Ventasso

VENTASSO (m 1727)

Posto come una grande piramide, a cavallo tra la vallata del Secchia e quella del fiume Enza, il Ventasso è una caratteristica montagna posizionata nel territorio del comune di Ramiseto, nell’ambito dell’Appennino reggiano. La vetta appare scostata almeno 10 km verso nord rispetto al crinale principale. Nonostante ciò, l’aspetto severo e la spiccata morfologia glaciale, ne fanno una meta di sicuro interesse per gli amanti della montagna. La cima forma un binomio inscindibile con il sottostante Lago Calamone, considerato da molti uno dei bacini più belli dell’intero Appennino Settentrionale. La salita, così come descritta di seguito, contempla il passaggio presso il lago rendendo l’escursione particolarmente affascinante dal punto di vista paesaggistico. Ulteriori spunti d’interesse si hanno nella particolare flora che caratterizza il settore. L’intera area è stata giustamente inclusa nell’ambito del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano.

Nonostante la rilevante nevosità, il Ventasso è spesso conquistabile già tra aprile e maggio grazie alla posizione avanzata verso la Pianura Padana. Il retrostante crinale appenninico ripara infatti il Ventasso dalle forti perturbazioni provenienti dal Mar Tirreno che invece scaricano sullo spartiacque ingenti quantitativi di neve. L’intera zona, specie il Lago Calamone, è fin troppo frequentata in piena estate. Il periodo migliore per la visita è invece la primavera avanzata quando la salita vi donerà un meraviglioso silenzio, le splendide fioriture d’inizio stagione e la visione del non lontano crinale con le ultime nevi residue dell’inverno appena trascorso. Affascinante è inoltre il periodo autunnale quando i boschi si dipingono dei colori caldi che precedono la caduta delle foglie.

L’escursione in breve:

Ventasso Laghi (m 1335) - Lago Calamone (m 1403) - Rifugio Venusta - sent. n°661 - Monte Ventasso (m 1727) - Grotta delle Fate (anticima del Ventasso) - Denti della Vecchia - Oratorio di S.Maria Maddalena (m 1504) - sent. n° 663 - Lago Calamone (m 1403) - Ventasso Laghi (m 1335)

Dati tecnici:

Partenza da Ventasso Laghi (m 1120): Difficoltà: E (breve tratto EE presso i Denti della Vecchia). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 393. Acqua sul percorso: sulla sponda del Lago Calamone, presso il Rifugio Venusta.

Accesso alla partenza:

Da Castelnuovo Monti seguiamo la SS 63 in direzione del Passo del Cerreto abbandonandola in località Sparavalle per volgere a destra raggiungendo, in pochi km, il paese di Ramiseto. Volgiamo a sinistra, su strada cieca, per salire sino a Ventasso Laghi dove il tratto percorribile in auto ha termine. Si tratta di una piccola stazione sciistica dove troviamo un ampio parcheggio e un bar aperto anche nel periodo estivo.

Descrizione del percorso:

Dalla località di Ventasso Laghi (m 1335) procediamo a piedi lungo l’ampia strada bianca chiusa al traffico dal divieto di transito seguendo le chiare indicazioni per il Lago Calamone. In debole salita lasciamo alla nostra destra gli impianti per lo sci quindi raggiungiamo, in appena una decina di minuti, l’ampia conca che ospita il bellissimo lago (m 1398).

Denominato per secoli Lago del Ventasso, si cominciò alla fine del XIX° secolo a chiamarlo Calamone, forse con derivazione dal greco-bizantino “kalamòn” ovvero “canna palustre”. Con una profondità di circa 13 metri è un bacino d’origine glaciale anche se nel 1956 fu rialzato dalla Forestale di circa 2 metri, ampliandolo grazie ad un piccolo sbarramento artificiale posto ancora oggi sull’emissario. Soprattutto lungo la sponda che andiamo ora a percorrere, presenta una flora straordinaria alla quale faremo riferimento in coda alla descrizione. Seguiamo pertanto l’ampia mulattiera contrassegnata dal doppio segnavia 661 e 667 che segue in pratica il bordo meridionale dell’invaso restando di poco scostata dall’estesa zona torbosa prospiciente l’acqua. L’ambiente è idilliaco grazie ai deliziosi boschetti di faggio e conifere che si specchiano nelle acque. Passiamo presso il piccolo Rifugio Venusta (fonte all’esterno), aperto e gestito nel pieno della stagione estiva dove alcune panchine con tavolo in legno invitano alla sosta per ammirare la serena tranquillità del luogo. Subito oltre lasciamo il lago per volgere in decisa salita nell’ombrosa faggeta. Faticosamente risaliamo il ripidissimo pendio superando il limite del bosco con panorama che si apre improvviso sia verso nord, in direzione della pianura, che a meridione, verso il crinale, con splendido colpo d’occhio in direzione dell’Alpe di Succiso. Tra splendidi prati, costellati in primavera da centinaia d’orchidee spontanee, guadagniamo un importante bivio. Ignoriamo il segnavia 667 che si separa a destra mantenendo invece il 661 che rimonta le pendici occidentali del Ventasso.

Per un breve tratto saliamo in linea diretta verso la cima, con bel colpo d’occhio sul sottostante Lago Calamone, sino al paletto segnavia che indica il punto in cui il sentiero segnato traversa all’improvviso verso destra. La cima potrebbe essere raggiunta per via diretta, tralasciando il traverso, tuttavia è consigliabile mantenere il percorso segnalato in quanto, sebbene un poco più lungo, offre panoramiche di maggiore interesse e bellezza. Volgiamo pertanto verso destra, in pendenza ora molto moderata, solcando splendidi prati d’altitudine con paesaggio aperto in direzione dello spartiacque appenninico. Il tracciato aggira a monte un’isolata macchia di faggi sino a guadagnare l’ampia spalla sudoccidentale del Ventasso (m 1630). Appare ora ben visibile il tratto finale dell’ascensione: il sentiero volge con decisione verso sinistra assecondando il sinuoso crinaletto discendente dalla vetta. Da rilevare come il panorama si allarghi ulteriormente permettendo l’osservazione delle più alte cime dell’Appennino Settentrionale: in lontananza notiamo l’inconfondibile piramide del Monte Cimone mentre più vicine appaiono le vette del Cusna e del Monte Prado. Si tratta in tutti i casi di vette che raggiungono e superano i 2000 metri. Come premesso il percorso prosegue rimontando l’ampia cresta e lasciando a destra il salto ricadente verso meridione. Da rilevare, nella scarpata, le stratificazioni e gli affioramenti arenacei a contrastare con i sottostanti boschi. In ultimo la pendenza decresce e il sentiero, ben scavato nel manto erboso, permette infine l’accesso all’ampia sommità (m 1727 – ore 1,15 dalla partenza).

Dalla cima possiamo apprezzare come la posizione isolata della montagna la renda un punto panoramico di prim’ordine, specie in direzione di un ampio settore del crinale appenninico. Lo spartiacque appare continuo, come un lungo “muro” e con un’unica importante depressione in coincidenza del valico stradale del Passo del Cerrreto. L’occhio si sofferma tra le profonde valli intensamente boscate: solamente le più alte cime sono libere dalla fitta alberatura.

La nostra escursione può ora procedere ad "anello" proseguendo oltre la vetta in direzione dell'anticima del Ventasso nota come "Grotta delle Fate". Lasciamo alle nostre spalle la piramide erbosa del Ventasso seguendo in breve discesa la bella striscia di sentiero scavata nell’erba. Risaliamo per pochi metri, tra blocchi d’arenaria, sino all’anticima dalla quale abbiamo una bella vista non solo sul Ventasso e sul crinale, ma anche sul sottostante Lago Calamone e sulla vicina frazione turistica di Ventasso Laghi. Il sentiero diviene ora più impervio: ricalchiamo infatti il profilo del crinale, in un breve tratto particolarmente stretto e lievemente esposto su entrambi i versanti. Tra gli affioramenti d’arenaria, l’occhio attento dell’amante della flora di montagna non potrà fare a meno di notare, a fine primavera, una bella fioritura di Tulipano montano (Tulipa australis), inconfondibile per i tepali esterni di colore giallo con belle striature rosse. Il percorso cala poi, ardito, a destra della cresta, evitando con eleganza gli affioramenti arenacei strapiombanti dei cosiddetti Denti della Vecchia. Prestando attenzione al salto immediatamente a destra del percorso raggiungiamo un esile pulpito dal quale osserviamo, sotto alla nostra verticale, l’Oratorio di S.Maria Maddalena. Appare evidente l’impossibilità di calare direttamente alla struttura: il sentiero aggira il pericoloso salto con percorso più ampio, allargandosi verso sinistra in discesa assai ripida ma nel complesso priva di difficoltà. Il panorama è dominato in lontananza dal grandioso profilo del Monte Cusna che, dell’alto dei suoi 2121 metri, è la seconda cima per altitudine dell’Appennino Settentrionale. Torniamo infine verso destra, tagliando in diagonale discendente il pendio, in parte erboso, sino alla magnifica radura che accoglie l’Oratorio di S.Maria Maddalena (m 1504 – ore 2 dalla partenza). L’ambiente appare suggestivo trattandosi di una terrazza prativa circondata dai faggi a da rimboschimenti di conifere. Siamo inoltre ad un importante crocevia di sentieri: i cartelli indicatori segnalano il segnavia 663 che, percorso verso sinistra, riporta al Lago Calamone e alla partenza.

Traversiamo in questa direzione passando ben al di sotto delle rupi che caratterizzano il versante settentrionale del Ventasso. Un breve tratto è assicurato con funi corrimano in coincidenza di un solco franoso senza vegetazione; subito oltre rientriamo nel folto della faggeta. Ignoriamo il bivio a destra (sentiero 665) mantenendo il 663. Su percorso in debole sali scendi procediamo nel bosco sino a riportarci alla magnifica conca occupata dal Lago Calamone. Ne percorriamo questa volta la sponda settentrionale, davvero suggestiva per la ricchezza di scorci panoramici. Possiamo apprezzare la limpidezza delle acque, il Rifugio Venusta sulla sponda opposta, e soprattutto il Monte Ventasso che specchia le sue pendici nel lago quasi ad esserne il silenzioso custode. In ultimo confluiamo nel percorso di salita in coincidenza della briglia artificiale posta all’estremità nord occidentale del bacino. Gli ultimi 10 minuti di percorso ricalcano a ritroso il percorso d’andata: seguiamo l’ampia strada bianca sino a riportarci al parcheggio in località Ventasso Laghi (m 1335 - ore 3 complessive).

Cenni sulla flora:

La flora osservabile lungo il percorso di salita non soltanto è ricchissima, ma soprattutto comprende alcune specie molto rare per la regione Emilia Romagna. L’interesse non è legato soltanto alla flora d’alta montagna ma anche agli ambienti di torbiera offerti dal Lago Calamone. Di seguito elenchiamo alcune delle fioriture più interessanti riconoscibili lungo il percorso descritto sopra.

1)      Trifoglio fibrino (Menyanthes trifoliata). Si tratta di una pianta tipica dei suoli paludosi e delle zone allagate; fiorisce in maggio - giugno ed è caratterizzata da petali bianchi rivestiti di un'appariscente pelosità. E’ presente in buona quantità nel Lago Calamone eppure resta una pianta palustre molto rara in Emilia Romagna dove è presente in pochissime stazioni per lo più confinate nell’alto Appennino modenese e reggiano (Lago Pratignano, presso Le Polle di Riolunato, Lago Baccio ecc…)

2)      Orchide incarnata (Dactylorhiza incarnata). Bellissima, appariscente orchidea molto rara in Emilia presente nella fascia torbosa posta lungo la sponda meridionale del Lago di Calamone. E’ una pianta meritevole del massimo rispetto, è bene comunque ricordare che la regione Emilia Romagna tutela tutte le orchidee imponendo il divieto assoluto di raccolta anche di un solo esemplare.

3)      Orchidea a foglie larghe (Dactylorhiza majalis) presente come la precedente nella fascia torbosa posta lungo la sponda meridionale del Lago di Calamone. Le piante presenti lungo il Lago Calamone sono spesso catalogate come Dactylorhiza praetermissa, talvolta considerata come specie a sé ma oggi inclusa nel gruppo di Dactylorhiza majalis.

4)      Buglossa di Barrelier (Cynoglottis barrelieri). Non rara a livello nazionale è invece assai sporadica in Emilia Romagna. La stazione isolata del Monte Ventasso è particolarmente ricca. Osserverete parecchi esemplari nel tratto compreso tra la Grotta delle Fate e l’ Oratorio di S.Maria Maddalena.

5)      Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina). Abbondantissima sia lungo le sponde del Calamone che lungo il tratto di salita alla cima, è presente nelle due versioni di colore giallo oppure violaceo.

6)      Calta (Caltha palustris) presente in grande quantità nella zona torbosa lungo la sponda meridionale del Lago Calamone.

7)      Erba unta comune (Pinguicula vulgaris) nella zona torbosa lungo la sponda meridionale del Lago Calamone.

8)    Tulipano montano (Tulipa australis), presente con diversi esemplari lungo il tratto in cresta che dalla cima cala sino ai Denti della Vecchia.

9)      Narciso selvatico (Narcissus poeticus) nella prati culminali del Ventasso.

10)   Ranuncolo capillare (Ranunculus trichophyllus) nelle acque del Calamone.

11)   Primula (Primula vulgaris)

12)   Polmonaria maggiore (Pulmonaria officinalis)

13)   Botton d’oro (Trollius europaeus) nei prati attorno al Lago Calamone.

14)   Scilla bifoglia (Scilla bifolia)

15)   Croco (Crocus vernus)

16)   Cicerchia primaticcia (Lathyrus vernus)

17)   Primula odorosa (Primula veris)

18)   Semprevivo montano (Sempervivum montanum)

19)   Semprevivo maggiore (Sempervivum tectorum)

20)   Sassifraga muschiata (Saxifraga moschata), in piena cresta tra la cima del Ventasso e i Denti della Vecchia.

21)   Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

22)   Sassifraga annuale (Saxyfraga trydactilites)

23)   Sassifraga a foglie rotonde (Saxifraga rotundifolia)

24)   Anemone bianca (Anemone nemorosa)

25)   Nontiscordardime (Myosotis alpestris)

26)   Anemone gialla (Anemone ranuncoloides)

27)   Elleboro verde (Helleborus viridis)

28)   Dafne spatolata (Daphne oleoides)

29)   Orchide maschia (Orchis mascula)

30)   Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

31)   Genzianella (Gentiana verna)

32)   Alchemilla di Hoppe (Alchemilla nitida)

33)   Arabetta alpina (Arabis alpina)

34)   Pepe di monte (Daphne mezereum)

35) Doronico di colonna (Doronicum columnae)

36)   Geranio selvatico (Geranium sylvaticum)

37)   Mirtillo (Vaccinium myrtillus)

38)   Cariofillata montana (Geum montanum)

39)   Farfaraccio bianco (Petasites albus)

40)   Garofanino maggiore (Epiloium agustifolium)

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