Cipolla - Prado

MONTE CIPOLLA (m 1962)

MONTE PRADO (m 2054)

Mentre il Monte Prado è meta ben conosciuta dagli escursionisti emiliani e toscani trattandosi di una delle più alte cime del crinale appenninico, diverso è il discorso relativo al Monte Cipolla. Si tratta di un’elevazione spostata poco più a nord rispetto al Monte Prado al punto che molti ne parlano come di una sua anticima. In realtà si tratta di una vetta con una sua spiccata individualità come si può apprezzare osservandone l’affilata cresta che si erge dal Passo di Lama Lite sino a raggiungerne il punto più alto. Non esiste alcun sentiero segnato che ne guadagni la sommità, esiste tuttavia una facile traccia, assai poco nota, che ne rimonta facilmente le pendici avendo inizio dalla conca del Lago della Bargetana. Raggiunto il Monte Cipolla l’escursione può proseguire sino al Prado seguendo un crinale assai impervio ed in parte esposto adatto a camminatori esperti. E’ la frazione più spettacolare del percorso descritto: una via assolutamente inusuale per raggiungere la più alta vetta toscana, dopodiché si rientra ad anello per la via normale. Da rilevare come l’intera avventura si sviluppi nell’ambito del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, una zona di elevato interesse naturalistico. Lungo il tracciato descritto osserverete, ad inizio stagione (giugno) parecchie specie botaniche alpine e boreali molto rare. Da rilevare l’elevata nevosità del settore per cui è bene non prendere in considerazione la salita troppo presto. La neve spesso si attarda per l’intera primavera determinando un microclima particolarmente freddo per il crinale emiliano. Non è un caso se la conca che accoglie il Lago della Bargetana è di origine glaciale. Inutile, in conclusione, rimarcare la necessità di accostarsi ad un ambiente del genere in punta di piedi evitandone qualsiasi alterazione per tutelarne le peculiarità ambientali.

L’escursione in breve:

Ponte di Rio Lama (m 1510) – sentiero n° 631 – Passo di Lama Lite (m 1751) – Rifugio Battisti (m 1759) - Lago Bargetana (m 1777) – sella divisoria tra Monte Prado e Monte Cipolla (m 1930) – Monte Cipolla (m 1962) – sella divisioria (m 1930) - Monte Prado (m 2054) – Sella del Monte Prado (m 1920) – Lago Bargetana (m 1777) – Sella di Lama Lite (m 1751) – Ponte di Rio Lama (m 1510)

Dati tecnici:

Partenza dal Ponte di Rio Lama (m 1510): Difficoltà: EE (difficoltà E per gran parte del tracciato. La frazione compresa tra la sella che divide i monti Prado e Cipolla e la vetta del Monte Prado richiede piede fermo e assenza di vertigini oltre a fondo asciutto con difficoltà valutabile senza ombra di dubbio in EE) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino al Lago della Bargetana quindi del tutto assente nella salita al Monte Cipolla e nella traversata che conduce al Monte Prado; segnaletica di nuovo totale dalla vetta del Prado sino a rientrare alla partenza. Dislivello assoluto: m 544. Acqua sul percorso: abbondante fonte presso il Rifugio Battisti che si raggiunge con una breve digressione dal Passo di Lama Lite dopo un’ora abbondante di salita.

Accesso alla partenza:

Provenendo da Felina - Villa Minozzo si raggiunge il paese di Civago. In paese troviamo a destra il bivio per le Case Cattalini quindi proseguiamo lungo la strada che diviene sterrata seguendo le indicazioni per il Rifugio Battisti. Il fondo è sconnesso ma ugualmente percorribile in automobile e permette di raggiungere, in 8 km circa, il ponte sul Rio Lama. In coincidenza del ponte una sbarra impedisce di proseguire in auto anche perché ci troviamo proprio sul confine del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Lasciamo la macchina nel piccolo parcheggio a sinistra subito prima del ponte quindi arretriamo pochi metri sino all’inizio del nostro sentiero sul lato opposto della strada rispetto al parcheggio.

Descrizione del percorso:

La prima ora di cammino si sviluppa nel fresco della faggeta: seguiamo il sentiero con scarsi dislivelli (segnavia n° 631) portandoci nel folto subito a destra del Rio Lite. Il tracciato scavalca le limpide acque del torrente nel punto più conveniente con qualche difficoltà nei periodi di massima portata. Superato il corso d’acqua la salita si fa più decisa ed erta permanendo all’interno del bosco e sempre senza alcuna difficoltà d’orientamento grazie all’ottima segnaletica. Più in alto intercettiamo i tornanti della larga carrareccia chiusa al traffico che dal Ponte di Rio Lama conduce al Passo di Lama Lite. Il sentiero, più ripido ma più diretto, permette di tagliare alcune curve della gipponabile per poi riportarsi per un breve tratto nel folto. L’uscita all’aperto è improvvisa e molto bella: l’alberatura lascia spazio ad una magnifica prateria per lo più a mirtillo con splendida vista di fronte a noi sui Monti Prado e Cipolla; a destra sono visibili le pendici dei Monti Piella e Cusna. Poco oltre siamo nuovamente sulla carrareccia che sale dal Ponte di Rio Lama e che seguiamo nell’ultimo breve tratto prima di accedere all’ampia sella del Passo di Lama Lite (m 1751 – ore 1 dalla partenza).

N.B Tutto il tratto di sentiero fin qui descritto è naturalmente evitabile mantenendo sin dalla partenza la carrareccia. In questo caso si cammina, sempre partendo dal parcheggio, oltre la sbarra che chiude il traffico. Scavalchiamo il ponte sul Rio Lite quindi risaliamo in qualche minuto al soprastante bivio; ignoriamo la possibilità di sinistra che condurrebbe al Rifugio Segheria dell’Abetina Reale mantenendo invece la destra e procedendo lungamente sulla strada bianca sino al passo di Lama Lite. I tempi di salita sono di poco più lunghi, il tracciato semplicissimo anche se più monotono.

Consigliamo ora una breve digressione a destra che conduce in 5 – 10 minuti al Rifugio Battisti. Lo possiamo raggiungere sia con bella e ampia mulattiera che con sentierino che rimonta un piccolo costone erboso (bandiera sulla sommità) per poi calare direttamente alla costruzione, ben nascosta in posizione riparata tra la vegetazione. Il Rifugio Battisti (m 1759 – ore 1,10 dalla partenza) costituisce un ottimo punto d’appoggio sempre aperto nella bella stagione con possibilità di pernottamento e servizio di ristorantino. Sull’esterno del rifugio una bella fonte garantisce un’abbondante scorta d’acqua anche nei periodi di chiusura. Ritorniamo a questo punto sui nostri passi sino al Passo di Lama Lite (m 1781) per volgere poi con decisione sulla destra. Un’ampia e comoda strada bianca traversa in debole discesa lungo il fianco settentrionale del Monte Cipolla. Procediamo in falsopiano, sempre sovrastati da vaste pietraie mobili, sino al bivio sulla sinistra indicato da un paletto di legno e dal segnavia su una roccia. Un ulteriore cartello in legno segnala il proseguo sulla carrareccia per il Rifugio Bargetana, scegliamo tuttavia di abbandonare questa direzione per volgere, come detto, sul sentierino che sale ripido a sinistra. In pochi minuti raggiungiamo la sommità del costone prativo che trattiene il bel Lago della Bargetana (m 1777 – ore 1,40 dalla partenza), uno dei più alti nell’Appennino Settentrionale e nelle cui acque si specchia il Monte Prado. Splendida la posizione del laghetto: un grande anfiteatro racchiuso a sud e a est dalle cime del crinale; una conca con tutta probabilità modellata migliaia di anni or sono da un grande ghiacciaio oggi scomparso.

Abbandoniamo a questo punto il sentiero segnato che proseguirebbe in direzione della Sella di Monte Prado. Volgiamo invece verso sinistra su terreno prativo senza tracce bordeggiando il lago che resta immediatamente alla nostra destra per raggiungerne in poche decine di metri l’estremità orientale. Lasciato alle spalle lo specchio d’acqua siamo sovrastati verso est dal crinale che unisce il Monte Cipolla a sinistra dal Monte Prado alla destra. La nostra escursione muove in direzione della selletta che divide le due elevazioni. Inizialmente la pista da seguire non è molto evidente. Il pendio, in progressiva salita, è rimontato da una traccia che diviene progressivamente più marcata nel corso dell’ascensione. In pendenza ora decisa descriviamo un tornante e passiamo alla base di un caratteristico costone di arenaria affiorante mentre alle spalle dominiamo per intero l’antica conca glaciale oggi occupata del Lago della Bargetana. Più distante scorgiamo la vetta del Monte Cusna, la più elevata vetta del reggiano nonché la seconda più alta dell’Appennino Settentrionale. Sulla destra osserviamo le selvagge quinte del Monte Prado, spesso innevate sino ad inizio estate.

La traccia diviene ora un buon sentierino scavato nel manto erboso che taglia il pendio in diagonale ascendente lasciando a destra un solco percorso da un piccolo torrente immissario del sottostante lago. E’ un tracciato piuttosto sorprendente in quanto quasi sconosciuto, non segnato, ma facile, ben evidente e alla portata di tutti gli escursionisti. Siamo ormai in vista della sella soprastante che guadagniamo in pendenza che resta moderata e soprattutto in un ambiente d’alta montagna affascinante in quanto pressoché integro. L’arrivo sul crinale (m 1930) rivela sulla destra un’elegante ed affilata cresta che ascende in direzione del Monte Prado mentre verso sinistra si sale su esile traccia tra i prati poco inclinati che caratterizzano il versante meridionale del Monte Cipolla. Scegliamo quest’ultima opportunità camminando senza alcun problema tra la prateria d’altitudine ed accedendo in pochi minuti dalla sella all’ampio pianoro erboso che caratterizza il punto più alto del Monte Cipolla (m 1962 – piccolo ometto di pietre sulla cima - ore 0,30 dal Lago della Bargetana – ore 2,10 dalla partenza).

Protendendosi verso nord si osserva come dalla vetta del Monte Cipolla precipita un affilato crinale fino al sottostante Passo di Lama Lite. D’assoluto rilievo il paesaggio con particolare riferimento, sempre verso settentrione, alla lunga dorsale culminante nel Monte Ravino e soprattutto nell’Alpe di Vallestrina. Lo sguardo prosegue verso sinistra osservando l’ampia depressione del Passone con la cresta che si impenna, subito oltre, nelle vette del Sasso del Morto e del Monte Cusna. Verso meridione abbiamo un eccellente scorcio sul tratto di crinale culminante nel Monte Prado e sulla prospiciente anticima indicata nelle mappe come Sassofratto o Sprone di Monte Prado. Chi desidera un’escursione priva di qualsiasi difficoltà potrà rientrare a ritroso ricalcando il percorso d’andata. E’ invece possibile, per chi ha piede fermo e assenza di vertigini, descrivere un bell’itinerario ad anello che includa la salita al Monte Prado. In questo caso si torna indietro, in una decina di minuti, sino alla sella divisoria tra i monti Cipolla e Prado. Si ignora in questo caso, il sentiero che ritorna al Lago della Bargetana procedendo invece lungo il filo di crinale.

Inizialmente non vi sono difficoltà. Il tracciato ricalca con eleganza la cresta e ancora una volta, nonostante non vi sia alcun tipo di segnaletica, il cammino è ben evidente, scavato nel vaccinieto. In moderata salita muoviamo in direzione di un evidente, aspro rilievo roccioso. Accostandolo diviene evidente che si tratta di un ostacolo invalicabile per chi non è alpinista. La traccia evita di affrontarlo direttamente scostandosi sulla destra per tagliare il pendio, in parte detritico, posto alla sua base. Ancora senza problemi si traversa con deboli pendenze sino ad accostare nuovamente lo sperone roccioso. Sembrerebbe precluso il proseguo invece si indovina (tracce di passaggio) una sorta di ripidissimo canale un esposto che incide in modo marcato la parete permettendo di salire al crinale soprastante. Con difficoltà intorno al 1° grado si rimonta il solco aiutandosi con le mani e sfruttando i numerosi appoggi prestando attenzione a non smuovere alcune pietre in posizione precaria. Da rilevare, negli strati di arenaria circostanti, la presenza dell’endemica Primula appenninica alla quale faremo riferimento in coda alla descrizione. Raggiunto il vertice del ripidissimo canale osserviamo il repulsivo rilievo roccioso alle nostre spalle e il più distante Monte Cipolla. Prestando attenzione al terreno comunque esposto ricalchiamo per alcuni metri il sottile crinale sino ad un nuovo ostacolo: una breve rupe rocciosa. Anche in questo caso non la vinciamo direttamente. La traccia contorna la paretina portandosi alla sua destra per superarla con un’esile cengia piuttosto esposta in direzione della conca della Bargetana. Subito oltre ha termine la frazione più impegnativa. Il sentierino diviene un innocuo solco nel pendio prativo mentre il colpo d’occhio alle spalle permette di apprezzare quanto la cresta appena aggirata sia affilata ed impegnativa. In salita godiamo ora di un impressionante scorcio verso lo Sprone del Monte Prado. Decresce infine la pendenza e tra facili ondulazioni erbose e macereti d’altitudine guadagniamo la vetta del Monte Prado posizionata sullo spartiacque principale del crinale appenninico Tosco Emiliano (m 2054 – ore 0,40 dal Monte Cipolla – ore 2,50 dalla partenza).

Il paesaggio è il più completo dell’escursione in quanto si dischiude alla vista anche il versante toscano sino ad osservare le Alpi Apuane nonché il Golfo di La Spezia nelle giornate più terse. La posizione è più che mai panoramica sulla sottostante conca che ospita il Lago della Bargetana. Il rientro è ora facile e rilassante. Sfruttiamo in discesa la via normale al Monte Prado calando lungo il sentiero segnato di displuviale (segnavia 00). Il tracciato aggira nel versante toscano alcune frazioni più erte. Esiste comunque la possibilità di ricalcare liberamente il filo di cresta su facili tracce che più in basso si ricongiungono con il più comodo sentiero segnato. Su solco scavato nella prateria d’altitudine siamo infine alla marcata Sella del Monte Prado (m 1920 – ore 0,25 dal Monte Prado – ore 3,15 dalla partenza).

Abbandoniamo il sentiero 00 di crinale che proseguirebbe verso il Monte Castellino per calare a destra rientrando nel versante emiliano. Il segnavia 631 scende ripido verso il sottostante Lago della Bargetana dapprima bordeggiando alcune curiose formazioni arenacee quindi a tornanti nel pendio rivestito a mirtillo e ginepro. In breve siamo al Lago della Bargetana dove chiudiamo il nostro anello (m 1777 – ore 0,25 dalla Sella di Monte Prado – ore 3,40 complessive). Il rientro alla partenza procede ricalcando a ritroso il tracciato d’andata. In circa 20 minuti dal Lago della Bargetana siamo al Passo di Lama Lite e in altri 40 minuti si cala sino al Ponte di Rio Lama, dove abbiamo lasciato l’automobile, per un totale di circa 4 ore e mezza di marcia.

Cenni sulla flora:

Tra i motivi d’interesse legati a questa escursione vi è indubbiamente la presenza, lungo il percorso, di un numero notevole di specie floreali alcune delle quali rare o molto rare. Prendendo in considerazione l’intero crinale appenninico Tosco Emiliano troviamo, nella zona del Monte Prado, la massima concentrazione di piante tipiche d’alta montagna. Alcuni sono veri e propri relitti che raggiunsero questo settore di crinale nel periodo delle glaciazioni. Da allora in poi, il progressivo riscaldamento del clima ha finito con l’isolare alcune di queste specie in poche stazioni posizionate sui crinali più alti. L’eccezionale concentrazione di queste specie relitte nella zona del Prado è spiegabile con il particolare clima che caratterizza questo settore dell’Appennino. Si tratta in effetti di un’area ad innevamento molto prolungato, soprattutto nel versante emiliano che, rivolto verso settentrione, presenta manto nevoso persistente sino a maggio con singoli nevai che resistono talvolta fino a luglio. In questo contesto d’alta montagna con particolari condizioni paragonabili a parità di quota con quelle alpine, non è un caso la presenza di numerose piante tipicamente d’alta montagna. Elenchiamo le principali specie osservabili dal normale escursionista ricordando che si tratta solo di una lista parziale rispetto alle specie realmente presenti.

Endemismi:

1) Primula appenninica (Primula apennina); si tratta dell’unica primula di colore rosso presente nell’Appennino Tosco Emiliano. E’ un raro endemismo presente sul crinale reggiano e parmense osservabile per lo più sulle rupi d’arenaria ad esposizione settentrionale. Nella nostra escursione è presente in abbondanza nel tratto esposto compreso tra la sella che divide il Monte Cipolla dal Monte Prado e la vetta del Prado con particolare abbondanza sulle fasce arenacee esposte. Altri esemplari sono lungo il crinale discendente verso la Sella del Monte Prado. Il sentiero deborda nel versante toscano ma spostandosi liberamente lungo il filo di cresta si possono rilevare altri esemplari in fioritura tra maggio e giugno.

2) Vedovella delle Apuane (Globularia incanescens); endemismo apuano – appenninico dalle caratteristiche infiorescenze a globo di colore blu. Pur non avendola osservata è segnalata sporadicamente nelle stratificazioni di arenaria del Prado.

3) Spillone traslucido (Armeria marginata); endemico dell'Appennino Tosco Emiliano, è presente ad esempio tra il Passo di Lama Lite e il Lago della Bargetana. E' inconfondibile per via dei suoi capolini globosi di colore rosa.

4) Cardo di Bertoloni (Cirisum bertolonii). Endemico dell’Appennino Tosco Emiliano e delle Alpi Apuane, è presente sui bordi della forestale poco prima di raggiungere il Passo di Lama Lite.

5) Pinguicola di Cristina (Pinguicula christinae). Una delle poche piante carnivore presenti in Italia; le sue foglie appiccicose sono una trappola per gli insetti più piccoli; la pianta produce poi enzimi atti a digerire le prede. Le entità presenti sul crinale tosco emiliano, precedentemente attribuite a Pinguicula vulgaris, sono state inquadrate in questa specie descritta di recente ed endemica in senso stretto dei rilievi emiliani e toscani. La specie è osservabile con discreta abbondanza lungo il torrente in uscita dal Lago della Bargetana.

Piante rare o molto rare per l’Appennino Settentrionale:

1) Licnide alpina (Silene suecica); pianta tipica delle gelide zone della Scandinavia. In Italia è presente solo in Valle d’Aosta, Piemonte e in rare stazioni della Lombardia sempre oltre i 1800 metri. La sua presenza in Emilia è da ritenersi eccezionale tanto più che risulta presente in appena due minuscoli areali: uno presso Monte Ragola nel piacentino a forte rischio d’estinzione e appunto nella zona del Prado. Potrete osservare i magnifici fiori violetti della Licnide (o Crotonella) in salita tra la sella che divide il Monte Cipolla dal Monte Prado e la vetta del Prado con particolare abbondanza nei prati poco prima della cima. Altri esemplari sono presso la Sella di Monte Prado in una zona fortemente battuta dal vento.

2) Senecio biancheggiante (Senecio incanus); pianta frequente sulle Alpi ma estremamente rara nell’Appennino Settentrionale. La stazione di Monte Prado è la più meridionale d’Italia. Noterete parecchi esemplari in pieno crinale in discesa dal Monte Prado all’omonima sella.

3) Aquilegia alpina (Aquilegia alpina); a livello mondiale interessa solamente le Alpi Occidentali e l’Appennino Settentrionale. In Emilia è presente con poche stazioni nella fascia di crinale. Lungo il nostro percorso è osservabile nelle rupi a sinistra del sentiero che dal Passo di Lama Lite conduce al Lago della Bargetana.

4) Semprevivo montano (Sempervivum montanum); comune sulle Alpi è invece raro sull’Appennino Tosco Emiliano interessando alcuni settori di crinale. Lungo il nostro percorso lo abbiamo notato nel tratto compreso tra la Sella di Monte Prado e il Lago della Bargetana in coincidenza di alcune fessure delle rocce. Può essere facilmente scambiato con Sempervivum arachnoideum L.

5) Sassifraga muschiata (Saxifraga moschata) anch’essa osservabile nel tratto compreso tra la Sella di Monte Prado e il Lago della Bargetana.

6) Soldanella alpina (Soldanella alpina); comunissima sulle Alpi è invece piuttosto rara nell’Appennino Emiliano dove è segnalata nel parmense e nel piacentino. Le pubblicazioni in nostro possesso non la segnalano nel reggiano. L’abbiamo tuttavia osservata nel tratto di sentiero che dal Passo di Lama Lite cala dolcemente verso il Rifugio Bargetana. Il tracciato, in questo tratto, è delimitato a sinistra da un lungo muretto che termina in coincidenza di un punto nel quale la neve di valanga si accumula sino ad inizio estate. Attorno ai nevai abbiamo trovato diversi esemplari.

7) Soldanella della silice (Soldanella pusilla); in Emilia è ancora più rara della precedente con due soli areali accertati: quello del Prado e un altro presso la vetta di Monte Cimone. Non l’abbiamo notata in occasione della nostra escursione ma la stazione del Prado è certa. Da notare la sovrapposizione d’areale con Soldanella alpina. La zona del Prado è l’unica in Emilia dove le due piante si sovrappongono permettendo l’osservazione di entrambe.

8) Anemone narcissino (Anemone narcissiflora); comune sulle Alpi, più raro nella fascia appenninica. In Emilia interessa la fascia di crinale dal bolognese al reggiano. E’ ben osservabile nei pendii prativi subito a sinistra del sentiero che dal Passo di Lama Lite conduce al Lago della Bargetana.

Altre piante di montagna facilmente osservabili:

  1) Giglio martagone (Lilium martagon) nei dintorni del Rifugio Battisti.

  2) Lino alpino (Linum alpinum) presso il Passo di Lama Lite e nei prati lungo il sentiero che porta alla Bargetana.

  3) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) nei prati presso il Passo di Lama Lite.

  4) Orchidea macchiata (Orchis maculata) nel sottobosco presso il Ponte di Rio Lama.

  5) Trifoglio alpino (Trifolium alpinum) presente in grande abbondanza scedendo dal Monte Prado verso l’omonima sella.

  6) Silene a cuscinetto (Silene acaulis) presente lungo il crinale, con particolare abbondanza tra il Monte Prado e l’omonima sella.

  7) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) presente negli affioramenti rocciosi del crinale.

  8) Rosa pendulina (Rosa pendulina) nella zona del Passo di Lama Lite.

  9) Erba di San Giovanni Belleval (Hypericum richeri) nella zona del Passo di Lama Lite

  10) Genzianella (Gentiana verna) particolarmente abbondante nei prati a sinistra del sentiero che dal Passo di Lama Lite porta alla Bargetana.

  11) Borracina alpestre (Sedum alpestre) nelle fessure delle rocce tra la Sella di Monte Prado e il Lago della Bargetana.

  12) Calta (Caltha palustris) presente con le sue belle infiorescenze gialle lungo il torrente emissario del Lago della Bargetana.

  13) Cariofillata dei rivi (Geum rivale) nella piccola palude pochi metri prima del Passo di Lama Lite salendo dal Ponte di Rio Lama

  14) Caglio odoroso (Galium odoratum) nelle faggete tra il Ponte di Rio Lama e il Passo di Lama Lite.

  15) Sassifraga a foglie rotonde (Saxifraga rotundifolia) nelle faggete tra il Ponte di Rio Lama e il Passo di Lama Lite.

 16) Viola con sperone (Viola calcarata)

 17) Croco (Crocus vernus)

 18) Dafne laurella (Daphne laureola)

 19) Bugola (Ajuga reptans)

 20) Tossillaggine alpina (Homogyne alpina)

 21) Anemone alpino (Pulsatilla alpina)

 22) Cariofillata montana (Geum montanum)

 23) Anemone bianca (Anemone nemorosa)

 24) Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

 25) Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus)

 26) Finocchio montano (Meum athamanticum)

 27)  Primula maggiore (Primula elatior) osservata presso il Passo di Lama Lite.

28)  Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum) lungo il crinale che unisce il Monte Cipolla al Monte Prado.

29)  Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina).

30)  Mirtillo rosso (Vaccinium vitis-idaea) tra la sella sotto il Monte Cipolla e il Monte Prado.

31)  Giunco delle creste (Juncus trifidus) presente con particolare abbondanza nella fascia sommitale del Monte Prado.

32)  Ranuncolo a foglie di platano (Ranunculus platanifolius) tra il Passo di Lama Lite e il bivio per il Lago della Bargetana.

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