi al parcheggio presso la Bocca di Navene (m 1425 – ore 4,15 complessive). Inutile dire che la frazione compresa tra la Bocca del Creer e la Bocca di Navene può essere evitata facendo l’autostop oppure usufruendo di due automobili da lasciare nelle due selle. Cenni sulla flora:
L’area del Monte Baldo è nota a livello europeo per la sua straordinaria biodiversità a livello botanico. Non sarebbe possibile elencare tutte le specie osservabili lungo questo percorso. Ci limitiamo alle più rilevanti osservate in occasione della nostra salita avvenuta alla fine del mese di maggio. Specie endemiche: 1) Sassifraga del Monte Tombea (Saxifraga tombeanensis). Si tratta con tutta probabilità della specie più rara tra quelle che abbiamo osservato lungo questo percorso; trae il suo nome dal Monte Tombea dove fu scoperta per la prima volta, montagna posta nelle Prealpi Bresciane e quindi sulle rupi calcaree ad occidente del Lago di Garda. É un endemismo piuttosto stretto della zona Corna Blacca – Tombea – Caplone – Alpi di Ledro. I pulvini segnalati sul Monte Baldo costituiscono una stazione disgiunta a cui si aggiunge un’ulteriore presenza sulle Alpi della Mendola, non lontano da Favogna. Predilige quasi sempre le inaccessibili rupi calcaree strapiombanti. É il caso dei pochi pulvini presenti sulle rupi del Lastè di Tolghe. Per osservarli occorre lasciare il sentiero portandosi sull’orlo dello strapiombo rivolto verso il Lago di Garda. La fioritura solitamente è piuttosto precoce (fine maggio). É assolutamente indispensabile non toccare ed alterare le poche piante presenti. Oltre ad essere una specie molto rara le prove eseguite dai botanici hanno dimostrato una scarsissima capacità riproduttiva la quale, unitamente ai cambiamenti climatici, sta mettendo a serio rischio la sopravvivenza di questa bellissima specie. 2) Bonarota comune (Paederota bonarota). Specie rupicola per eccellenza, è un endemismo delle Alpi Orientali che colonizza gli spacchi nelle rocce e le pareti calcaree verticali. Al pari della precedente è osservabile nelle rupi calcaree del Lastè di Tolghe. Altre specie osservate: 1) Peonia selvatica (Paeonia officinalis). É uno dei fiori più spettacolari osservabili per via dei grandi ed appariscenti fiori fucsia. 2) Vedovella celeste (Globularia cordifolia) 3) Asfodelo montano (Asphodelus albus) 4) Sassifraga verde azzurro (Saxifraga caesia) 5) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 6) Genziana di Koch (Gentiana acaulis) 7) Genzianella (Gentiana verna) 8) Giglio martagone (Lilium martagon) osservabile tra Malga Campo e Bocca del Creer. 9) Sferracavallo comune (Hippocrepis comosa) 10) Biscutella montanina (Biscutella leavigata) 11) Soldanella alpina (Soldanella alpina) 12) Ranuncolo alpestre (Ranunculus alpestris) 13) Erica carnea (Erica carnea) 14) Draba gialla (Draba aizoides) 15) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) 16) Orchidea maschia (Orchis mascula) 17) Orchidea delle zanzare (Gymnadenia conopsea) 18) Camedrio alpino (Dryas octopetala) 19) Genziana maggiore (Genziana lutea) in discesa da Bocca Paltrane alla Malga Campo. 20) Botton d’oro (Trollius europaeus) 21) Anemone alpino (Pulsatilla alpina) 22) Fragolina di bosco (Fragaria vesca) 23) Pepe di monte (Daphne mezereum) 24) Valeriana trifogliata (Valeriana tripteris) 25) Astro alpino (Aster alpinus) 26) Anemone del Monte Baldo (Anemone baldensis) 27) Dafne odorosa (Daphne cneorum) nei prati presso la vetta del Monte Altissimo di Nago. 28) Croco (Crocus vernus) 29) Carlina segnatempo (Carlina acaulis) 30) Primula maggiore (Primula elatior) 31) Nontiscordardimè (Myosotis alpestris) 32) Cariofillata montana (Geum montanum) 33) Fiordaliso di Trionfetti (Cyanus triumfettii) 34) Citiso irsuto (Chamaecytisus hirsutus) 35) Ginestra stellata (Genista radiata)
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