Muro (Ofenmauer)

MONTE MURO (OFENMAUER - m 2458)

Attraversato dal confine tra il Veneto e l’Alto Adige, il Monte Muro è una modesta elevazione la cui salita permette la scoperta di una zona carsica d’altipiano di particolare valore naturalistico. Occultato dalla vicina e grandiosa sagoma della Croda del Becco permette, rispetto a quest’ultima vetta, un’ascensione più breve e semplice con l’eccellente punto d’appoggio del Rifugio Biella come ulteriore elemento di sicurezza in caso di un improvviso cambiamento meteorologico. Un’escursione adatta al periodo estivo solitamente percorribile già da giugno in quanto la neve libera abbastanza presto l’altipiano sommitale.

L’escursione in breve:

Rifugio Ra Stua (m 1668) - Cianpo de Crosc (m 1758) - sent n°26 - Lago di Remeda Rosses (m 2120) - Lago Pizo (m 2146) - Lago Gran de Foses (m 2142) - Rifugio Biella (m 2327) - Ofenmauer (Monte Muro - m 2458)

Dati tecnici:

Partenza dal Rifugio Ra Stua (m 1668): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale tranne nel breve tratto sommitale tra il Rifugio Biella e la cima. Dislivello assoluto: m 790. Acqua sul percorso: una bella fonte a sinistra della mulattiera dopo una decina di minuti di cammino (tratto Ra Stua – Cianpo de Crosc).

Accesso alla partenza:

Si accede alla partenza da Cortina d’Ampezzo seguendo la statale n° 51 in direzione di Dobbiaco. Si supera Fiames e si scavalca il ponte sul Rio Felizon. In coincidenza di un pronunciato tornante si abbandona la statale che altrimenti salirebbe al Passo di Cimabanche. Scegliamo invece di risalire la stretta stradina asfaltata che si separa a sinistra risalendo l’angusto e profondo solco scavato dal Torrente Boite. Da notare, nel settore superiore, alcune belle rapide che precedono di poco l’arrivo al Rifugio Ra Stua. Il tratto percorribile in automobile ha termine in coincidenza del rifugio presso il quale è presente un ampio parcheggio. Da notare che da inizio luglio a fine agosto il tratto che si separa dalla statale salendo al Rifugio Ra Stua è proibito al transito per evitare ingorghi e pericolosi incroci nei tratti più stretti, è tuttavia presente un comodo servizio di pulmini con partenza da Fiames che garantisce la possibilità di salire e scendere al rifugio dalle 9 del mattino alle 18 con tempi d’attesa minimi.

Descrizione del percorso:

L’ambiente che si apre in coincidenza del Rifugio Ra Stua appare già notevole da un punto di vista panoramico. Alla salita in auto nello stretto ed angusto solco segue il bellissimo terrazzo prativo che accoglie la costruzione. E’ un angolo appartato che offre il meglio di sé a cavallo tra giugno e luglio quando i primi tepori e il silenzio, grazie al turismo ancora scarso, permettono un paesaggio particolarmente suggestivo ed incontaminato.

Il cammino si sviluppa oltre il rifugio su comoda mulattiera risalendo in debole pendenza l’ampia vallata. Manteniamo alla nostra sinistra il limpidissimo torrente Boite procedendo per lunghi tratti all’ombra di una rada boscaglia di conifere. Da notare, dopo pochi minuti di cammino, la presenza di una bella fonte d’acqua subito a destra dello stradello. Il percorso particolarmente dolce ed uniforme permette, senza troppa fatica, di guadagnare un buon passo. A meno di mezz’ora dalla partenza il bosco si dirada lasciando spazio ad un’ampia radura in parte acquitrinosa con piccola malga al margine nord-occidentale del piano. Siamo al Cianpo de Crosc (Campo Croce - m 1758), un luogo di particolare suggestione dove sono spesso presenti mandrie di mucche e cavalli al pascolo. Il paesaggio è di particolare imponenza: la vallata (Val Salata) appare sovrastata a destra da un lungo costone roccioso, tabulare sulla sua sommità. Le rocce nude contrastano con il verde intenso dei prati sottostanti a disegnare un magnifico ambiente dolomitico. Ignoriamo il bivio a sinistra per il Rifugio Fodara Vedla procedendo per un breve tratto lungo il piano erboso. Poco oltre abbandoniamo il proseguo lungo la Val Salata per passare a destra sul segnavia 26 con indicazioni per il Rifugio Biella. Ad un breve tratto pianeggiante aperto scavato nel prato segue una ripidissima salita dapprima nel bosco di conifere con splendido scorcio dall’alto sull’intera Val Salata. Da notare verso sudovest il profilo spoglio ma regolare del Sas dla Para (Lavinores) ad occultare parzialmente la vista delle più distanti Tofane. La salita prosegue ma diviene tuttavia meno erta, tra pino mugo e affioramenti rocciosi mentre di fronte a noi cominciamo a scorgere la sagoma dolomitica della Piccola Croda Rossa.  

Raggiunte le soprastanti ondulazioni carsiche la vegetazione si riduce ad un manto erboso irregolare continuamente interrotto dagli affioramenti detritici. Passiamo immediatamente a sinistra di una profonda conca occupata ad inizio stagione dal Lago Remeda Rosses (Lago di Remeda Rossa - m 2120), piccolo specchio sovrastato dall’omonima elevazione spesso asciutto o quasi ad estate avanzata. Volgiamo brevemente a sinistra cominciando a scorgere in lontananza, di fronte a noi, la struttura rocciosa della Croda del Becco. Guadagniamo un modesto culmine dal quale caliamo brevemente nella sottostante conca erbosa; osserviamo in essa due specchi d’acqua: il minuscolo Lago Pizo (Lago Piccolo - m 2146) sulla sinistra e, subito alla destra, il più grande Lago Gran de Foses (Lago di Fosses - m 2142). Il sentiero segnato bordeggia la sponda occidentale di quest’ultimo quindi intraprendiamo la facile salita sulle ondulazioni prative poste a nordest. Aggiriamo le appariscenti rocce della Remeda Rosses e del Roter Turm per poi volgere più a sinistra. In moderata pendenza passiamo tra detriti ed affioramenti calcarei in un settore dove un occhio attento potrà scorgere, soprattutto negli spacchi delle rocce, il raro ed endemico Sempervivum dolomiticum, al quale faremo riferimento nella sezione flora. In ultimo appare il Rifugio Biella sovrastato dalle immani pieghe rocciose che caratterizzano il versante meridionale della Croda di Becco. Raggiunta la struttura abbiamo un bel panorama d’insieme del vasto e in gran parte nudo altipiano detritico sommitale (m 2327 – ore 2,40 dalla partenza). Abbandoniamo a questo punto il tratto segnato per rimontare, a destra, le pendici sommitali del Monte Muro. Senza via obbligata risaliamo alternando affioramenti rocciosi a facili balze prative per accedere infine al punto più alto (m 2458 – ore 3 dalla partenza).

Il pianoro sommitale concede una vista in primo piano della prospiciente Croda del Becco; un occhio attento scorgerà il ripido sentiero a tornanti che ne rimonta il ripido spigolo ricadente verso il Rifugio Biella. Più in lontananza, verso ovest, osserviamo la slanciata sagoma del Monte Sella di Sennes mentre verso sudovest si estendono le ondulazioni carsiche del vasto altipiano sino alla cosiddetta Alpe di Sennes. In direzione sud siamo attratti dalla colorazione ruggine della Remeda Rossa e della Piccola Croda Rossa. A nordest possiamo infine cogliere le cime circostanti il Lago di Braies con, nello specifico, l’ardito profilo del Sasso del Signore. Il rientro avviene a ritroso con un impegno complessivo di circa 5,30 ore di cammino.

Cenni sulla flora:

L’intera escursione si sviluppa nell’ambito del Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, un’area d’elevato valore naturalistico caratterizzata da ambienti ancora intatti ricchi di fauna e flora. Sono numerosissime le piante che potrete osservare lungo il percorso ma una è particolarmente meritevole di citazione per la sua rarità. Si tratta del Semprevivo delle Dolomiti (Sempervivum dolomiticum), entità endemica con areale frammentato che interessa poche aree ristrette del Trentino Alto Adige e del Veneto. L’altopiano di Sennes con particolare riferimento all’area compresa tra il Lago di Fosses e il Rifugio Biella è il principale areale della pianta in questione ed è quindi il luogo giusto per cercarne ed osservarne le meravigliose infiorescenze. Impossibile la confusione con altre piante del genere Sempervivum in quanto non presenti sull’intero altopiano. Sempervivum dolomiticum è inoltre inconfondibile per via dell’intensa colorazione rossastra che ne caratterizza non solo i fiori ma anche lo stelo floreale. La difficoltà risiede piuttosto nel trovarne alcuni esemplari fioriti azzeccando il periodo giusto (di solito tra la seconda metà di luglio e la prima settimana di agosto). Da notare come il numero di piante che fioriscono è assai limitato rispetto al numero complessivo di piante presenti. A prescindere dalla presenza o meno della fioritura, la ricerca del Semprevivo delle Dolomiti non sarà comunque troppo impegnativa: sono parecchi gli esemplari rilevabili uscendo per pochi metri dal sentiero segnato n° 26 nel tratto che precede l’arrivo al Rifugio Biella. Osservate con attenzione tra i detriti e negli spacchi delle rocce: non tarderete ad identificare diverse rosette basali. L’estrema rarità della pianta dovrebbe spingervi a prestare grande attenzione non calpestando nessun esemplare ed evitando ovviamente di raccogliere le rare infiorescenze.

Segue una lista parziale delle altre entità osservabili lungo il percorso descritto.

1)       Potentilla lucida (Potentilla nitida). Caratteristica nel suo portamento strisciante, offre una fioritura tra le più spettacolari delle Dolomiti. Sono numerosi gli esemplari osservabili nelle rocce presso la sommità.

2)       Sassifraga incrostata (Saxifraga crustata) caratterizzata da dense e coriacee rosette basali, è presente in abbondanza nel settore sommitale e nei dintorni del Rifugio Biella.

3)       Sassifraga delle Dolomiti (Saxifraga squarrosa); endemismo delle Alpi sudorientali con areale esteso in Italia dalla Lombardia al Friuli.

4)       Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum). Ad inizio luglio la fioritura regala una magnifica visione grazie alle migliaia di fiori color porpora che si schiudono al sole.

5)  Cinquefoglia delle paludi (Potentilla palustris). Sebbene presente in diverse regioni è una pianta nel complesso molto rara. inutile dire che si tratta di una specie delle zone acquitrinose o paludose. E' segnalata sulle sponde del Lago Gran de Foses.

6)  Crepide dorata (Crepis aurea) in grande quantità, tra Ra Stua e Cianpo de Crosc.

7)       Orchidea sanguigna (Dactylorhiza incarnata subsp. cruenta) lungo il torrente Boite a breve distanza da Cianpo de Crosc.

8)       Listera maggiore (Listera ovata) nel sottobosco di conifere tra Ra Stua e Cianpo de Crosc.

9)  Orchide macchiata (Dactylorhiza maculata)

10)   Genziana nivale (Gentiana nivalis) nei dintorni di Ra Stua.

11)   Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) negli affioramenti rocciosi presso Ra Stua.

12)   Tajola comune (Tofieldia calyculata) nella zona acquitrinosa in coincidenza di Cianpo de Crosc.

13)   Ormino dei Pirenei (Horminum pyrenaicum) nel sottobosco di conifere tra Ra Stua e Cianpo de Crosc.

14)   Vedovella celeste (Globularia cordifolia) presso Ra Stua.

15)   Cariofillata dei rivi (Geum rivale)

16)   Trifoglio bruno (Trifolium badium), nei prati presso Ra Stua.

17)   Campanula dei ghiaioni (Campanula cochleariifolia)

18)   Campanula di monte (Campanula scheuchzeri)

19)   Silene delle fonti (Silene pusilla)

20)   Garofano selvatico (Dianthus sylvestris)

21)   Poligono viviparo (Polygonum viviparum)

22)   Carlina segnatempo (Carlina acaulis)

23)   Luparia (Aconitum lycoctonum)

24)   Napello (Aconitum napellus)

25)   Camedrio (Dryas octopetala)

26)   Elleborina crestata (Epipactis atrorubens)

27)   Pepe di montagna (Daphne mezereum)

28)   Stella alpina (Leontopodium alpinum)

29)   Erigero unifloro (Erigeron uniflorus)

30)   Graminia di Parnasso (Parnassia palustris)

31) Prunella delle Alpi (Prunella grandiflora)

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