Cuar - Cuel dai Poz

MONTE CUAR (m 1478)

CUEL DAI POZ (m 1377)

E’ una cima fortunata il Monte Cuar; posta nel bordo meridionale delle Prealpi Carniche, al confine tra la pianura e le montagne, offre un paesaggio immenso a dispetto di una quota non eccelsa. Un simile belvedere sorprenderà ogni escursionista. La salita è inoltre fattibile per molti mesi all’anno, la neve è infatti meno duratura rispetto alle vicine vette alpine grazie alla posizione decentrata in direzione del mare. Ci sentiamo di consigliare il mese di maggio per un’ascensione che vi donerà i colori delle fioriture primaverili a contrastare con il bianco della neve ancora presente sulle non lontane cime di confine. Da sconsigliarsi sono i mesi estivi per l’umidità e le temperature troppo elevate. L’itinerario, così come lo trovate descritto, è circolare e aggiunge alla salita una splendida frazione di crinale guadagnando, oltre al Monte Cuar, il poco marcato Monte Cuel dai Poz. Trattandosi di un anello il tracciato può essere eseguito in entrambe le direzioni ma quella descritta risulta la migliore in quanto, camminando al mattino, si lascia il sole alle spalle godendo di un panorama più limpido. La frazione più ripida viene inoltre affrontata subito, quando le energie sono maggiori, lasciando il comodo rientro nel bosco nella parte conclusiva dell’escursione.

L’escursione in breve:

Cuel di Forchia (m 884) – sentiero 816 (ex sentiero 815A) – Monte Cuar (m 1478) – sella senza nome (m 1321) – Monte Cuel dai Poz (m 1377) – sella senza nome (m 1306) - Ricovero Malga di Monte Cuar (m 1219) – sentiero 815 – Cuel di Forchia (m 884)

Dati tecnici:

Partenza da Cuel di Forchia (m 884): Difficoltà: E. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 594 (dislivello reale: m 650). Acqua sul percorso: assente. Lunghezza percorso: 7 km.

Accesso alla partenza:

Si consiglia, utilizzando l’autostrada A23 Udine – Tarvisio, l’uscita di Gemona del Friuli. Si segue la SS 13 verso nord trovando, appena usciti da Gemona, il bivio a sinistra per Trasaghis (SS 512). Oltrepassato il paese, poco oltre il sottopassaggio dell’autostrada, troviamo il bivio a sinistra per Avasinis. Abbandoniamo la statale volgendo in questa direzione. Poco prima della frazione volgiamo ulteriormente a sinistra sulla stretta carreggiata che sale verso il Monte Cuar. In 8 km da Avasinis siamo al punto più alto della strada in coincidenza del valico di Cuel di Forchia (m 884). Possiamo lasciare l’automobile negli spiazzi presso la sella. Il valico di Cuel di Forchia può essere raggiunto anche da Forgaria nel Friuli percorrendo la strada che attraversa l’altopiano del Monte Prat. Si tratta di 13 km di carreggiata molto stretta e a tratti pericolosa: ci sentiamo di consigliare l’accesso da Avasinis, in condizioni nel complesso migliori.

Descrizione del percorso:

Chi sale da Avasinis troverà, in coincidenza del valico di Cuel di Forchia (m 884), il sentiero 816 che si separa sulla destra (a sinistra per chi proviene da Forgaria nel Friuli). Il ripido inizio su roccette e detrito calcareo può ingannare trasmettendo l’idea di un sentiero impegnativo. In realtà, poco sopra, il tracciato diviene un’innocua striscia nei prati che permette di intravedere la pianura a sud e il Lago di Cavazzo a settentrione. Con pendenza moderata acquistiamo ulteriore altitudine con il paesaggio progressivamente più ampio ed aperto che si estende alle cime delle Alpi Giulie.

Intercettiamo la forestale chiusa al traffico che conduce al Ricovero Malga Monte Cuar: ne seguiamo, muovendo verso destra, un breve tratto in debole pendenza. Incontriamo a lato della strada una bella panca in legno con tavolo quindi procediamo sino ad un’evidente curva verso sinistra. Abbandoniamo la carrareccia a fondo naturale per passare sul sentiero (cartello indicatore) che rimonta il pendio a sinistra, inizialmente nel fitto bosco. Il tracciato si porta grosso modo lungo il bordo dell’ampia cresta e comincia ad offrire le prime schiarite nella vegetazione. Osserviamo il Monte Covria, densamente boscato e diviso dal Monte Cuar dal valico di Cuel di Forchia dove il nostro cammino ha avuto inizio; alla sua destra scorgiamo, nel fondo valle, l’ampio letto del Fiume Tagliamento. Compaiono lungo il sentiero alcuni affioramenti rocciosi sui quali fiorisce, nel mese di maggio, la splendida Primula Orecchia d’orso (Primula auricula), pianta protetta che non deve essere raccolta. Il proseguo alterna brevi macchie alberate con ampi e verdeggianti prati; il panorama risulta particolarmente bello in direzione del Lago di Cavazzo. Il sentiero mantiene immutate le sue caratteristiche: risaliamo in media pendenza il pendio portandoci sul bordo del salto ricadente verso la pianura friulana. Procediamo lungo il filo di cresta al limitare tra la magnifica faggeta che si sviluppa a destra e il salto sulla sinistra con il paesaggio che nei giorni tersi raggiunge, in questa direzione, il Mare Adriatico. Il filo di cresta, dapprima esile, si allarga con il bordo tra bosco e prato che resta curiosamente marcato, il tutto a vantaggio del sentiero che sale in ambiente più che mai aperto lasciando l’alberatura appena a destra. Nel settore sommitale il Monte Cuar si rivela un ampio e mite panettone erboso che si rimonta senza alcun problema sino ad accedere infine al punto più alto (m 1478 – ore 1,30 dalla partenza).

Si aprono nuovi orizzonti arrivando ad osservare, verso occidente, il lontano gruppo del Monte Cavallo al confine con il Veneto, nonchè la possente sagoma del Monte Raut, cima prealpina del pordenonese non distante dalla Val Cellina. Nettamente più vicino appare il Monte Flagjel caratterizzato, al pari del Monte Cuar, dal bosco nel versante settentrionale e da un ripido salto nel versante rivolto verso la pianura friulana. Verso nord occhieggiano le cime alpine al confine con l’Austria, spesso innevate sino ad inizio estate.

La nostra avventura procede lungo il sentiero che cala verso occidente sfiorando le bancate rocciose che caratterizzano il versante meridionale della montagna. Apprezziamo la vista della pianura che appare “divisa” dall’enorme letto del Fiume Tagliamento mentre alle spalle il Monte Cuar offre il suo profilo più elegante, ripido e precipite in direzione sud a contrastare con i dolci pendii alberati rivolti a settentrione. Tra magnifiche fioriture di narciso seguiamo l’elegante sentierino che ricalca l’esile filo di crinale assecondandone i risalti e le ondulazioni. Poco sotto troviamo una lunga staccionata in legno che il sentiero segue restando immediatamente alla sua sinistra. E’ un cammino luminoso e facile che ad inizio primavera svela un paesaggio di insospettabile bellezza. Senza alcun tipo di difficoltà raggiungiamo la sottostante selletta priva di toponimo (m 1321). Scorgiamo sulla destra, nel pendio erboso, il non distante Ricovero Malga di Monte Cuar che, a dispetto del nome, è una splendida costruzione e non un modesto ricovero. Una traccia scende direttamente in questa direzione, nel nostro caso scegliamo tuttavia di mantenere il sentiero lungo il crinale riprendendo quota in salita moderata e restando a sinistra del salto rivolto a sud. Alla nostra destra prosegue la lunga staccionata in legno che costituisce un chiaro riferimento e che ci conduce sino al soprastante risalto del Monte Cuel dai Poz (m 1377). Si tratta di un belvedere dal quale osserviamo il Monte Cuar alle spalle e il Monte Flagjel ad occidente. La cima è senza dubbio meno marcata del Monte Cuar ma merita una visita grazie alla facilità d’accesso e alle particolari angolazioni panoramiche che offre in tutte le direzioni.

La nostra avventura prosegue calando in direzione della marcata sella che divide il Monte Cuel dai Poz dal Monte Flagjel. La discesa impegna per pochi minuti e conduce ai 1306 m dell’ampio valico. Il nostro cammino cambia ora direzione. Occorre un attimo d’attenzione in più per non sbagliare strada in quanto mancano cartelli escursionistici a segnalare la biforcazione; bisogna infatti abbandonare il proseguo lungo la cresta in direzione del Flagjel per volgere a destra scavalcando la lunga staccionata in legno. Seguiamo la traccia appena accennata che taglia pressoché in piano l’ampia distesa erbosa ritrovando in breve il segnavia bianco rosso ad eliminare qualsiasi dubbio sulla giusta direzione. Tra modeste ondulazioni prative aggiriamo il Monte Cuel dei Poz osservando alcuni vecchi muri a secco. Il crinale principale delle Alpi Giulie e il Lago di Cavazzo sono ora davanti ai nostri occhi offrendo ancora una volta un eccellente colpo d’occhio. Tra rada alberatura completiamo l’aggiramento del monte sino ad osservare nuovamente il Ricovero Malga di Monte Cuar che guadagniamo con una breve discesa (ore 1,10 da Monte Cuar – ore 2,40 dalla partenza).

La struttura è posta in uno splendido terrazzo erboso nel quale è d’obbligo effettuare un’immancabile sosta prima dell’ultima frazione di sentiero con la quale rientreremo alla partenza. Scavalchiamo la forestale d’accesso al rifugio trovando il sentiero segnato che cala ripidamente tra le ondulazioni erbose in direzione del bosco sottostante. Poco sotto il cartello escursionistico indicante “Cuel di Forchia” elimina ancora una volta ogni dubbio sulla direzione da intraprendere. Risulta ora superflua una descrizione accurata del percorso: il cammino è infatti completamente all’ombra del fitto bosco. Il sentierino confluisce in una mulattiera più ampia che con pendenze minime traversa lungamente nella faggeta con dislivelli poco rilevanti. Nel proseguo troviamo un ulteriore cartello indicante “Cuel di Forchia”: lasciamo la mulattiera calando in questa direzione su facile e marcato sentiero, ora in discesa più ripida. Il tracciato confluisce nella provinciale che sale da Avasinis al Cuel di Forchia. Risaliamo verso destra la strada asfaltata raggiungendo in qualche minuto il valico presso il quale abbiamo parcheggiato l’auto (m 883 – ore 1,10 da Malga Cuar – circa ore 4 complessive).

Cenni sulla flora:

Nel periodo primaverile la fioriture osservabili lungo l’itinerario descritto sono davvero notevoli. Segue una lista parziale delle specie osservate in occasione della nostra salita, avvenuta nella prima decade di maggio.

1)     Camedrio alpino (Dryas octopetala) nelle rocce presso la partenza e quindi a bassa quota.

2)     Citiso porporino (Cytisus purpureus)

3)     Orchidea maschia (Orchis mascula) nei prati a monte della partenza.

4)     Linaiola rostrata (Thesium rostratum) nei prati a monte della partenza.

5)     Rododendro nano (Rhodothamnus chamaecistus), pianta endemica del nord-est, dal fiore particolarmente bello e appariscente per la sua splendida colorazione rosata.

6)     Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum). Endemico di un ampio areale centrato essenzialmente sulle Alpi Orientali, è facilmente riconoscibile dal più comune Rododendro ferrugineo per l’evidente pelosità che ne riveste le foglie.

7)     Tlaspi montanina (Thlaspi praecox)

8)     Dafne odorosa (Daphne cneorum)

9)     Colombina cava (Corydalis cava)

10)  Primula maggiore (Primula elatior)

11)  Scilla bifoglia (Scilla bifolia)

12)  Botton d’oro (Trollius europaeus)

13)  Vedovella celeste (Globularia cordifolia)

14)  Bosso strisciante (Polygala chamaebuxus)

15) Anemone trifogliata (Anemone trifolia)

16)  Acetosella (Oxalis acetosella)

17) Erba trinità (Hepatica nobilis)

18)  Asfodelo montano (Asphodelus albus)

19)  Primula orecchia d’orso (Primula auricula). Inconfodibile per le sue foglie farinose è presente nelle rocce calcaree lungo la salita al Cuar e nel tratto di cresta tra il Monte Cuar e il Monte Cuel dai Poz.

20)  Genziana di Clusius (Gentiana clusii) presso la partenza.

21)  Genziana maggiore (Genziana lutea) nel tratto di cresta tra il Monte Cuar e il Monte Cuel dai Poz.

22)   Genzianella (Gentiana verna)

23)  Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina)

24)  Arabetta alpina (Arabis alpina)

25) Fragolina di bosco (Fragaria vesca)

26) Giglio rosso di S.Giovanni (Lilium bulbiferum)

27)  Elleboro verde (Helleborus viridis)

28)  Sassifraga a foglie cuneate (Saxifraga cuneifolia)

29)  Sassifraga di Host (Saxifraga hostii subsp.rhaetica), endemica delle Alpi Centro Orientali con foglie riunite in dense rosette e con fiori bianchi punteggiati di rosso o violetto

30)  Peonia selvatica (Paeonia officinalis)

31)  Cicerchia primaticcia (Lathyrus vernus)

32)  Erica carnea (Erica carnea)

33)  Aquilegia scura (Aquilegia atrata)

34)  Narciso selvatico (Narcissus poeticus) ad esempio nei prati sommitali del Monte Cuar.

35)   Valeriana trifogliata (Valeriana tripteris)

36)  Erba milza comune (Chrysosplenium alternifolius)

37)  Nontiscordardime (Myosotis alpestris)

38)  Anemone gialla (Anemone ranuncoloides)

39)  Anemone bianca (Anemone nemorosa)

40)  Citiso irsuto (Chamaecytisus hirsutus)

41)  Sigillo di Salomone (Polygonatum odoratum)

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