Cima Casaiole

CIMA CASAIOLE  (m 2779)

E’ un’escursione dai due volti quella che andiamo a narrarvi. La prima parte si sviluppa in un ambiente purtroppo assai alterato dall’intervento umano per non usare il termine “devastato”. Al fine di realizzare piste per lo sci l’ambiente è stato infatti molto (troppo) manomesso. Per gli amanti della natura vi è poco di cui gioire se escludiamo la grandiosa visione dei non lontani ghiacciai della Presanella. Di tutt’altro spessore appare la seconda parte dell’escursione. Scavalcato il Passo dei Contrabbandieri camminiamo in ambiente d’alta montagna per gran parte ancora intatto e ad ogni passo si dischiudono meraviglie botaniche e grandiose vedute. Raggiungiamo quindi una serie di magnifici laghetti che divengono, durante la stagione estiva, eccellenti soggetti da fotografare. I Laghetti di Albiolo meritano da soli l’intera avventura e vi lasceranno un ricordo indelebile. L’unica raccomandazione è quella di scegliere una giornata estiva con tempo stabile; le quote raggiunte e lo scavalcamento del Passo dei Contrabbandieri richiedono infatti buona visibilità e clima asciutto. La neve tende inoltre a persistere per buona parte del mese di luglio nel settore rivolto a nord che precede i laghetti di Albiolo. I nevai sono di solito scomparsi o quasi ad agosto e per tutta la parte finale della stagione estiva che si rivela quindi molto adatta agli escursionisti.

L’escursione in breve:

Malga Valbiolo (m 2244) – Passo dei Contrabbandieri (m 2681) – Cima Casaiole (m 2779) – Passo dei Contrabbandieri (m 2681) – Laghetti di Montozzo – Rifugio A.Bozzi (m 2478) – Forcellina di Montozzo (m 2613) – Laghetti di Albiolo (m 2705 – 2745) – a ritroso sino alla partenza evitando di risalire Cima Casaiole.

Dati tecnici:

Partenza da Malga Valbiolo (m 2244): Difficoltà: E; breve tratto EE nella salita, per altro evitabile, compresa tra il Passo dei Contrabbandieri e la Cima Casaiole. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino alla Forcellina di Montozzo; assente nel tratto che segue sino ai Laghetti di Albiolo, il sentiero è tuttavia ben evidente e marcato escludendo qualsiasi problema con buona visibilità; segnaletica assente anche nella deviazione a Cima Casaiole il tracciato ricalca tuttavia il filo di cresta escludendo anche in questo caso eventuali problemi di orientamento. Dislivello assoluto: m 535; dislivello realmente coperto: m 1103. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

Si raggiunge il Passo del Tonale con la SS 42 salendo dal versante lombardo o da quello trentino. Nel primo caso si risale la Val Camonica sino a Edolo quindi si prosegue superando Ponte di Legno sino a guadagnare il passo. Chi proviene dal Trentino risale la Val di Sole superando diversi paesi tra cui Malè, Dimaro e Vermiglio raggiungendo infine il valico. In corrispondenza del Passo del Tonale sono presenti parecchie strutture tra cui la funivia, solitamente aperta nei mesi estivi, che conduce alla Malga Valbiolo, punto di partenza della nostra avventura. Ovvio il consiglio di verificarne l’apertura e i relativi orari, il percorso è infatti piuttosto lungo ed è bene approfittare della funicolare per non allungarlo inutilmente.

Descrizione del percorso:

Scesi dalla funivia (m 2244) si aprono davanti ai nostri occhi gli sbancamenti che purtroppo sono stati operati per realizzare le piste da sci. Come anticipato nell’introduzione si tratta, per questa prima frazione, di chiudere gli occhi in attesa di riportarci in un ambiente naturale non manomesso dall’uomo. Nonostante tutto l’impianto a fune ha, se non altro, il pregio di averci portarto in quota senza fatica.

Il nostro percorso muove in direzione della sella che divide il Monte Casaiole dalla Punta d’Albiolo. Dapprima ricalchiamo, molto ripidamente, la pista di sci con la possibilità di tagliare a vista qualche tornante della stessa camminando tra ripidi prati. Guadagnando quota passiamo su sentiero vero e proprio che si articola su frazioni per lo più prative con panorama alle spalle sugli imponenti ghiacciai della Presanella. Superiamo la stazione a monte dell’ultimo skilift quindi affrontiamo l’ultima breve frazione di salita che, serpeggiando tra vaste pietraie e magri affioramenti erbosi conduce al marcato Passo dei Contrabbandieri (m 2681 – ore 1,20 dalla partenza), in coincidenza del quale è presente una modesta costruzione in pietra.

Il paesaggio che si apre ai nostri occhi è di sorprendente bellezza. Lasciamo alle nostre spalle le devastazioni operate dagli impianti di sci per entrare in un ambiente d’alta montagna in sostanziali condizioni d’integrità. Alla visione, alle spalle, della Presanella con i suoi ghiacciai, si aggiunge la magnifica vista sul Monte Ercavallo e sul vallone che scende a settentrione mentre sulla nostra destra svetta l’elegante e pronunciata sagoma della Punta d’Albiolo. Possiamo osservare il proseguo del nostro sentiero calare sino al Rifugio Bozzi scorgendo parzialmente il vicino Lago di Montozzo. Prima di calare in questa direzione eseguiamo tuttavia un’interessante e consigliata digressione per guadagnare, lungo il crinale che ascende a sinistra, la Cima Casaiole che costituirà il punto culminante dell’intera escursione. 

Il sentiero non è in alcun modo segnato, tuttavia il percorso è intuitivo in quanto segue l’elegante crinale che cala dal punto più alto. L’esile traccia si articola tra resti di trincee risalenti al primo conflitto mondiale scostandosi lievemente a destra o a sinistra del filo di cresta per evitare i roccioni più scomodi. L’esposizione resta contenuta permettendo il passaggio ad ogni buon escursionista. Notevolissimo il panorama, aperto su entrambi i versanti, permettendo la vista verso meridione dei ghiacciai della Presanella e alla nostra destra sulla profonda Valle di Viso. Un ultimo sforzo, tra detriti affioranti e prati d’altitudine, concede l’accesso al vasto pianoro sommitale (m 2779 – ore 0,20 dal Passo dei Contrabbandieri – ore 1,40 complessive). Tra ruderi di guerra e trincee ancora in buono stato di conservazione ammiriamo un paesaggio grandioso che ci ripaga ampiamente dello sforzo speso per guadagnare il culmine. La vista si estende al versante lombardo sino a scorgere la profonda vallata che cala verso Ponte di Legno oltre ad ammirare le alte cime a settentrione che caratterizzano questa zona del Gruppo Ortles – Cevedale.

L’escursione prosegue rientrando a ritroso sino al Passo dei Contrabbandieri. Rientrati al valico caliamo a sinistra in direzione del Rifugio Bozzi. Si tratta di una frazione di sentiero emozionante: il percorso appare infatti particolarmente ardito, ricavato tagliando il ripidissimo pendio detritico. Perdiamo quota affrontando dapprima alcuni tornanti quindi traversando in moderata discesa alcune strette cenge in ambiente d’alta quota. In un paio di punti il sentiero è stato cancellato dalle frane e delle slavine; il percorso è stato ripristinato con alcuni passaggi su fondo instabile lievemente esposto, è quindi richiesta fermezza di piede. Inferiormente la pendenza cala e il tracciato diviene meno esposto affrontando vaste pietraie in ambiente ora più aperto e luminoso. Il sentiero, visibilmente artefatto, si sviluppa verso il vicino e già visibile Rifugio Bozzi portandosi infine al magnifico Lago di Montozzo, posizionato pochi metri al di sotto della struttura (ore 0,30 dal Passo dei Contrabbandieri – ore 2,30 complessive). Si tratta di un piccolo ma suggestivo specchio d’acqua la cui superficie riflette la colorazione dei prati che lo circondano; il laghetto si rivela un soggetto fotografico d’indiscutibile interesse oltre ad osservare, verso sudovest, la sommità raggiunta in precedenza del Monte Casaiole.

Il nostro sentiero confluisce ora nell’ampia mulattiera che, seguìta verso destra, sale dal Rifugio Bozzi al Forcellino di Montozzo. Il tracciato, ampio e in pendenza moderata, offre ancora una volta la vista alle spalle, questa volta dall’alto, del Lago di Montozzo. In appena 20 minuti di facile cammino guadagniamo il valico (m 2613 – ore 2,50 complessive). Il paesaggio si apre, al di là della sella, sulla Val Montozzo caratterizzata da un ambiente prativo ondulato di grande ampiezza.

L’escursione può ora procedere volgendo in direzione dei Laghetti d’Albiolo. Guardando alla nostra destra si separano dal valico due sentieri. Uno rimonta la soprastante cresta; appena alla sua sinistra osserviamo una seconda traccia, questa volta non segnata, ma in ogni caso ben marcata ed evidente che permette di raggiungere con facilità la meta. Si tratta di un innocuo sentierino in debole salita che solca dapprima i vasti prati d’altitudine che caratterizzano l’area. Subito oltre andiamo a traversare diagonalmente una vasta pietraia instabile dove spesso, nella prima parte dell’estate, la neve tende a permanere. Da notare la vista alle spalle sulle cime del Gruppo Ortles – Cevedale e verso oriente in direzione di un lontano piccolo specchio d’acqua. Ancora una breve frazione di percorso appena più ripida e guadagniamo l’estremità occidentale di una piccola conca che accoglie il più basso dei due Laghetti di Albiolo (m 2705 – ore 0,30 dal Forcellino di Montozzo – ore 3,20 complessive). Nelle giornate limpide lo specchio d’acqua diviene un magnifico soggetto fotografico in virtù delle stupende trasparenze che lo caratterizzano. Chi lo desidera può, senza via obbligata, eseguire una breve digressione seguendo almeno in parte la sponda del lago; si può così apprezzare come l’invaso sia più grande di quanto sembri di primo acchito.

Tornati sul sentiero lo seguiamo ancora per pochi minuti affrontando una frazione più ripida della precedente. Su fondo detritico un po’ scomodo siamo in breve al più alto dei Laghetti di Albiolo (m 2745), spesso ghiacciato sino a stagione inoltrata. Anche in questo caso le fotografie si sprecheranno: in una giornata tersa non si può non rimanere estasiati dalle calmissime e limpide acque che riflettono, come in uno specchio, le cime circostanti. Il rientro avviene a ritroso. Naturalmente si evita di ripercorrere la digressione che dal Passo dei Contrabbandieri sale al Monte Casaiole. Da notare, volendo utilizzare la funivia, la necessità di calcolare attentamente i tempi per rientrare alla stazione a monte prima della chiusura serale dell’impianto di risalita. Approssimativamente sono da preventivare complessivamente 6 ore scarse di cammino al netto delle necessarie soste.

Cenni sulla flora:

Curioso appare il contrasto tra la prima frazione di percorso, devastata dagli impianti di sci e nel complesso povera di flora con la seconda parte in ambiente sostanzialmente integro caratterizzato da un’abbondanza floreale che lascia veramente stupiti. La lista di piante osservate è davvero notevolissima con in particolare evidenza il ricchissimo contingente di piante del genere Saxifraga. Segue una lista, forzatamente parziale, delle specie osservate in fiore in occasione della nostra salita, avvenuta alla metà del mese di luglio.

1)      Eritrichio nano (Eritrichium nanum); bellissima pianta endemica delle Alpi che predilige gli sfasciumi e le rupi ad alta quota. Appare inconfondibile per le sue foglie ricoperte da una fitta peluria e per i fiori azzurri che ricordano quello del più comune Nontiscordardime. Sono presenti diversi esemplari nel tratto compreso tra il Passo dei Contrabbandieri e il Rifugio Bozzi.

2)      Genzianella peduncolata (Gentiana tenella); questa piccola genziana, poco appariscente per le sue limitate dimensioni, è in generale una pianta artico alpina assai rara, meritevole di rispetto e protezione. E’ osservabile presso la partenza (Malga Valbiolo).

3)      Genziana nivale (Gentiana nivalis), al pari della precedente è osservabile presso la partenza (Malga Valbiolo).

4)      Genziana bavarese (Gentiana bavarica), ad esempio presso i Laghetti di Montozzo.

5)      Genzianella a foglie corte (Gentiana brachyphylla)

6)  Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

7)      Arabetta celeste (Arabis caerulea). Rara e poco appariscente per le piccole dimensioni, è presente con i suoi fiori di colore azzurro chiaro lungo le sponde dei laghi di Albiolo.

8)      Arabetta alpina (Arabis alpina)

9)      Falangio alpino (Lloydia serotina); rara pianta della famiglia delle Liliaceae presente nel tratto compreso tra il Passo dei Contrabbandieri e il Rifugio Bozzi.

10)   Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides)

11)   Sassifraga solcata (Saxifraga exarata)

12)   Sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia)

13)   Sassifraga di Seguier (Saxifraga seguieri); endemismo alpico tipico dei valloncelli nivali endemico della zona alpina compresa tra la Valle d’Aosta e il Veneto. Presente con frequenza in Svizzera, è pianta più rara in Italia. Si può osservare in prossimità del Passo dei Contrabbandieri nel tratto di discesa verso il Rifugio Bozzi.

14)   Sassifraga androsacea (Saxifraga androsacea)

15)   Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

16)   Androsace dei ghiacciai (Androsace alpina); una delle piante più rare e pregevoli osservabili lungo questo percorso. Endemica delle Alpi, colonizza i macereti alle quote superiori. E’ presente lungo questo itinerario in prossimità del Passo dei Contrabbandieri nel tratto di discesa verso il Rifugio Bozzi.

17)   Rodiola rosea (Rodiola rosea). Utilizzata in campo farmaceutico per le sue caratteristiche, è presente nel tratto iniziale tra Malga Valbiolo e il Passo dei Contrabbandieri.

18)   Salice retuso (Salix retusa)

19)   Papavero alpino retico (Papaver alpinum subsp.rhaeticum) nei ghiaioni tra il Passo dei Contrabbandieri e il Rifugio Bozzi.

20)   Bartsia alpina (Bartsia alpina)

21)   Piumino rotondo (Eriophorum scheuchzeri)

22)   Cariofillata montana (Geum montanum)

23)   Ambretta strisciante (Geum reptans)

24) Primula di Val Daone (Primula daonensis); splendido endemismo dei terreni silicei con areale centrato prevalentemente nei gruppi dell’Adamello e dell’Ortles – Cevedale.

25)   Azalea alpina (Loiseleuria procumbens)

26)   Iberidella alpina (Hornungia alpina)

27)   Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

28)   Draba gialla (Draba aizoides)

29)   Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

30)   Sibbaldia (Sibbaldia procumbens)

31)   Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis)

32) Tossillaggine alpina (Homogyne alpina)

33)   Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

34)   Linaiola d’alpe (Linaria alpina)

35) Minuartia sedoide (Minuartia sedoides)

36)   Soldanella della silice (Soldanella pusilla)

37)   Astro alpino (Aster alpinus)

38)   Nontiscordardime (Myosotis alpestris)

39)   Nigritella comune (Nigritella nigra)

40)   Orchide candida (Pseudorchis albida)

41)   Celoglosso (Coeloglossum viride)

42)   Giunco di Jacquin (Juncus jacquinii)

43)   Semprevivo montano (Sempervivum montanum)

44)   Erba cipollina (Allium schoenoprasum)

45)   Pedicolare di Kerner (Pedicularis kerneri)

46) Sassifraga muscosa (Saxifraga muscoides); endemismo delle Alpi che trova, nella zona del Tonale, le sue estreme stazioni orientali in territorio italiano. Lungo il percorso descritto sono presenti alcuni pulvini nelle immediate vicinanze dei Laghetti di Albiolo.

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