Serles

SERLES (m 2717)

Tra le più famose cime delle Stubaier Alpen dev'essere senz’altro ricordato il Serles, sia per la relativa facilità d’accesso che per il grandioso panorama di vetta. Il percorso di salita è infatti segnato sino al punto più alto rendendo l’escursione molto amata dagli escursionisti locali. E’ in ogni caso necessario rammentare la presenza di un breve tratto attrezzato con infissi metallici oltre ad alcuni passaggi un po’ esposti su fondo ghiaioso instabile, di conseguenza si consiglia l’ascensione ad escursionisti di media esperienza rimarcando comunque che non si incontrano in alcun modo passaggi in arrampicata. L’esposizione della via di salita è piuttosto favorevole in quanto dalla partenza al Serlesjochl si risale il versante meridionale della montagna dopodiché si procede lungo l’ampia cresta occidentale. Ad ogni modo il periodo migliore per l’escursione coincide ovviamente con la breve estate alpina (luglio - settembre) avendo l’accortezza d’evitare le giornate più calde.

L’escursione in breve:

Maria Waldrast (m 1638) - sentiero 121 – Serlesjöchl (m 2384) – Serles (m 2717)

Dati tecnici:

Partenza da Maria Waldrast (m 1638): Difficoltà: EEA (E sino al Serlesjochl, quindi EEA per la presenza di una breve frazione ben attrezzata con funi metalliche fisse e una scaletta; non si tratta di una vera e propria ferrata; se qualcuno dovesse intimorirsi è sempre possibile utilizzare un’imbragatura con moschettoni e cordino) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 1079. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

L’itinerario che andiamo a descrivervi si sviluppa, sebbene per pochi km, interamente in territorio austriaco. Di conseguenza occorre valicare il Passo del Brennero scendendo in direzione di Innsbruck sino a raggiungere il bellissimo paesino di Matrei am Brenner. Possiamo scendere al paese sia con l’autostrada Brennero – Innsbruck (a pagamento) che utilizzando la comoda statale che si sviluppa in pratica parallela all’autostrada. Raggiunta Matrei am Brenner abbandoniamo la statale per Innsbruck risalendo su stretta stradina a tornanti verso l’imponente santuario Maria Waldrast. Per gli ultimi km di salita è richiesto il pagamento di un pedaggio. Siamo infine presso l’ampio parcheggio posto a breve distanza dal grande monastero del 1400. Ha qui termine il tratto transitabile in automobile.

Descrizione del percorso:

Sin dalla partenza l’itinerario promette una magnifica avventura. I verdissimi prati circostanti Maria Waldrast contrastano con l’imponente sagoma rocciosa del Serles. Osservandola molti si domanderanno con curiosità dove possa svilupparsi la via di salita. In realtà dovremo effettuare un lungo traverso per rimontarne le pendici da occidente e quindi nel lato opposto della montagna.

Il sentiero ha comunque inizio proprio in coincidenza del santuario seguendo i cartelli indicanti la salita nel bosco di conifere. Ad un breve pendio boscoso molto ripido segue un lungo, interminabile traverso verso sudovest. Il tracciato procede in pratica senza dislivello serpeggiando nell’intricata selva formata dal pino mugo. Si tratta di una frazione assolata e molto calda da evitarsi nelle più torride giornate estive. Essendo il pino mugo un arbusto non troppo alto possiamo osservare senza ostacoli il panorama circostante, tuttavia è un tratto stancante per la sua uniformità, interrotto solo in un paio di casi da due ripidi canaloni franosi nel quale il percorso deve essere molto spesso risistemato a seguito delle frane e delle valanghe invernali. Il sentiero un po’ alla volta aggira il Serles portandosi sul versante meridionale della montagna. Con moderazione si comincia a guadagnare quota con la fitta mugheta che finalmente si dirada sostituita da ampi spazi prativi. Un rapido colpo d’occhio verso sudest permette di scorgere, all’orizzonte, i ghiacciai delle Zillertaler Alpen. Il percorso, con pendenza crescente, si incunea nel marcato valloncello dominato al suo culmine dalla sella Serlesjöchl. Siamo ora tra pascoli d’altitudine e sulla sinistra l’ambiente è caratterizzato da vasti ed instabili ghiaioni. Il tracciato resta molto semplice nonostante la salita ora ripida grazie ad un fondo ben battuto e privo di sconnessioni. Il valloncello diviene più stretto mentre ci avviciniamo progressivamente al già visibile Serlesjöchl. L’altitudine determina la progressiva scomparsa del manto prativo: attraversiamo una grande pietraia quindi il segnavia si sposta sul versante sinistro del solco (destra orografica). Passiamo alla base di una scoscesa rupe rocciosa quindi affrontiamo in marcata pendenza l’ultimo pendio prima del valico. Dapprima su ghiaie quindi tra gli ultimi lembi erbosi guadagniamo infine il Serlesjöchl (m 2384 – ore 2 dalla partenza), marcata forcella che divide il Serles ad oriente dalla Rote Wand ad occidente. Uno strapiombante paretone roccioso domina la forcella; colpisce l’aspetto sinistro ed ombroso della rupe che precipita verso settentrione con il sole che non arriva quasi mai ad illuminarne la base. In lontananza spiccano le pendici quasi “dolomitiche” del Kalkkögel mentre verso ovest scorgiamo i ghiacciai delle Stubaier Alpen.

Passiamo ora ad affrontare il tratto sommitale della nostra salita: il sentiero volge, dapprima facile ed ampio, verso oriente guadagnando in pochi minuti un salto di roccia chiara che scavalcato permette l’accesso al settore superiore della montagna. Si tratta di uno sbalzo che risulterebbe insuperabile per il normale escursionista ma provvidenzialmente è stata allestita una breve ferrata che annulla di fatto tutte le difficoltà alpinistiche. Dapprima una breve scaletta verticale scavalca un roccione strapiombante quindi una serie di funi metalliche fisse e di pioli guidano in diagonale verso destra permettendo di superare in sicurezza una fascia di roccette esposte comunque ben articolate e ricche di appoggi. La difficoltà è relativa: nessun problema per l’escursionista abituato al superamento di brevi frazioni attrezzate. Eventualmente potranno essere assicurati con corda ed imbragatura i più piccoli o i meno esperti ferma restando la necessità di non soffrire di vertigini avendo piede fermo. Al di sopra si procede su sentierino tra ghiaie e detriti con il panorama sempre più vasto ed avvincente con particolare riferimento ai ghiacciai posti lungo il crinale principale delle Alpi. Suggestivo lo scorcio sul sottostante Serlesjöchl dominato dalla rupe verticale alla quale abbiamo fatto riferimento in precedenza che appare “ridimensionata” grazie alla quota ora raggiunta. Il sentiero prosegue in faticosa salita: abbiamo superato l’unico tratto impegnativo dell’ascensione tuttavia resta necessaria una certa attenzione per via del pendio instabile e del minaccioso salto rivolto verso nord. Con piede fermo accediamo agli instabili canali franosi sommitali riscontrando con piacere come l’esposizione vada rapidamente calando grazie al crinale che diviene ampio e rassicurante. Aggiriamo a destra alcune roccette di cresta più impegnative restando, in diagonale ascendente, su ghiaione e detrito instabile. Cominciamo ad intravedere la lontana conca che accoglie la città di Innsbruck. Possiamo ora osservare la cima: per raggiungerla resta un breve tratto su facili roccette che non devono impensierire accedendo infine al punto più alto (m 2717 – ore 3 dalla partenza – libro di vetta).

Il panorama di vetta è giustamente celebrato. La quota non è così alta se rapportata alle grandiose cime ghiacciate del vicino crinale di confine tra Austria e Italia; tuttavia il Serles gode di una posizione piuttosto isolata permettendo un’immensa vista a 360° pienamente all’altezza delle attese. Dominiamo gran parte della verde vallata che dal Passo del Brennero cala sino alla città di Innsbruck, capoluogo del Tirolo settentrionale mentre più ad oriente osserviamo i ghiacciai delle Zillertaler Alpen. Ancora più grandiose appaiono verso ovest le cime delle Stubaier Alpen rivestite di ghiacci eterni in un paesaggio d’alta montagna di grande suggestione. A settentrione spicca il grande massiccio roccioso del Kalkkögel. Chi se la sente può sporgersi, con molta attenzione, dalla cima osservando sotto alla verticale il monastero di Maria Waldrast dove la nostra avventura ha avuto inizio.

Il rientro avviene forzatamente a ritroso prestando particolare attenzione agli instabili pendii sommitali e alla breve frazione attrezzata.

Cenni sulla flora:

Abbiamo eseguito la salita al Serles all’inizio del mese di agosto osservando una nutrita rassegna di piante d’alta montagna le cui fioriture hanno rallegrato la nostra ascesa. Segue una breve lista delle principali specie osservate.

1)  Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

2) Sassifraga verde azzurro (Saxifraga caesia)

3) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

4)   Sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia)

5)   Graminia di Parnasso (Parnassia palustris)

6)   Nigritella comune (Nigritella nigra)

7)   Nigritella rossa (Nigritella miniata)

8)   Orchidea odorosa (Gymnadenia odoratissima)

9)   Orchide macchiata (Dactylorhiza maculata)

10)   Elleborina crestata (Epipactis atrorubens)

11)   Tajola comune (Tofieldia calyculata)

12)   Trifoglio bruno (Trifolium badium)

13)   Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum)

14)   Prunella delle Alpi (Prunella grandiflora)

15)   Iberidella alpina (Hornungia alpina)

16) Genziana nivale (Gentiana nivalis)

17)   Genzianella peduncolata (Gentiana tenella)

18)   Genziana alata (Gentiana utriculosa)

19)   Poligono viviparo (Polygonum viviparum)

20)   Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

21)   Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

22)   Millefoglio dei macereti (Achillea barrelieri Ten. subsp.oxyloba)

23)   Vulneraria (Anthyllis vulneraria)

24)   Campanula barbata (Campanula barbata)

25)   Campanula dei ghiaioni (Campanula cochlearifolia)

26)   Carlina segnatempo (Carlina acaulis)

27)   Camedrio alpino (Dryas octopetala)

28)   Fragolina di bosco (Fragaria vesca)

29)   Vedovella celeste (Globularia cordifolia)

30)   Linaiola d’alpe (Linaria alpina)

31)   Papavero alpino retico (Papaver alpinum subsp.rhaeticum)

32)   Veronica minore (Veronica aphylla)

33)   Biscutella montanina (Biscutella leavigata)

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