|
|
PIZ DAL FAIN (m 2907)
Nell’ambito delle Alpi di Livigno il Piz dal Fain è una cima nel complesso poco frequentata e conosciuta ma proprio per questo caratterizzata da un fascino arcaico per via dell’ambiente selvaggio e desolato in cui è posta. La salita si sviluppa completamente in territorio svizzero offrendo un cammino ricco di spunti d’interesse con particolare riferimento allo splendido lago denominato Lej da Pischa. Si tratta di uno specchio lacustre d’alta quota esteso per ben 49500 mq risultando uno dei più estesi laghi naturali della zona. Il toponimo romancio “Pischa” significa "cascata" in riferimento al salto generato dall'emissario che si osserva durante la salita. Gli escursionisti ne frequentano le sponde senza considerare il facile proseguo in direzione della cima. Il punto più alto è invece assai meritevole offrendo un panorama di grandiosa bellezza esteso alle pendici del Bernina. Curiosa appare la sovrapposizione lungo il percorso di rocce differenti: si passa dagli gneiss rossastri del Piz Pischa ai calcari grigiastri del Piz dal Fain. Tutto ciò incide sulla ricchezza botanica del settore oltre a determinare colorazioni inusuali nelle fasce rocciose attraversate dall’itinerario descritto. Inutile dire che consigliamo l’escursione da metà luglio a settembre complice la forte nevosità dell’intera zona non dimenticando di prestare attenzione ai bollettini meteorologici per evitare nebbie o maltempo in grado di rendere impegnativa e pericolosa l’ascesa. L’escursione in breve: Parcheggio stazione a valle funivia della Diavolezza (m 2080) – Pradatsch (m 2060) – innesto sentiero per Fourcla Pischa (m 2172) – margine meridionale altipiano detritico di S-chüdella (m 2780) – Lej da Pischa (m 2770) – Fourcla Tschüffer (m 2832) – Piz dal Fain (m 2907) Dati tecnici: Partenza dal parcheggio presso la stazione a valle della funivia della Diavolezza (m 2080): Difficoltà: EE. In gran parte E con breve tratto EEA prima di accedere all’altipiano S-chüdella (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale fino al Lej da Pischa quindi assente ma su terreno facile con buona visibilità. Dislivello assoluto: m 847. Dislivello reale intorno ai 900 metri. Acqua sul percorso: due torrenti prima dei 2400 metri salendo verso la Fourcla Pischa. Accesso alla partenza: Si accede al Passo Bernina dalla Valtellina. Si raggiunge Tirano quindi si volge in direzione di Poschiavo entrando così in territorio svizzero. Si procede rimontando la valle sino al valico quindi si cala in direzione di Sankt Moritz raggiungendo rapidamente la stazione a valle della funivia Diavolezza presso la quale lasciamo l’auto (m 2093). Chi proviene dalla zona di Livigno raggiunge la partenza scavalcando il Passo Forcola per entrare in territorio svizzero. Dopo qualche km si confluisce nella strada che sale da Poschiavo. Si volge a destra scavalcando il Passo Bernina per poi calare al parcheggio come già indicato sopra. Descrizione del percorso: Usciamo dal parcheggio della funivia e attraversiamo la strada principale muovendo pochi passi in direzione di Pontresina. Troviamo quasi subito il sentiero che si separa sulla destra della statale con indicazioni per Fourcla Pischa e Piz Languard. Il tracciato per un tratto si sviluppa quasi parallelamente alla strada restando alto rispetto alla piccola forra scavata dal limpidissimo torrente Ova da Bernina. Il sentiero confluisce poco sotto in una strada sterrata (località Pradatsch – m 2060). Il cartello relativo alla Fourcla Pischa indica la destra andando a scavalcare con un bel ponte in legno il torrente Ova da Bernina. Subito oltre guadagniamo progressivamente quota tra i verdeggianti pascoli che caratterizzano la parte inferiore della Val da Fain. La mulattiera sterrata si sviluppa lungo la destra orografica del solco vallivo e sale in debole pendenza indugiando lungamente tra i prati. Da rilevare la presenza, sulla destra, dell’impressionante mole calcarea del Piz Alv mentre alle spalle cominciamo ad osservare i ghiacciai che caratterizzano il massiccio del Bernina. A circa 25 minuti dalla partenza guadagniamo l’importante biforcazione segnalata dai cartelli (m 2172); abbandoniamo il proseguo lungo la Val da Fain in direzione dell’Alp La Stretta volgendo invece a sinistra su sentiero che si inerpica sul pendio. L’ascesa si articola tra i pascoli d’altitudine su tracciato in pendenza moderata ma continua. Salendo osserviamo, sulla nostra destra, le cascate generate dal torrente emissario del lago Pischa mentre verso occidente si continua ad osservare la grandiosità del Gruppo del Bernina. Alle nostre spalle si distende verdissima la Val da Fain. Procediamo con una lunga sequenza di tornanti quindi, più in alto, il sentiero volge diagonalmente verso sinistra (meridione) con il panorama che si apre sempre più ampio sino a scorgere oltre ai ghiacciai del Bernina anche l’omonimo passo con i suoi laghi (Lago Bianco e Lej Nair). Il tracciato torna a cambiare direzione volgendo improvvisamente verso destra sostenuto in un tratto particolarmente ripido da tronchi di legno. L’ascesa avviene sempre tra i prati d’altitudine interrotta da una breve frazione franata ma comunque senza difficoltà con il fondo terroso che appare ricostruito. Il percorso diviene più stretto tra prato d’altitudine frammisto a detrito. Siamo ora sovrastati a sinistra da un costone roccioso. Raggiunto un culmine il sentiero perde alcuni metri quindi traversa in debole salita in un canalone franoso con passaggio esposto a destra che richiede fermezza di piedi. Il fondo è friabile e deve periodicamente essere ripristinato in quanto soggetto al dilavamento. Si tratta in tutto di una cinquantina di metri che rappresentano l’unica frazione impegnativa del percorso. Traversato il canalone si procede su una fascia rocciosa con il sentiero in parte ancora esposto ma più semplice in quanto bene assicurato da catene e ringhiere metalliche fisse. In ultimo usciamo improvvisamente sul margine meridionale dell’altopiano detritico denominato S-chüdella (m 2780) dove finalmente cessa la frazione in salita (cartelli indicanti la Fourcla Pischa). Procediamo in un canale ghiaioso osservando sulla sinistra il Piz Albris e davanti a noi il Piz Languard. Troviamo dopo nemmeno 200 metri un bivio sulla destra in coincidenza di un grande ometto di pietre e di un palo segnavia in ferro. Abbandoniamo il sentiero segnato per muovere in questa direzione su tracciato inizialmente ben visibile che traversa in debole salita osservando davanti a noi la grande sommità del Piz Pischa. La traccia si perde poco oltre nell’altipiano detritico ma siamo orami in vista del Lej da Pischa (m 2770) che raggiungiamo su terreno libero in debole discesa. Appare splendido il contrasto tra il blu delle acque e le particolari rocce rossastre del Piz Pischa. A destra della cima è ben visibile la marcata sella denominata Fourcla Tschüffer con, alla sua destra, il Piz dal Fain obiettivo della nostra escursione. Per raggiungere la vetta possiamo procedere su terreno libero e senza alcuna difficoltà se la visibilità è buona. Si tratta di calare al lago portandosi verso destra alla sua estremità meridionale. Scavalchiamo nel punto più adatto il torrente emissario del lago per poi proseguire salendo lungo le facili e miti pendenze del versante occidentale del Piz dal Fain lasciando il lago alle spalle. Il fondo alterna brevi tratti di prateria sommitale con ampie pietraie. Puntiamo direttamente al punto più alto lasciando alla nostra sinistra la marcata Fourcla Tschüffer. Superato un dosso poco accentuato cominciamo a scorgere la cupola sommitale sulla quale è posto un evidente ometto di pietre. Con un ultimo breve tratto tra i sassi mobili accediamo direttamente al punto più alto (m 2907 – ore 3 dalla partenza). Il paesaggio è notevole. Nelle immediate vicinanze osserviamo non solo il Lej da Pischa e i prospicienti Piz Albris e Piz Pischa ma anche, verso nord, il Piz Languard, la più alta cima del circondario. Verso occidente spiccano i grandi ghiacciai e le cime del Bernina solo in parte coperte dalla cresta libera da vedrette culminante nel Monte Pers e nel Piz Trovat. Sotto la verticale della cima si estende la verde Val da Fain fino al Passo del Fieno sovrastata a sinistra dal Piz La Stretta mentre la visione del Passo Bernina è preclusa dalla grande sagoma calcarea del Piz Alv. Verso oriente osserviamo il piccolo specchio d’acqua denominato Lej Tschüffer subito ai piedi dell’omonima cima e del Piz Sagliant. N.B Chi desidera un percorso il più possibile indicato dai segnavia può optare per una soluzione un poco più lunga. Si tratta di aggirare il Lej da Pischa a nord sino a trovare il sentiero segnato che sale alla Fourcla Tschüffer. Resta in libera il brevissimo tratto, per altro privo di difficoltà, che sale dalla sella alla cima. È un tracciato che può essere usato come alternativa per modificare il rientro invece di tornare a ritroso. Naturalmente è consigliabile preventivare, indifferentemente all’andata o al ritorno, un po’ di tempo per ammirare le sponde del Lej da Pischa che presenta al sole estivo delle colorazioni davvero magnifiche. Fra l’altro è da segnalare la presenza, appena a nord del Lej da Pischa, di un secondo lago più piccolo ugualmente notevole per le sue splendide colorazioni. I due laghi sono divisi da un sottile cordone detritico. Non esiste un sentiero che conduca al secondo ma ancora una volta il terreno detritico è facile permettendo in qualche minuto di passare dal primo al secondo specchio d’acqua senza incontrare alcun problema. In tutto sono da preventivare per l’intera escursione circa 5 ore complessive di cammino. Cenni sulla flora:
Abbiamo già accennato nell’introduzione alla grande ricchezza di specie botaniche presenti sul percorso complice la sovrapposizione di strati rocciosi di diversa natura. Segue un estratto delle principali specie osservate in occasione della nostra salita avvenuta nella parte centrale del mese di agosto. Specie endemiche: 1) Campanula del Moncenisio (Campanula cenisia); bellissimo endemismo delle Alpi Occidentali e Centrali caratterizzato da corolle di colore azzurro chiaro. Nonostante il portamento strisciante, i fiori sono piuttosto appariscenti in quanto presenti nelle pietraie e nei nudi macereti d’alta quota. Le stazioni presenti presso il Bernina e nella zona dell’Ortles sono al limite orientale di distribuzione della specie. 2) Senecio della Carnia (Senecio incanus sbsp. carniolicum). Endemico delle Alpi Orientali. 3) Arabetta celeste (Arabis caerulea). Endemica dell’arco alpino è una specie nel complesso piuttosto rara. Sono presenti alcuni esemplari tra la frazione di sentiero attrezzata e il margine dell’altipiano detritico di S-chüdella 4) Cavolaccio lanoso (Adenostyles leucophylla). È una specie endemica con areale esteso in Italia dal Piemonte e dalla Valle d’Aosta sino al Trentino Alto Adige interessando le Alpi Occidentali e Centrali. 5) Senecio abrotanino (Senecio abrotanifolius), endemico dell’Illiria e dell’arco alpino Altre specie osservate: 1) Sempiterni dei Carpazi (Antennaria carpathica) 2) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum) 3) Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum) 4) Trifoglio alpino (Trifolium alpinum) 5) Trifoglio bruno (Trifolium badium) 6) Genepì femmina (Artemisia umbelliformis) 7) Azalea alpina (Loiseleuria procumbens); caratterizzata da intricati e compatti pulvini trapuntati da numerosi, piccoli fiori rosa. 8) Genziana nivale (Gentiana nivalis) 9) Genziana punteggiata (Gentiana punctata) 10) Genziana di Koch (Gentiana acaulis) 11) Genziana bavarese (Gentiana bavarica) 12) Genzianella peduncolata (Gentiana tenella); questa piccola genziana, poco appariscente per le sue limitate dimensioni, è in generale una pianta artico alpina assai rara, meritevole di rispetto e protezione. 13) Silene a cuscinetto (Silene acaulis) 14) Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides) 15) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 16) Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides) 17) Sassifraga stellata (Saxifraga stellaris) 18) Sassifraga rossa (Saxifraga oppositifolia) 19) Sassifraga solcata (Saxifraga exarata) 20) Campanula di monte (Campanula scheuchzeri) 21) Campanula barbata (Campanula barbata) 22) Campanula dei ghiaioni (Campanula cochleariifolia) 23) Graminia di Parnasso (Parnassia palustris) 24) Brugo (Calluna vulgaris) 25) Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum) 26) Napello (Aconitum napellus) 27) Saussurea delle Alpi (Saussurea alpina) 28) Giglio martagone (Lilium martagon) 29) Astro alpino (Aster alpinus) 30) Papavero alpino retico (Papaver alpinum subsp. rhaeticum) 31) Botrichio (Botrychium lunaria) 32) Poligono viviparo (Polygonum viviparum) 33) Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina) 34) Stella alpina (Leontopodium alpinum) 35) Iberidella alpina (Hornungia alpina) 36) Primula irsuta (Primula hirsuta); pianta tipica dei substrati acidi dalle splendide corolle rosso – violette. 37) Primula a foglie larghe (Primula latifolia) 38) Pedicolare a foglie verticillate (Pedicularis verticillata) 39) Pedicolare di Kerner (Pedicularis kerneri) 40) Verga d’oro (Solidago virgaurea) 41) Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis) 42) Canapicchia norvegese (Omalotheca norvegica) 43) Canapicchia glaciale (Omalotheca supina) 44) Linaiola d’alpe (Linaria alpina) 45) Veronica alpina (Veronica alpina) 46) Ambretta strisciante (Geum reptans) 47) Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) 48) Senecio rupestre (Senecio squalidus subsp. rupestris) 49) Achillea moscata (Achillea moschata) 50) Garofano superbo (Dianthus superbus) 51) Veronica pietrosa (Veronica fruticans)
VISUALIZZA QUI SOTTO LA PHOTOGALLERY DEL TREKKING
|