Settsass

SETTSASS (m 2571)

Posizionato al centro di una zona caratterizzata da grandi gruppi dolomitici (Sella, Fanis, Tofane), il Settsass è in paragone una cima poco appariscente e in generale trascurata. E’ un vero peccato che questa montagna non riceva le attenzioni degli escursionisti in quanto regala una bella camminata in ambiente prativo nel settore inferiore, roccioso ma senza difficoltà nella frazione sommitale. La lunghezza non eccessiva e un bel panorama di vetta grazie alla posizione isolata rende l’ascensione al Settsass una bella avventura adatta ai mesi estivi e alla portata di ogni buon camminatore.

Dati tecnici:

Partenza dal Rifugio Valparola (m 2168): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 421 – Dislivello reale: m 703. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

Il cammino ha inizio presso il Rifugio Valparola (m 2168) che sorge in coincidenza dell’omonimo passo. Si sale al valico dalla Val Badia abbandonandola presso La Villa per seguire la strada che supera S.Cassiano e Armentarola giungendo infine il passo. Si può inoltre accedere al Passo di Valparola salendo in breve dal Passo Falzarego sempre su strada asfaltata comoda e ben tenuta.

Descrizione dell’itinerario:

Abbandoniamo l’auto presso il Rifugio Valparola (numerose possibilità di parcheggio lungo la statale) per seguire il segnavia 24 che ha inizio proprio a fianco della costruzione. Il panorama è già promettente con una bella visione a nord del Piz dles Conturines, imponente contrafforte dolomitico che supera i 3000 metri di quota.

La prima frazione di sentiero appare subito molto interessante dal punto di vista naturalistico e paesaggistico: osserviamo a breve distanza il piccolo ma splendido Lago di Valparola. Nei giorni limpidi le magnifiche colorazioni del fondale costituiscono un ottimo soggetto fotografico. Lo specchio d’acqua è dominato dall’inconfondibile sagoma del Sas de Stria, montagna che fu teatro della grande guerra della quale restano numerose testimonianze lungo i suoi pendii. Il nostro percorso prosegue tagliando in diagonale ascendente i prati che caratterizzano il versante meridionale del Piz Ciampei. Alla destra siamo sovrastati da paretine dolomitiche. Gli amanti della flora saranno attratti, su queste rocce strapiombanti, dalla presenza della rara ed endemica Campanula morettiana, le cui corolle violacee sembrano scaturire spettacolarmente dalla nuda dolomia. In facile ascesa guadagniamo un dosso erboso in pieno crinale dove il nostro percorso si congiunge con un altro sentiero che traversa a nord del Piz Ciampei. Cambiamo ora versante, procedendo sotto cresta sul lato settentrionale. I prati lasciano spazio ad una frazione rocciosa con fondo meno agevole, specie con roccia umida o bagnata. Il tratto difficoltoso è comunque breve e lascia spazio ad un innocuo sentiero che raggiunge un culmine intorno ai 2300 metri. Il Settsass è di fronte a noi e possiamo apprezzarne le pendici rocciose. Nuovamente tra i prati perdiamo quota con panorama alle spalle sul Piccolo Lagazuoi, a nord est verso il Piz dles Conturines e a settentrione sul Sass de Putia. Alcune rade conifere caratterizzano le pendici prative; raggiungiamo il punto più basso dell’intera escursione a circa 2150 metri (Vallone Pudres). Possiamo ora intraprendere la salita che si concluderà soltanto in vetta. Rimontiamo molto ripidamente tra i prati sino al bivio segnalato da cartelli: abbandoniamo il proseguo per Pralongia volgendo invece a sinistra. Risaliamo comodamente, tra balze erbose, con il Settsass di fronte a noi e sulla sinistra l’Averau nettamente più distante. Guadagniamo una spalla prativa dalla quale possiamo affacciarci ad occidente; il panorama si estende a distanza sul Gruppo Sella, sull’ampio valico del Passo Gardena e, più a destra, sulla piccola catena dei Cir. Il tratto di sentiero che segue è particolarmente suggestivo, in ambiente prativo aperto e luminoso e in pratica senza pendenza. Poco oltre riprende la salita, ora moderata, superando un vasto pendio inclinato in parte detritico. Raggiungiamo la base di uno sperone roccioso che aggiriamo senza difficoltà alla sua sinistra. Da notare lo scorcio verso sudovest sulla Marmolada con il suo ghiacciaio. Subito oltre il fondo diviene definitivamente roccioso, i segnavia guidano infatti attraverso un caotico accatastamento di massi. Procediamo traversando sotto cresta a sinistra della struttura sommitale rimontando un faticoso ed instabile pendio detritico. In breve, senza affrontare ulteriori difficoltà, accediamo alla vetta del Settsass (m 2571 – ore 2,40 dalla partenza – libro di vetta).

Nonostante la quota non così elevata, se paragonata ai grandi gruppi dolomitici circostanti, il panorama è comunque ampio ed appagante grazie all’assenza, negli immediati dintorni, d’altre elevazioni più alte. Osserviamo a meridione la grande sagoma del Monte Civetta mentre, volgendo verso est, notiamo l’inconfondibile ed elegante sagoma del Sas de Stria, la grandiosa e massiccia parete del Lagazuoi e, appena più distanti, le cime di Fanis. La vista a nord è estesa alle cime Lavarella e Piz dles Conturines scorgendo con maggiori difficoltà Monte Cavallo. Volgendo verso occidente possiamo osservare l’altopiano di Puez e le lontane cime delle Odle, quindi, più a sud il Gruppo Sella e infine la Marmolada. Il rientro avviene a ritroso (5 ore complessive tra andata e ritorno).

Cenni sulla flora:

Di grande ricchezza appare la flora spontanea che caratterizza questo percorso. Abbiamo già anticipato nella descrizione la presenza di una rara entità endemica delle Dolomiti. Si tratta della Campanula di Moretti (Campanula morettiana) dalle bellissime corolle violacee che sembrano scaturire direttamente dalla dolomia. Predilige rocce calcaree strapiombanti spesso inaccessibili e sono poche le posizioni che permettono di fotografare le piante agevolmente. Anche nel caso della stazione di Piz Ciampei i fiori sono su rupi verticali. Qualche esemplare può tuttavia essere raggiunto agevolmente lasciando il sentiero segnato e rimontando brevemente il pendio sino alla base delle rocce dove troviamo i primi cespi della pianta in oggetto.

Di seguito elenchiamo altre entità osservabili lungo l’escursione.

1) Bonarota comune (Paederota bonarota), endemica delle Alpi Orientali dalla Lombardia al Friuli, colonizza le rupi calcaree anche verticali.

2) Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum); endemico delle Alpi Centro Orientali, si distingue dal più comune Rododendro ferrugineo per la presenza di un fitta peluria setolosa sulle foglie.

3) Sassifraga delle Dolomiti (Saxifraga squarrosa); endemica delle Alpi sudorientali, dalla Lombardia al Friuli con sconfinamenti in Slovenia e Austria.

4)  Primula vischiosa (Primula glutinosa); endemica delle Alpi Orientali (Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige).

5) Astragalo montano (Oxytropis jacquinii), endemico delle Alpi Orientali.

6) Potentilla caulescente (Potentilla caulescens); condivide l’habitat delle pareti strapiombanti con la bellissima Campanula morettiana.

7) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum).

8)  Genziana bavarese (Gentiana bavarica).

9)  Napello (Aconitum napellus).

10)  Campanula dei ghiaioni (Campanula cochleariifolia).

11)  Campanula di monte (Campanula scheuchzeri).

12)  Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum).

13)  Crepide dorata (Crepis aurea).

14)  Vulneraria (Anthyllis vulneraria).

15)  Ormino dei Pirenei (Horminum pyrenaicum)

16) Carlina segnatempo (Carlina acaulis).

17) Orchidea delle zanzare (Gymnadenia conopsea).

18) Graminia di Parnasso (Parnassia palustris).

19) Sassifraga setolosa (Saxifraga sedoides).

20) Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

21) Trifoglio bruno (Trifolium badium).

22) Stella alpina (Leontopodium alpinum).

23) Spillone alpino (Armeria alpina).

24) Silene a cuscinetto (Silene acaulis).

25) Prunella delle Alpi (Prunella grandiflora).

26) Raponzolo orbiculare (Phyteuma orbiculare).

27) Camedrio (Dryas octopetala).

28) Piede di gatto (Antennaria dioica).

29) Poligono viviparo (Polygonum viviparum).

30) Pedicolare a foglie verticillate (Pedicularis verticillata).

31) Mirtillo (Vaccinium myrtillus).

32) Arabetta alpina (Arabis alpina).

33) Garofano selvatico (Dianthus sylvestris).

34) Cariofillata montana (Geum montanum).

35) Arnica (Arnica montana).

36) Biscutella montanina (Biscutella leavigata).

37) Erba cipollina (Allium schoenoprasum).

38) Papavero alpino retico (Papaver alpinum subsp.rhaeticum).

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