Punta Bianca - Cima Gallina

PUNTA BIANCA (WEIßSPITZE - m 2714)

CIMA GALLINA (HÜHNERSPIEL / AMTHORSPITZE – m 2748)

Poche cime nelle Alpi di Breonie di Levante permettono un’ascensione che si possa eseguire in giornata senza dislivelli eccessivi. Si tratta infatti di una catena montuosa poco frequentata, in un’area dell’Alto Adige assai trascurata da alpinisti ed escursionisti sia per l’assenza di grandi cime e ghiacciai che per la mancanza di punti d’appoggio in quota raggiungibili comodamente. Un’interessante eccezione è data tuttavia dalla Punta Bianca e dalla Cima Gallina che risultano tutto sommato abbordabili grazie alla possibilità di salire in auto sino alla Prantner Alm. Inutile dire che il toponimo “Punta Bianca” deriva dalle rocce di colore chiaro che caratterizzano la sommità. La cima è ben visibile sin dal paese di Vipiteno al pari della prospiciente Cima Gallina, inconfondibile per i ripetitori presenti purtroppo in prossimità del punto più alto. In passato una seggiovia oggi dismessa permetteva di guadagnarne ingloriosamente il culmine. Oggi la salita resta all’altezza d’ogni buon escursionista con le uniche difficoltà concentrate nel tratto compreso tra le due cime dove si incontrano attrezzature e brevi tratti esposti. Chi non vuole affrontare alcun problema potrà limitarsi alla sola via normale alla Punta Bianca godendo ugualmente di un panorama indimenticabile. Da rilevare l’interesse botanico dell’intero settore con la possibilità d’osservare una flora alpina rara e da proteggere; rimandiamo in merito al paragrafo che segue la descrizione di salita. Un'ultima nota ha relazione con il clima della zona. Siamo molto vicini al Passo del Brennero e quindi al crinale principale delle Alpi. In estate il tempo è spesso instabile con nebbie e forti temporali pomeridiani che richiedono un’attenta pianificazione della salita consultando il meteo regionale per scegliere i giorni più stabili.

L’escursione in breve:

Prantner Alm (m 1818) – Malga Novale (Riedbergalm - m 1925) - Punta Bianca (Weißspitze - m 2714) - sella senza toponimo (m 2623) - Cima Gallina (Hühnerspiel / Amthorspitze - m 2748) - Hühnerspielalm - Rifugio Gallina (Hühnerspielhütte – m 1868) - Platzalm (m 1899) – Malga Novale (Riedbergalm - m 1925) - Prantner Alm (m 1818)

Dati tecnici:

Partenza dalla Prantner Alm (m 1818): Difficoltà: EE (In prevalenza E; T la frazione compresa tra la partenza e Malga Novale nonché, nel ritorno, il tratto compreso tra il Rifugio Gallina e la Prantner Alm. Breve tratto EE presso la cima di Punta Bianca e nel tratto compreso tra la sella senza nome e Cima Gallina con attrezzature e un passaggio molto esposto prima della scala di ferro).(Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 930. Dislivello realmente coperto: 1078 m. Acqua sul percorso: dopo 15 minuti di cammino prima della Riedbergalm.

Accesso alla partenza:

Usando l’autostrada A22 l’uscita più comoda è quella di Vipiteno. Partendo da Vipiteno si sale in direzione di Smudres (Schmulders). Il bivio per la frazione si trova sulla SS12. In alternativa si può salire con la statale 508 della Val di Vizze abbandonandola poco prima della frazione di Prati. In questo caso si volge a sinistra raggiungendo dapprima Flaines (Flains) quindi Smudres (Schmulders). Dal paese di Smudres la strada prosegue ripida transitando presso il maso Braunhof (Malga Branda), gestito nella bella stagione. Restano ancora 4 km di strada forestale che nell’ultimo tratto diviene a fondo naturale ma sempre ben percorribile in automobile sino ad accedere alla Malga Prantner (m 1818), presso la quale abbandoniamo l’automobile.

Descrizione del percorso:

Lasciamo la Malga Prantner alla nostra sinistra proseguendo a piedi lungo la continuazione della forestale. Il paesaggio è già notevole estendendosi alla Val d’Isarco e alle montagne circostanti. Seguiamo il comodo tracciato della sterrata passando, dopo circa 15 minuti di cammino, presso una fonte. In debole salita raggiungiamo il bivio segnalato dai cartelli presso la Malga Novale (Riedbergalm - m 1925), punto di appoggio aperto nella stagione estiva. Abbandoniamo pertanto la forestale passando a destra sul sentiero n°3 inizialmente a fianco di una bella abetaia. Subito oltre l’alberatura lascia spazio ad un lunghissimo pendio prativo con già visibile, ancora relativamente distante, la piramide quasi perfetta della Punta Bianca. Più a sinistra notiamo i ripetitori posti in vetta alla Cima Gallina. Ancora più bella è la vista, alle spalle, verso le Alpi Breonie di Ponente con in evidenza il rilievo dall’aspetto quasi dolomitico del Tribulaun a dominare la profonda Val di Fleres (Pflerschtal).

La salita è lunga ed uniforme con il sentiero che si articola nel pascolo senza comunque problemi d’orientamento grazie ad un’eccellente segnaletica e a numerosi ometti e paletti in legno che guidano nella vastità della distesa prativa. Il percorso si mantiene in salita costante mai troppo ripida con la vista che si amplia ulteriormente osservando nel fondo valle Vipiteno e l’imbocco della Val Ridanna (Ridnauntal). Lentamente proseguiamo nell’ascesa con il riferimento della piramide di vetta in direzione della quale punta il sentiero scavato nel manto erboso. Ad interrompere la continuità della salita accostiamo un curioso sperone dove affiorano lastre calcaree. Subito alla nostra sinistra precipita un impressionante salto roccioso a contrastare con i verdeggianti prati risaliti dal sentiero. Appare ben visibile il profondo vallone scavato dal torrente che divide la Punta Bianca dalla Cima Gallina. L’ascesa prosegue con il tracciato che resta a distanza di sicurezza dallo strapiombo proseguendo nel rimontare il lungo pendio. Poco oltre siamo ad un bivio ben indicato dai cartelli: a sinistra si separa un sentiero che conduce direttamente alla Cima Gallina evitando la salita alla Punta Bianca (cartello indicante “Amthorspitze”), consigliamo tuttavia di mantenere la destra. A nostro avviso l’ascensione alla Punta Bianca è irrinunciabile per bellezza dell’ambiente.

Complice la quota il manto prativo comincia a cedere il passo ai macereti detritici d’altitudine. Rocce e ghiaie prendono progressivamente il sopravvento sugli ultimi lembi di vegetazione con la piramide sommitale ormai vicina. Con una sequenza di tornantini saliamo ripidamente mentre non fatichiamo nel capire le ragioni della denominazione “Punta Bianca”, notiamo infatti, attorno a noi, affioramenti rocciosi di colore chiaro piuttosto inusuali per la zona. L’ultima frazione è la più difficoltosa: il cocuzzolo sommitale è un ammasso caotico di pietre in precario equilibrio con il segnavia che in ogni caso evita le frazioni più instabili. In breve guadagniamo il bellissimo pulpito presso la cima dove gran parte degli escursionisti si fermano a termine della fatica. Il paesaggio, nei giorni tersi, è di grandiosa vastità. All’orizzonte meridione sfilano le principali vette delle Dolomiti con ben visibile la Marmolada e il suo ghiacciaio. Verso oriente scorgiamo il Gran Pilastro, massima cima delle vicine Alpi Aurine. L’orizzonte settentrionale è ostacolato dalla prospiciente Cima Gallina e dall’affilato rilievo della Cima Rolle. Verso occidente si ripete la vista sulle cime e sui ghiacciai delle Alpi Breonie di Ponente oltre a dominare la Val di Fleres e la piana che accoglie Vipiteno. L’escursione prosegue oltre il pulpito panoramico rimontando le rocce calcaree che permettono, in un paio di minuti, l’accesso alla vetta vera e propria (m 2714 – ore 3 dalla partenza). L’arrivo sul punto più alto permette al paesaggio di aprirsi verso nordest in una magnifica visione dell’intera Valle di Vizze i cui prati verdissimi contrastano con le grandiose cime che la racchiudono.

Proseguiamo oltre la vetta calando lungo un crinale di massi instabili dove non esitiamo ad usare le mani per mantenere l’equilibrio. E’ una frazione impegnativa per i meno esperti con difficoltà che tuttavia non varca mai il primo grado. Il crinale è a tratti un po’ aereo ma non così esposto da risultare impraticabile per un escursionista esperto. I segnavia guidano tra le articolate rocce di colore chiaro quindi caliamo, con minore difficoltà, in direzione della sottostante sella divisoria tra la Punta Bianca e Cima Gallina. In uno scenario grandioso, aperto verso la Val di Vizze, caliamo lungo il pendio con le rocce che lasciano spazio ad un innocuo sentiero tra lembi erbosi e macereti d’altitudine. Di fronte a noi il paesaggio è ora dominato dalla Cima Gallina e soprattutto dalla più alta Cima Rolle che appare immediatamente alla sua destra. Il colpo d’occhio alle spalle permette, ancora una volta, di osservare le rocce sommitali appena discese che caratterizzano la Punta Bianca. Il sentierino appare scavato nel manto prativo restando appena a sinistra del sottile crinale ed in breve siamo alla selletta divisoria (m 2623) presso la quale troviamo un bivio ancora una volta ben segnalato dai cartelli. Chi desidera sospendere l’escursione può calare a sinistra con il facile sentiero che rientra alla Malga Novale aggirando il fianco settentrionale della Punta Bianca per poi riprendere a ritroso la via usata in salita. Chi invece vuole salire alla Cima Gallina mantiene il percorso di crinale ignorando la biforcazione. Nel proseguo si affronta la frazione più impegnativa della nostra avventura.

Dapprima rimontiamo, su facile sentiero, il pendio con scorci impressionanti sul baratro che si apre a destra nonché sul solco vallivo che precipita in direzione della Val d’Isarco. Nel proseguo il crinale diviene impraticabile e il sentiero si scosta alla sua sinistra affrontando una frazione su cengia che si articola tra stratificazioni rocciose. Funi metalliche fisse assicurano i passaggi esposti quindi si prosegue pressoché in piano muovendo in direzione di uno stretto ed angusto spacco nell’ambito del quale osserviamo una lunga scala metallica. In ambiente grandioso raggiungiamo lo stretto solco. Per superarlo occorre calare per alcuni metri in un pendio così ripido da risultare esposto. E’ questo il passaggio più impegnativo dell’intera escursione e presuppone piede fermo, molta cautela oltre a condizioni di tempo asciutto. Sono pochi passi impegnativi quindi si afferra il fondo della scala metallica appoggiata alla parete che delimita il solco. Rimontiamo la scala quindi traversiamo su una passerella artificiale con ringhiera scavalcando l’ultimo breve tratto in parete. Da rilevare la vista a ritroso osservando l’ardito sentiero appena percorso. Ogni difficoltà ha termine con la passerella metallica che immette in un innocuo sentierino in debole salita tra i prati d’altitudine. In breve guadagniamo il crinale che Cima Gallina rivolge verso occidente. A sinistra notiamo gli antiestetici ripetitori in direzione dei quali perderemo quota per rientrare alla partenza. Eseguiamo tuttavia la breve digressione che conduce sulla sommità di Cima Gallina.

Volgiamo a destra, sul pendio detritico, quindi aggiriamo una spalla su percorso ampio e privo di difficoltà guadagnando infine le rocce sommitali (m 2748 – ore 0,40 dalla Punta Bianca – ore 3,40 dalla partenza - punto più alto dell’escursione). D’assoluto rilievo lo scorcio in direzione della prospiciente Cima Rolle che appare come una piramide quasi perfetta con la cresta che da questa angolazione appare assai elegante ed affilata. Si apre inoltre un magnifico scorcio in direzione dell’Austria sino a scorgere le montagne che fanno da quinte alla città di Innsbruck. Impressionante è inoltre lo strapiombo che precipita sul versante settentrionale della vetta.

Torniamo a ritroso, a termine della digressione, scendendo sull’ampio pendio prativo che caratterizza il fianco occidentale della Cima Gallina. Con panorama aperto su entrambi i versanti, a sinistra verso la Punta Bianca e a destra verso l’Austria, raggiungiamo e superiamo le deturpanti antenne radio e i ripetitori. Proseguiamo con scarsa segnaletica ma senza difficoltà d’orientamento divallando su sentiero ad ampi tornanti lungo il pendio. Al pari della salita alla Punta Bianca anche la discesa dalla Cima Gallina appare estremamente uniforme rendendo superflua una descrizione particolareggiata della frazione. Solo in un tratto la lunga discesa nei prati accosta il salto rivolto a settentrione con ulteriore scorcio vero le alpi estere. Inferiormente il sentiero diviene un’ampia mulattiera con paesaggio aperto verso Vipiteno e la Val di Fleres con i ghiacciai alla sua testata. In moderata pendenza il percorso transita tra alcune protezioni paravalanghe quindi cominciano ad apparire i primi alberi di larice. Alla nostra sinistra compare il lungo vallone che ci separa dalla Punta Bianca, quest’ultima ben visibile con le sue inconfondibili rocce sommitali di colore bianco. La discesa, lunga ma priva di qualsiasi difficoltà, conduce infine nel bosco rado di conifere. La discesa ha termine nel pianetto dove troviamo il Rifugio Gallina (Hühnerspielhütte – m 1868 – ore 1,40 dalla Cima Gallina – ore 5,20 dalla partenza), aperto nel periodo estivo.

Subito al di sotto del rifugio troviamo la carrareccia chiusa al traffico che proviene dalla Prantner Alm. La seguiamo verso sinistra su percorso ora quasi in piano alternando frazioni prative con altre in bosco rado. Passiamo in prossimità della Platzalm (m 1899), alle spalle della quale osserviamo un magnifico alpeggio. Da notare ancora una volta lo scorcio verso l’inconfondibile Punta Bianca. La mulattiera riprende debolmente quota sino a riportarsi alla Malga Novale (Riedbergalm - m 1925 – ore 0,20 dal Rifugio Gallina – ore 5,40 complessive) dove chiudiamo il nostro percorso ad anello. L’ultima frazione di sentiero è comune all’andata. Ripercorriamo a ritroso la strada forestale sino a rientrare alla Prantner Alm a termine della nostra avventura (m 1818 – ore 6 complessive).

Variante per evitare la frazione esposta tra la Punta Bianca e Cima Gallina.

Chi teme l’esposizione del tratto compreso tra le due cime può limitarsi alla sola ascensione alla Punta Bianca. Calati alla sella divisoria tra le due elevazioni si trova la deviazione segnalata dai cartelli che permette di scendere verso valle. Il sentiero, facile e ben segnato, aggira in moderata discesa il versante settentrionale della Punta Bianca attraversando prati magri e macereti d’altitudine con bel panorama, alla nostra destra, sulla Cima Gallina. Senza alcuna difficoltà andiamo a confluire nel tracciato sfruttato per salire alla Punta Bianca (cartelli). Lo seguiamo a ritroso rientrando alla Malga Novale quindi alla Prantner Alm per un totale di circa 4,45 ore complessive di cammino.

Cenni sulla flora:

Il relativo isolamento della zona, in generale poco conosciuta ai turisti attratti dalle cime più famose, ha protetto una flora davvero notevole, ricca di specie rare osservabili con facilità seguendo il percorso descritto. Segue una selezione delle principali fioriture osservate in occasione della nostra salita, avvenuta alla metà del mese di agosto.

1)     Lomatogonio della Carinzia (Gentianella carinthiaca), la cui presenza in Italia è limitata a poche stazioni concentrare per lo più nelle Alpi Carniche e in Alto Adige, soprattutto in area dolomitica. La sua fioritura è osservabile tra metà e fine estate. Lungo il percorso descritto sono osservabili numerosi esemplari nella frazione compresa tra Malga Novale e la Punta Bianca.

2)     Genziana a dieci punte (Gentiana prostrata), presente in Italia in pochissime stazioni d’altitudine nelle Alpi Orientali. Sorprende trovarla subito a lato del sentiero compreso tra Malga Novale e la Punta Bianca. Gli esemplari sono numerosi ma la difficoltà sta nello scorgere la specie in quanto il fiore è davvero piccolissimo. La corolla è estremamente sensibile alla luce solare aprendosi o chiudendosi rapidamente a seconda della sua presenza.

3)     Genzianella peduncolata (Gentiana tenella); questa piccola genziana, poco appariscente per le sue limitate dimensioni, è in generale una pianta artico alpina assai rara, meritevole di rispetto e protezione.

4)     Sassifraga nordalpina (Saxifraga aphylla). E’ un endemismo del lato settentrionale delle Alpi che interessa molto raramente il versante italiano. Sono presenti alcuni pulvini nei macereti calcarei del settore sommitale della Punta Bianca, a brevissima distanza dalla vetta. La fioritura è relativamente tardiva prolungandosi al mese di agosto.

5)     Primula vischiosa (Primula glutinosa); bellissimo endemismo del nordest dai fiori violetti. Colonizza i macereti d’altitudine e le rupi.

6)     Primula nana (Primula minima); magnifico endemismo delle Alpi Orientali dai petali rosati con fioritura ritardata al mese di agosto.

7)     Sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia)

8)     Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides)

9)     Sassifraga solcata (Saxifraga exarata)

10)  Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

11)  Sassifraga verde azzurro (Saxifraga caesia)

12)  Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

13)  Papavero alpino retico (Papaver alpinum subsp.rhaeticum)

14)  Stella alpina (Leontopodium alpinum) nei prati tra Malga Novale e la Punta Bianca.

15)  Genziana nivale (Gentiana nivalis)

16)  Camedrio alpino (Dryas octopetala)

17)  Iberidella alpina (Hornungia alpina)

18)  Linaiola d’alpe (Linaria alpina)

19)  Astro alpino (Aster alpinus)

20)  Piede di gatto (Antennaria dioica)

21)  Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

22)  Campanula di monte (Campanula scheuchzeri)

23)  Campanula barbata (Campanula barbata)

24)  Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

25)  Cariofillata montana (Geum montanum)

26)  Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina)

27)  Nigritella comune (Nigritella nigra)

28)  Azalea alpina (Loiseleuria procumbens)

29)  Gipsofila strisciante (Gypsophila repens)

30)  Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

31)  Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis)

32)  Ranuncolo alpestre (Ranunculus alpestris)

33)  Poligono viviparo (Polygonum viviparum)

34)  Graminia di Parnasso (Parnassia palustris)

35)  Brugo (Calluna vulgaris)

36)  Salice erbaceo (Salix herbacea)

37)  Verga d’oro (Solidago virgaurea)

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