Alpi Aurine

Brandberg (m 2685)

Cima del Prete (Pfaffenschneidkopf - m 2918)

Cima dei Camosci (Gamslahnernock - m 2869)

Cima di Campo (Dreiecker - m 2892) - Punta del Vento (SüdlWindbachspitze - m 2867)

Cima di Floite Ovest (Westliche Floitenspitze - m 3194)

Cima Val di Frane (Schüttalköpf - m 2774)

Cima Triangolo (Wagnerschneid Spitze - m 2899)

Croda Rossa (Rotbachlspitze - m 2895)

Fumo di Predoi (Rauhkofel - m 3251)

Gran Pilastro (Hochfeiler - m 3510)

Il Picco (Birnlückenkopf - m 2777)

Lupo (Wolfskofel - m 2054)

Mesule (Großer Möseler - m 3479)

Monte Bello (Schönberg - m 2273)

Piccolo Tauro (Kleiner Tauernkopf - m 2728)

Punta di Valle (Wollbachspitze - m 3210)

Sasso della Croce (m 2420) - Rotberg (m 2003)

Sasso Nero (Schwarzenstein - m 3369)

Testa Gemella Occidentale (Westliche Zwillingköpf - m 2837)

Vetta d'Italia (Klockerkarkopf - m 2912)

Estesa dal Passo di Vizze sino alla Forcella del Picco, è una grande catena montuosa caratterizzata da cime imponenti con diversi bacini glaciali di piccola e media dimensione (i ghiacciai più grandi sono posti ovviamente nel versante austriaco in quanto rivolto a settentrione).

Il lungo ed impervio crinale che caratterizza la catena (confine Italia-Austria) costituisce un confine meteorologico molto importante in quanto divide l’Europa Centrale dalla regione mediterranea. La conseguenza di questo è un’estrema instabilità, nei mesi estivi, delle condizioni meteorologiche: questo influenza e riduce i giorni a disposizione per effettuare le escursioni. (Da notare che non sono affatto rare le nevicate oltre i 2500 metri anche in piena estate; le Dolomiti, poste poco più a sud, presentano un tempo nettamente più stabile e più caldo).

Le Alpi Aurine hanno da offrire itinerari in ambiente per lo più ancora incontaminato con splendidi laghetti in quota, circhi glaciali e pascoli in ambiente idilliaco. Sono montagne poco note e ci auguriamo possano rimanere tali per salvaguardare un ambiente arcaico, selvaggio, difficilmente riscontrabile in altri gruppi dell’Alto Adige. In generale, i punti di appoggio e la rete dei sentieri scarseggiano, ma quelli esistenti sono ben curati e mantenuti dalla gente del posto. Poiché la catena precipita come una muraglia sul versante italiano (sulla Valle Aurina), quasi tutti gli itinerari di vetta richiedono lunghe marce per guadagnarne le cime, ma questo, lungi dall’essere un difetto, ha salvaguardato questa splendida catena dall’assalto incontrollato dei turisti.

La massima cima è il Gran Pilastro (m 3510); spostandosi verso oriente non mancano comunque moltissime altre cime ben oltre i 3000 metri che sorprendentemente possono essere salite senza troppe difficoltà tecniche anche dall’esperto escursionista, Ci riferiamo in particolar modo (da ovest ad est) al Mesule, al Sasso Nero, alla Cima di Floite, alla Punta di Valle e a Monte Fumo. Trovate nel sito la descrizione della salita a queste meravigliose vette che spesso richiedono comunque un’adeguata preparazione alla camminata e talvolta l’attraversamento di nevai o ghiacciai. Spostandosi verso nordest, oltre Monte Fumo, le cime scendono progressivamente di quota attestandosi tra i 2500 e i 2900 metri di quota con cime pietrose che talvolta possono essere guadagnate anche dall’escursionista sfruttando alcuni valichi utilizzati nei secoli passati dai contrabbandieri per fuggire in Austria e viceversa (Passo dei Tauri, Forcella di Campo, Forcella del Picco). In coincidenza della Forcella del Picco, le Alpi Aurine si raccordano al Gruppo del Venediger altrettanto spettacolare per le sue imponenti cime ghiacciate.

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