Spico - Corno - Zinsnock

MONTE SPICO (SPEIKBODEN - m 2517)

FADNER (m 2457)

MONTE CORNO (GORNEBERG / HENNE – m 2475)

WURMTALER SPITZE (m 2343)

ZINSNOCK (m 2429)

Un lungo e frastagliato crinale denominato “Cresta di Val di Selva” (Mühlwalder Kamm) divide la Valle di Rio Bianco (Weißenbachtal) dalla Valle Selva dei Molini (Mühlwalder Tal). Si tratta di un’area facilmente accessibile alla sua estremità orientale grazie alla presenza della cabinovia e della seggiovia che raggiungono il rifugio Sonnklarhütte, a breve distanza dal Monte Spico. La vicinanza dello Spico dalla stazione a monte della seggiovia fa sì che la cima sia molto frequentata anche in virtù di un panorama di rara bellezza ed estensione. Si tratta tuttavia della prima elevazione di un tracciato che si rivelerà ben più lungo con una notevole sequenza di cime e forcelle in ambiente selvaggio ed isolato. Il percorso si presenta privo di passaggi difficoltosi ed è tranquillamente adattabile alle proprie esigenze potendo aggiungere oppure omettere la salita ad alcune cime. Si tratta di una lunga frazione del Kellerbauerweg, alta via tracciata negli anni 1906-1909 dalle sezioni di Chemnitz e di Taufers del DÖAV e da queste intitolata al Prof. Kellerbauer, presidente della sezione di Chemnitz nel periodo compreso tra il 1883 e il 1894. Un po’ confusa appare la toponomastica di alcune elevazioni. La cima dello Zinsnock è talvolta chiamata con altre denominazioni tedesche come Zinnsnock o Zintnock. Monte Corno è invece chiamato in tedesco Gorneberg oppure Henne, mentre quest’ultimo toponimo identifica talvolta anche una seconda cima più ad oriente del Gorneberg. Tutte le vette si raggiungono dal Kellerbauerweg con brevi digressioni non segnate ma su terreno evidente. Consigliamo la percorrenza dell’itinerario nel pieno dei mesi estivi sebbene l’innevamento sia meno persistente in paragone con le prospicienti vette delle Alpi Aurine.

L’escursione in breve:

Sonnklarhütte (m 2403) - Monte Spico (Speikboden - m 2517) - Giogo di Selva (Mühlwalder Jöchl - m 2342) - Giogo Gallina (Fadner Jochl - m 2437) - Fadner (m 2457) - Monte Corno (Gorneberg /Henne - m 2475) - Giogo del Corno (Gornerjoch - m 2277) - Wurmtaler Spitze (m 2343) - Giogo Val dei Covoni (Wurmtaler Jöchl - m 2288) – Zinsnock (m 2429)

Dati tecnici:

Partenza dal Sonnklarhütte (m 2403): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale tranne nelle deviazioni alle cime comunque brevi ed intuitive. Dislivello assoluto: m 240; trattandosi di un itinerario di crinale il dislivello realmente superato è di molto superiore. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

Si accede alla partenza dalla Val Pusteria; in coincidenza della città di Brunico troviamo le indicazioni per la statale della Valle Aurina (Ahrntal). Raggiungiamo in 13 km circa Campo Tures; superato il paese la strada si sviluppa in un tratto selvaggio con la valle ora molto stretta e il Torrente Aurino subito a sinistra della statale. Scavalchiamo con un ponticello il torrente quindi, subito oltre, troviamo sulla sinistra la funivia per Monte Spico (Speikboden). Numerose le possibilità di parcheggio presso la biglietteria della funicolare.

Descrizione del percorso:

La cabinovia conduce comodamente alla  Michlreiser Alm (Malga Michele – m 1958). Scesi dall’impianto camminiamo per una decina di minuti lungo la mulattiera tra i prati che raggiunge la base della seggiovia. L’impianto permette di raggiungere agevolmente i 2403 metri del Sonnklarhütte, dal quale la cima del Monte Spico è davvero a portata di mano.

La stazione a monte della seggiovia, grazie alla sua posizione in pieno crinale, offre già un grandioso panorama esteso verso meridione a grandissima distanza. Nelle giornate più terse sfilano all’orizzonte i principali gruppi dolomitici tra cui la Marmolada con il suo ghiacciaio, le Tofane e le Tre Cime di Lavaredo. Verso settentrione scorgiamo la sommità in parte ghiacciata del Picco dei Tre Signori. Il sentiero inizialmente cala in qualche minuto alla selletta che ci separa dalla cima del Monte Spico. Proseguiamo salendo brevemente sino al bivio che permette a sinistra di proseguire lungo il Kellerbauer Höhenweg. Nel nostro caso volgiamo a destra con indicazioni per la vicina sommità del Monte Spico. Proseguiamo tra prati d’altitudine e qualche facile roccetta affacciandoci sulla sottostante conca con in evidenza la Malga Michele, stazione a monte del primo tratto di funivia. Guadagniamo il crinale sommitale raggiungendo in ultimo il punto più alto (m 2517 – libro di vetta – ore 1,30 dalla partenza).  

Il panorama, di enorme vastità, vale l’intera escursione. Ammiriamo gran parte del versante italiano delle Alpi Aurine. Verso oriente la vista è estesa alle Vedrette di Ries con in evidenza Monte Nevoso, il Collalto e il Sassolungo di Collalto nonché il sottogruppo di Cima Dura con l’omonima vetta a sovrastare un tratto della Valle Aurina. Si ripete lo straordinario colpo d’occhio sulle Dolomiti con la Marmolada e il suo ghiacciaio ma la sorpresa più grande si hai nei giorni più tersi arrivando a scorgere, a grande distanza, i ghiacciai dell’Adamello. L’escursione prosegue mantenendo il crinale, tra sfasciumi e prati d’altitudine, sovrastando a sinistra la Valle di Selva dei Molini con l’omonimo laghetto artificiale. Dopo alcuni deboli saliscendi perdiamo quota sino al bivio segnalato dai cartelli. Ignoriamo la deviazione a destra sul sentiero 18 proseguendo invece verso il sottostante Giogo di Selva (Mühlwalder Jöchl). Caliamo rapidamente alla sella (m 2342 – ore 1 dalla partenza) in coincidenza della quale troviamo un modesto laghetto senza nome nonché uno straordinario paesaggio con particolare riferimento al tratto delle Alpi Aurine che comprende il Mesule e la Cima di Campo.

Il Giogo di Selva (Mühlwalder Jöchl) è un importante crocevia di sentieri; nel nostro caso procediamo lungo il sentiero Kellerbauer (segnavia 27) mantenendo il percorso lungo il crinale. Lasciamo alle spalle l’ampio valico sovrastato dalla grande sagoma del Monte Spico per solcare vasti prati d’altitudine. Il tracciato deborda leggermente a sinistra rispetto alla linea di cresta con i prati che si alternano ad alcuni pendii pietrosi. Il sentiero, splendidamente ricavato tagliando il pendio con dislivelli poco rilevanti torna a toccare, in un punto, la linea di crinale affacciandosi con uno splendido colpo d’occhio verso la Valle Aurina. Torniamo a debordare a sinistra dello spartiacque evitando un tratto frastagliato di cresta quindi, con un paio di tornanti, superiamo comodamente un salto più erto a séguito del quale riprendiamo a traversare tra affioramenti rocciosi. Poco oltre le rocce lasciano nuovamente spazio ai prati e in ambiente più dolce e ampio guadagniamo l’ampio Giogo Gallina (Fadner Jochl - m 2437) chiaramente indicato dal cartello. Procediamo oltre la sella per poche decine di metri: sono ora a portata di mano ben due cime, raggiungibili entrambe in qualche minuto. A destra abbiamo la poco marcata sommità denominata Fadner (m 2457) caratterizzata in vetta dalla presenza dei ruderi di un antico ricovero. La cima è in posizione esposta verso settentrione con paesaggio esteso alla testata della Val di Predoi oltre alle prospicienti vette del Sasso Nero e della Cima di Campo. Verso oriente il panorama si allarga alle Vedrette di Ries con il Monte Nevoso quasi allineato al Collalto.

Rientrati a ritroso possiamo ora salire la più marcata piramide del Monte Corno denominata in tedesco Gorneberg o anche Henne e posizionata in questo caso a sinistra del percorso segnato. Ancora una volta la deviazione non è indicata in alcun modo ma la cima è talmente vicina al sentiero Kellerbauer da escludere con buona visibilità qualsiasi problema di orientamento. Si rimontano in pochi minuti i facili pendii prativi che immettono direttamente all’ampio pianoro sommitale (m 2475).

Il panorama replica nella sostanza quello del prospiciente Monte Fadner risultando ancora una volta vastissimo in tutte le direzioni spaziando dalle Dolomiti alle Alpi Aurine, dalle Vedrette di Ries ai Monti di Fundres. L’escursione può ora procedere lungo il sentiero Kellerbauer. Possiamo riprenderlo rientrando a ritroso oppure calando lungo le ripide pendici settentrionali del Monte Corno. In questo caso caliamo tra balze erbose e affioramenti detritici sino a riprendere intuitivamente il sottostante sentiero per altro sempre ben visibile. I grandi ghiacciai delle Alpi Aurine accompagnano ogni nostro passo e contrastano con i dolci declivi assecondati dal nostro percorso. Siamo ora in progressiva discesa in ambiente ancora più vasto e luminoso tra spazi immensi e in ambiente in generale poco percorso anche nei periodi di massimo afflusso turistico. Da rilevare, davanti a noi, l’ampio dorso prativo del Zinsnock, cima che avremo modo di salire nel proseguo del nostro cammino. Sempre in debole discesa siamo infine, ben indicato dai cartelli segnaletici, al Giogo del Corno (Gornerjoch - m 2277 – ore 1,50 dalla partenza senza salire il Fadner e il Gorneberg), il punto più basso dell’intera impresa. Da rilevare lo scorcio verso la vicina Cima di Campo.

Tralasciamo i percorsi segnati che calano nei due versanti mantenendo ancora una volta il Kellerbauerweg. L’alta via si scosta a sinistra del crinale aggirando la cima denominata Wurmtaler Spitze (m 2343). I collezionisti di cime non faranno fatica a raggiungere il punto più elevato di questa modesta sommità risalendone in pochi minuti i facili pendii erbosi con partenza proprio dal Giogo del Corno. Restando invece sul sentiero segnato traversiamo come detto alla sinistra guadagnando debolmente quota sino ad un culmine dal quale si domina la grande struttura del Zinsnock. Sono qui presenti le rovine di una vecchia costruzione in stato fatiscente. Subito oltre perdiamo ripidamente quota sino al sottostante marcato Giogo Val dei Covoni (Wurmtaler Jöchl - m 2288 – ore 2 dalla partenza senza le deviazioni alle cime). Da notare il ripidissimo pendio detritico che precipita dalla soprastante struttura del Zinsnock mentre a sinistra del valico cala il sentiero per la sottostante Foreralm.

Siamo ora all’ultima frazione del nostro itinerario. In diagonale ascendente seguiamo il segnavia tagliando il ghiaione quindi procediamo nel prato che conduce alla spalla soprastante. Si tratta di una modesta selletta in coincidenza della quale il sentiero proseguirebbe volgendo improvvisamente verso sinistra in debole discesa. La salita allo Zinsnock richiede tuttavia l’abbandono del sentiero segnato seguendo intuitivamente l’elegante crinale che ascende a sinistra. Sebbene esile si tratta di un dorso mai esposto e percorso a tratti da un abbozzo di sentiero. Da rilevare lo scorcio verso il dorso del Wurmtaler Spitze nonché sul piccolo specchio d’acqua posizionato poco a valle del Giogo Val dei Covoni. Superata la frazione più affilata, il crinale si allarga raggiungendo la base dell’ampio pendio a destra, chiave manifesta per salire in vetta. L’ultima frazione, per quanto ripida, altro non è che un ripido scivolo erboso che rimontiamo con qualche balza sino ad accedere al vasto pianoro che caratterizza la vetta dello Zinsnock (m 2429 – ore 0,25 dal Giogo Val dei Covoni - ore 2,30 dalla partenza senza la deviazione alle precedenti cime altrimenti occorre preventivare circa ore 3,30 di cammino). 

Il panorama sommitale offre, al pari del Monte Spico, la migliore vista possibile dell’escursione. Siamo particolarmente prossimi al crinale principale delle Alpi Aurine con in evidenza gran parte delle cime più elevate tra cui ricordiamo la Punta Bianca, il Mesule, la Cima di Campo, i Corni di Ghega, il Sasso Nero. Notevole la visione della testata della Valle Aurina con la Forcella del Picco mentre volgendo ad oriente dominiamo il sottogruppo di Cima Dura e le Vedrette di Ries con in evidenza il Sassolungo di Collalto, il Collalto e il Monte Nevoso. L’orizzonte procede verso sud offrendo la visione delle Dolomiti, mentre nelle immediate vicinanze notiamo le vette che fanno da quinte alla valle di Selva dei Molini. La sommità dello Zinsnock permette infine di scorgere l’abitato di Lappago e la marcata Val di Cesa (Zösental).

Il rientro avviene a ritroso evitando naturalmente di salire di nuovo le cime poste in prossimità del Kellerbauerweg (Wurmtaler Spitze, Monte Corno e Fadner). Si può tranquillamente evitare di rimontare anche il Monte Spico (Speikboden). In questo caso, rientrati al Giogo di Selva (Mühlwalder Jöchl - m 2342), si mantiene l’ampia mulattiera (segnavia 27) che aggira a destra la montagna, procedendo il debole salita. Ci riuniamo infine al sentiero che proviene dalla vetta, poco oltre il punto più elevato. L’ultimo tratto è comune all’andata: caliamo sino alla marcata sella che precede la veloce risalita sino al Sonnklarhütte in coincidenza della stazione a monte della seggiovia. In tutto sono da preventivare ore 5,30 di cammino comprese tutte le deviazioni alle cime.

Cenni sulla flora:

Abbiamo eseguito l’escursione descritta nel pieno del mese di agosto rilevando un significativo numero di specie floreali. Come noto è soprattutto la fascia prealpina a presentare una grande ricchezza floristica. Sebbene ci troviamo, in questo caso, nella fascia interna delle Alpi siamo stati ugualmente in grado di identificare alcune interessanti specie fra le quali segnaliamo:

1)       Primula nana (Primula minima); magnifico endemismo delle Alpi Orientali dai petali rosati in fioritura nel mese di agosto.

2)       Primula vischiosa (Primula glutinosa); bellissimo endemismo del nordest dai fiori violetti raccolti in piccoli grappoli. Colonizza i macereti d’altitudine e le rupi.

3)       Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata); osservata a monte del Giogo dei Covoni nel punto dove si abbandona il sentiero segnato per vlgere in cima allo Zinsnock.

4)       Gipsofila strisciante (Gypsophila repens); osservata a monte del Giogo dei Covoni nel punto dove si abbandona il sentiero segnato per volgere in cima allo Zinsnock.

5)       Piede di gatto (Antennaria dioica)

6)  Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

7)       Genziana nivale (Gentiana nivalis)

8)       Genziana punteggiata (Gentiana punctata)

9)       Sassifraga solcata (Saxifraga exarata), osservata presso il Giogo Val dei Covoni.

10)   Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides)

11)   Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

12)   Iberidella alpina (Hornungia alpina)

13)   Azalea alpina (Loiseleuria procumbens)

14)   Napello (Aconitum napellus)

15)   Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

16)   Cariofillata montana (Geum montanum)

17)   Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

18)   Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus)

19)   Silene rupestre (Atocion rupestre)

20)   Campanula di monte (Campanula scheuchzeri)

21)   Verga d’oro (Solidago virgaurea)

22)   Trifoglio alpino (Trifolium alpinum)

23)   Silene rigonfia (Silene vulgaris)

24)   Eufrasia minima (Euphrasia minima)

25)   Achillea moscata (Achillea moschata)

26)   Raponzolo alpino (Phyteuma hemisphaericum)

27)   Sparviere vischioso (Schlagintweitia intybacea) nei detriti presso il Sonnklarhütte.

 

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